Non è mai troppo tardi per lasciarsi affascinare dai cortometraggi. Per non dire che ci siamo già tutti un po’ dentro, da quando gli smartphone hanno preso a dialogare con il nostro quotidiano, in forma intensiva dall’inizio dell’era lockdown. Dei cortometraggi e dei cortissimi (massimo 5 minuti), nel farli e nel prendervi parte da spettatori,
Non è mai troppo tardi per lasciarsi affascinare dai cortometraggi. Per non dire che ci siamo già tutti un po’ dentro, da quando gli smartphone hanno preso a dialogare con il nostro quotidiano, in forma intensiva dall’inizio dell’era lockdown.
Dei cortometraggi e dei cortissimi (massimo 5 minuti), nel farli e nel prendervi parte da spettatori, amiamo la brevità, necessaria; il ritmo, incalzante; il montaggio, finalmente possibile, grazie all’intuitività delle app che cancellano la necessità di un’esperienza, di una didattica, valorizzando la velocità dell’invenzione. Dei cortometraggi amiamo la praticabilità, l’usabilità: possono diventare nostri praticamente in qualsiasi ambiente, in qualsivoglia orario, non stancano, sono di facile arresto, di ancor più facile consumo.
Li amiamo, dunque, e amiamo le storie che raccontano, anche perché spesso sono le nostre storie, raccontate come avremmo voluto raccontarle noi se solo ci avessimo pensato, ma forse non ci pensiamo abbastanza. Perseguiamo l’obiettivo della lunga durata, per lasciarci soggiogare dall’intreccio, dagli sviluppi e dalla psicologia dei personaggi, senza ricordarci di quanto amiamo i cortometraggi e di quanto riescano ad affascinarci con quell’apparente, amichevole, semplicità. È un po’ come l’annoso confronto fra racconto e romanzo, su pellicola anziché su carta.
Nei prossimi giorni coltivare la passione di ognuno di noi per questo filone creativo che non rinuncia al cinema pur guardandolo dall’angolo di un genere d’appartenenza, ad Arezzo ma non solo, sarà più facile di quanto si possa immaginare, nonostante le limitazioni delle nostre zone colorate. Merito di un festival di cortometraggi, Officine Social Movie, giunto finalmente alla sua fase conclusiva – dico finalmente in quanto avrebbe già dovuto concludersi a fine primavera, se la pandemia non ci avesse costretto a spegnere la luce sui luoghi dello spettacolo. Merito della caparbietà di un gruppo di lavoro, di cui faccio parte – Officine della Cultura -, che non contempla la parola “arrendersi” tra le pagine del proprio vocabolario.
Le giornate conclusive Officine Social Movie andranno in onda in prima serata su Teletruria lunedì 30 novembre, martedì 1 e mercoledì 2 dicembre. Saranno visibili in televisione ma la partecipazione potrà avvenire anche in streaming (www.teletruria.it) allargando la platea dei possibili (tele)spettatori ai cinque continenti, cosa alquanto gradita vista la provenienza dei cortometraggi finalisti sia dall’Europa che dal Sud America.
Ma non finisce qui. Le giornate conclusive saranno infatti precedute, da venerdì 20 novembre, dalla possibilità di guardare i tanti cortometraggi segnalati sul sito www.officinesocialmovie.com permettendo a chiunque, previa registrazione, di esprimere il proprio voto ai fini dell’assegnazione del Premio Giuria Popolare. Una vera occasione di fascinazione, dunque, per un genere che merita attenzione, di cui forse si parla poco e certo non quanto meriterebbe e non in modo proporzionato alla produzione a cui dà vita, cimento di una vasta platea di artisti creativi quanto caparbi, oltreché straordinariamente bravi. Nel caso di Officine Social Movie portavoce di un aggiunto patrimonio di valori etici che meritano attenzione, riflessione e condivisione. Mi riferisco ai temi della solidarietà, dell’inclusione, dei diritti, della valorizzazione della diversità culturale che sono punti fondanti del progetto del concorso di cortometraggi e del festival ideato e voluto dall’Orchestra Multietnica di Arezzo oltreché da Officine della Cultura.
Per i prossimi giorni non resta allora che darsi appuntamento su Teletruria per avvicinarsi a un genere che amiamo, pur inconsapevolmente, e che certamente avvincerà anche chi fino ad ora ne è stato alla larga. Dico di più: sono certo che prendendo parte ad Officine Social Movie vi verrà voglia di fare una ricerca online sul genere “cortometraggio” ed allora sì che davanti ai vostri occhi si aprirà un vero e proprio mondo di storie, di immagini, di vita. Lasciatevi affascinare: lo merita.
La foto di copertina porta in primo piano alcuni degli studenti del Liceo Artistico “Piero della Francesca” di Arezzo tra i protagonisti, fin dalla nascita, di Officine Social Movie. In particolare alcuni dei partecipanti al gruppo della comunicazione, creativi e audaci come la loro generazione sa essere.
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