“Credo fortemente in una sola felicità, quella dettata dall’amore verso se stessi. Imparare ad amare se stessi, rispettarsi, rispettare gli slanci impulsivi dettati dal battito del cuore, distanti dai labirinti cerebrali in cui siamo soliti perderci, è il primo passo verso il raggiungimento della felicità”. Il concerto inizia con questa sorta di credo laico, che
“Credo fortemente in una sola felicità, quella dettata dall’amore verso se stessi. Imparare ad amare se stessi, rispettarsi, rispettare gli slanci impulsivi dettati dal battito del cuore, distanti dai labirinti cerebrali in cui siamo soliti perderci, è il primo passo verso il raggiungimento della felicità”. Il concerto inizia con questa sorta di credo laico, che nient’altro è se non l’intro che ritroviamo all’interno del nuovo disco. “L’amore è l’unica cura. Abbi cura di te”
Con queste parole, recitate con voce calda, Levante ha accolto il suo pubblico al Cap 10100 di Torino per il secondo dei tre concerti programmati nel capoluogo piemontese. Dopo l’apertura di MANO Manita, Claudia – questo il vero nome, e le numerose persone presenti alla serata lo urlano spessissimo – è entrata in scena con i capelli raccolti, di bianco vestita con sprazzi floreali sulla gonna e accessori ipercolorati. Alle sue spalle, parte della fantastica “Carovana Gipsy” che la segue in tour: Alessio Sanfilippo alla batteria, Mattia Bonifacino al basso, Alessandro Orefice alle tastiere e Giovanni “Giuvazza” Maggiore alla chitarra – oltre alla grande scritta “Levante” come scenografia. La dolcezza della sua espressione è sfociata presto in una grinta graffiante: Levante è perfetta sul palco, vocalmente graffiante, emozionata ed emozionante, con un’intesa speciale con il suo pubblico, che la ripaga cantando parola per parola ogni singola canzone.
L’emozione è ancor più palpabile durante la suggestiva esibizione di “Finché morte non ci separi“, grazie al duetto realizzato con la madre, una vera dichiarazione d’amore suggellata da un bacio.
L’ospite a sorpresa, l’amico chiamato a cantare con Levante durante la seconda serata, è stato invece Pierluigi Ferrantini dei Velvet. La splendida “Dovevo dirti molte cose“, portata al successo dal gruppo romano durante il Festival di Sanremo 2005, è diventata per l’occasione un duetto molto intenso. La serata è proseguita tra canzoni come “Duri come me” graffiante ballata pop/rock dal primo album, “Manuale distruzione“, e nuovi successi da “Abbi cura di te“, come la meravigliosa “Le lacrime non macchiano“, una delle produzioni migliori della discografia italiana recente.
Palloncini colorati e bolle di sapone ci hanno portato, emozionati e sudati, al gran finale, con il suono dell’ukulele e il ritmo di “Alfonso”, brano con cui esordì Levante nel panorama musicale. Il famoso verso “che vita di merda” è diventato in ultimo appello “che vita stupenda”. Sì, cara Levante, la vita ora è stupenda, e tu stai traghettando il tuo talento dall’affollatissima isola delle promesse a quella delle conferme della musica. Buon “viaggio-gipsy”.
Mirko Ghiani
[Immagini di Mirko Ghiani]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *