Nuovo titolo d’Opera nel cartellone 2022 del Teatro Coccia di Novara. Si prosegue nel solco dell’opera buffa, questa volta nel mondo di Gaetano Donizetti, un intramontabile classico della commedia in musica, Le convenienze ed inconvenienze teatrali, venerdì 11 alle 20.30 e domenica 13 Novembre 2022 alle 16.00. L’opera racconta un’Italia di altri tempi in cui
Nuovo titolo d’Opera nel cartellone 2022 del Teatro Coccia di Novara. Si prosegue nel solco dell’opera buffa, questa volta nel mondo di Gaetano Donizetti, un intramontabile classico della commedia in musica, Le convenienze ed inconvenienze teatrali, venerdì 11 alle 20.30 e domenica 13 Novembre 2022 alle 16.00.
L’opera racconta un’Italia di altri tempi in cui l’apertura di un teatro e il debutto di un’opera erano il centro della vita sociale, eventi capaci di calamitare l’interesse di un’intera città tra mille vicissitudini che lo spettatore moderno si divertirà a riconoscere, forse con un po’ di sorpresa, in un mondo molto più simile al nostro di quanto comunemente non si pensi: la primadonna capricciosa, la mamma invadente che vorrebbe essere al posto della figlia… i vezzi, i vizi, le virtù degli artisti sempre uguali da secoli.
Parodia irresistibile del mondo del teatro, Le convenienze ed inconvenienze teatrali vedono il Teatro Coccia produttore con altri due Teatri nel dare vita al nuovo allestimento, ovvero il Teatro Municipale di Piacenza e l’Opera Giocosa di Savona.
L’opera buffa donizettiana, con il suo impianto metateatrale e satirico, si presta più che mai a essere trasposta nella contemporaneità e il compito spetta ad Alberto Mattioli, che ne cura la drammaturgia utilizzando personaggi e riferimenti per il pubblico di oggi.
Il ruolo di Corilla è interpretato da Carolina Lippo, Procolo è Paolo Ingrasciotta, Mamma Agata Simone Alberghini, Luigia Leonora Tess, Dorotea Lorrie Garcia, Guglielmo Didier Pieri, Biscroma Strappaviscere Andrea Vincenzo Bonsignore, Prospero Salsapariglia è Stefano Marchisio, L’Impresario Dario Giorgelè, L’Ispettore del Teatro Juliusz Loranzi.
La direzione è affidata al Maestro Giovanni Di Stefano che guida il cast, una compagine consolidata quale l’Orchestra Filarmonica Italiana, e il Coro del Teatro Coccia, il cui Maestro è Yirui Weng.
La regia è di Renato Bonajuto, coadiuvato per le scene da Danilo Coppola e per i costumi da Artemio Cabassi. Trio di firme apprezzato all’interno della Stagione 2022 per Tosca andato in scena lo scorso Maggio.
Le coreografie sono di Riccardo Buscarini, riprese da Giuliano De Luca; in scena il Corpo di Ballo Romae Capital Ballet.
Rispetto a “Le Convenienze, oggi”, scrive della drammaturgia Alberto Mattioli: Il passo che c’è fra il sublime e il ridicolo è particolarmente corto a teatro, e cortissimo in quello musicale. Non stupisce quindi che il melodramma abbia subito generato la sua satira, e quello dell’“opera sull’opera” sia diventato un genere diffusissimo cui hanno contribuito, per citare solo i maggiori, Mozart, Salieri, Cimarosa, fino a Strauss e Britten. E naturalmente Gaetano Donizetti, con le sue doppie “Convenienze e inconvenienze teatrali”, prima versione nel 1827 a Napoli, seconda nel ‘31 a Milano. Gaetano nostro era evidentemente affezionato a un testo che sbeffeggiava con ironia non feroce e alla fine quasi affettuosa un mondo: il suo.
Il problema per noi posteri è che la satira, per funzionare, non può essere archeologica. Deve cioè presentare personaggi e situazioni che il pubblico di oggi conosce. Non si può pretendere che uno spettatore del 2022 sappia che il cantante tedesco Antolstoinoloff è forse la caricatura del famoso tenore Berardo Winter o che la parte “en travesti” (al contrario, però: un uomo che fa la donna) di Mamm’Agata è ispirata alla celebre prodezza del baritono Antonio Tamburini che nel 1825 a Palermo, nell’“Elisa e Claudio” di Mercadante, cantò in falsetto anche la parte della primadonna che aveva abbandonato la recita, eseguendo perfino un duetto… da solo! In generale, le “Convenienze” raccontano un’Italia dove il teatro era il centro della vita sociale e il debutto di un’opera nuova calamitava l’interesse di un’intera città: disgraziatamente, non è più così.
Nel curare la drammaturgia di queste “Convenienze”, si trattava semplicemente di attualizzarle, posto anche che di opere se ne scrivono meno e quasi tutto il repertorio è costituito da titoli del passato, nel nostro caso anche remoto: la solita rarità barocca riemersa da uno scantinato. Il castrato diventa così un controtenore; il compositore, il direttore d’orchestra; il poeta, il regista; e l’impresario, ovviamente, un sovrintendente alle prese con i consueti problemi sindacalpolitici. Le lettere sono delle mail e si usano i telefonini. La vicenda e la musica di Donizetti rimangono però le stesse; il divertimento, anche. O almeno si spera.
Opera metateatrale quant’altre mai, Le convenienze e inconvenienze teatrali si presta a qualsiasi attualizzazione che getti lo sguardo sulla contemporaneità. A questo ha pensato il nostro drammaturgo Alberto Mattioli, con cui ho lavorato in stretta collaborazione, e che ha “riletto” il testo. Chi vorrà, potrà riconoscere sulla scena alcuni personaggi, anche di gran rilievo, del mondo lirico odierno… tutto condito da affettuosa e sapida ironia.
I vezzi, i vizi, le virtù degli artisti sono sempre quelli, da secoli. La primadonna capricciosa, la mamma ingombrante che vorrebbe essere al posto della figlia (e Mamma Agata questa volta vorrà anche ballare, non solo cantare) il mezzosoprano che viene scambiato per un controtenore (l’eterno gioco dell’ambiguità, oggi si direbbe della fluidità…) e così via.
In fondo per quale motivo una scalcagnata compagnia teatrale non dovrebbe sognare di conquistare le tavole del Teatro Coccia di Novara? Tutto è realizzabile nel mondo dell’opera, del resto ci si dicono le cose più belle o più terribili cantando, limiti al possibile non sono contemplati.
Donizetti, come tutti i grandi geni della musica, ha fotografato la realtà; sono passati duecento anni, o forse no, solo due giorni.
Il nostro lavoro, con questo spettacolo, è quello di divertire dando la possibilità di osservare se stessi dentro uno specchio riflesso. Ridere degli altri sapendo ridere di noi, non c’è ricetta migliore per vivere e, a volte, per reggere gli urti della quotidianità. In ogni caso – e credete ai maghi dell’illusione – c’è sempre una sorpresa dietro l’angolo, quando meno ve l’aspettate…, conclude il regista Renato Bonajuto.
Uno spettacolo che merita: gli ingredienti mi sembrano ci siano tutti per la realizzazione di un mix esplosivo. Un’opera che troppo poco spesso abbiamo occasione di vedere portata in scena. Quindi da non perdere!
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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