Correva l’anno 2013 e Levante spopolava in radio con “Alfonso”, suo primo singolo. Corre l’anno 2017 e Claudia Lagona, vero nome della cantante, si ritrova dopo 2 album e un’infinità di concerti sold out in giro per l’Italia al secondo posto delle classifica FIMI dei dischi più venduti della settimana con “Nel caos di stanze
Correva l’anno 2013 e Levante spopolava in radio con “Alfonso”, suo primo singolo. Corre l’anno 2017 e Claudia Lagona, vero nome della cantante, si ritrova dopo 2 album e un’infinità di concerti sold out in giro per l’Italia al secondo posto delle classifica FIMI dei dischi più venduti della settimana con “Nel caos di stanze stupefacenti“. Un risultato arrivato un po’ all’antica, senza pagare il pegno dei talent o di un’esposizione mediatica eccessiva, ma lavorando intensamente sui live, macinando concerti e creando, tappa dopo tappa, un rapporto indissolubile con il suo pubblico.
L’album, uscito il 7 aprile e anticipato dal singolo “Non me ne frega niente“, è la naturale maturazione dei lavori precedenti (Manuale distruzione del 2013 e Abbi cura di te del 2015). La scrittura dei testi, la capacità di argomentare sull’amore e sull’abbandono in maniera diretta, con un linguaggio che si distacca dal classico cantautorato per avvicinarsi a quello più giovane dei millennials (di cui Levante fa pienamente parte) si sposa perfettamente con la scrittura musicale che, per l’occasione, ha visto al fianco di Levante l’ottimo pianista e compositore Dario Faini (Dardust), il tutto prodotto da Antonio Filippelli con la supervisione di Fabrizio Ferraguzzo.
“Nel caos di stanze stupefacenti” è un album pieno di energia, a tratti ironico e libero, ma anche riflessivo e malinconico. Canzoni che spesso arrivano dirette, a volte come uno schiaffo in pieno viso, grazie ai testi ma anche agli arrangiamenti e all’interpretazione graffiante che ha sempre caratterizzato Levante.
Dodici canzoni che spaziano dalla malinconica “Caos (Preludio)”, un’onirica confessione pianoforte e voce della durata di poco meno di due minuti, alla più ritmata e cruda “Io ti maledico”, parole dure nei confronti di un incontro mancato e uno dei momenti migliori di tutto l’album. La settima traccia, “Diamante”, si concentra sulla fiducia e sulla bellezza, seppur evanescente, dell’amore: tutti abbiamo un amore e lo troveremo attraverso “percorsi ciechi”. Non manca un duetto d’autore, quello con Max Gazzè in “Pezzo di me”, canzone musicalmente allegra che gioca con le parole, con un testo agrodolce incentrato sull’elaborazione della fine di un amore. Un album che ha il pregio di essere molto curato, in perfetto bilico tra la Levante indie e quella più pop-rock, suonato da bravissimi musicisti come Alessio Sanfilippo (batteria), Giovanni “Giuvazza” Maggiore (chitarre), Mattia Bonifacino (basso) e Alessandro Orefice (piano, organo, synth, rhodes). Il secondo posto in classifica è un buon segno per la musica italiana e un nuovo, ottimo punto di partenza per Levante che, ne sono sicuro, avrà ancora molto da dire.
Mirko Ghiani
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