Sicuramente una versione de Le nozze di Figaro di Mozart ben strutturata e realizzata con gran cura ad hoc per scolaresche. Notevole il lavoro di rimaneggiamento sul testo di Vittorio Sabadin che ha mantenuto le arie più conosciute e forse anche le più belle della grande opera, e geniale l’introduzione della doppia figura di Cherubino – cantante e
Sicuramente una versione de Le nozze di Figaro di Mozart ben strutturata e realizzata con gran cura ad hoc per scolaresche. Notevole il lavoro di rimaneggiamento sul testo di Vittorio Sabadin che ha mantenuto le arie più conosciute e forse anche le più belle della grande opera, e geniale l’introduzione della doppia figura di Cherubino – cantante e attore/narratore – che è servita per alleggerire e meglio argomentare quanto si stava dispiegando.
Un buon cast per questa nuova produzione, buone voci, di cui abbiamo apprezzato anche la presenza scenica capace di tenere desta l’attenzione di giovani e giovanissimi. Accanto ai cantanti – il soprano Diana Mian (Contessa), il baritono Gabriele Sagona (Conte d’Almaviva), il soprano Arianna Donadelli (Susanna) e il basso Nicola Ebau (Figaro), la vera star dell’allestimento è stato senza dubbio Alessandro Lussiana, il Cherubino-attore, capace di attirare tutti gli occhi a sé, di rapire i presenti con i suoi movimenti, con le modularità della voce e con la sua bella presenza. Era in ogni dove. Sul palcoscenico, in mezzo al pubblico, sul palco laterale, sul bordo del gabbiotto dell’orchestra. Il tutto funzionale a catturare i presenti e a convertirsi nel trait d’union esprimendo ciò che si andava consumando in scena o creando i necessari collegamenti per rendere comprensibile il tutto, nonostante i tagli apportati soprattutto ai recitativi. Buona la direzione del Maestro Giulio Laguzzi e notevole, come sempre, la performance dell’Orchestra che ha dato prova di grande maestria.
Ero lì con la mia classe, la IVB della Scuola Primaria del S.I.E.S. A. Spinelli di Torino. Ho visto i bimbi entusiasti sia in principio sia a conclusione dello spettacolo. Mi sono quasi emozionato a vedere i loro occhi sgranarsi dallo stupore al loro ingresso nella grande platea del Teatro Regio, tutta per loro. Quel rosso, le tinte ghiaccio e viola, il color mogano del legno… Quel teatro era tutto per noi. Ho mostrato ai piccoli l’orchestra. Ho presentato loro anche il secondo violino, Marco Polidori, che ha illustrato tra l’altro i fagotti, l’oboe, i violini, le viole, il contrabbasso, il violoncello, il flauto traverso, le percussioni, raccontando, in ultimo, la storia del fortepiano.
Le luci si sono spente ed è iniziato lo spettacolo. Non è stato facile, immagino, per loro stare in un teatro per 105 minuti senza intervallo, ma hanno dimostrato di essere dei veri piccoli grandi uomini. Fino alla fine attenti e poi impegnati in copiosi applausi.
È stata una sfida portare all’opera dei bambini di 9-10 anni, una sfida vinta. Sarebbe stato un peccato non approfittare di una possibilità del genere, alla luce dell’importante ruolo svolto dal Teatro Regio nel socializzare gli studenti del primo e del secondo ciclo di istruzione al teatro e alla lirica. Si tratta della nostra storia, della nostra cultura, vanto del bel paese nel mondo intero…
Annunziato Gentiluomo
[Fonti delle immagini: teatroregio.torino.it, cinemato.it]
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