26 maggio 2015. Nessuno di noi si aspettava un evento così originale e oltre qualunque aspettativa. Abituati al solito teatrino di fine anno coi bambini stanchi e dagli occhi segnati per il caldo e la fatica, i movimenti rallentati dal peso di un anno in chiusura e con alle spalle una scenografia sbiadita, non potevamo
26 maggio 2015. Nessuno di noi si aspettava un evento così originale e oltre qualunque aspettativa.
Abituati al solito teatrino di fine anno coi bambini stanchi e dagli occhi segnati per il caldo e la fatica, i movimenti rallentati dal peso di un anno in chiusura e con alle spalle una scenografia sbiadita, non potevamo certo immaginare che dietro alla preparazione dello spettacolo teatrale Le Nozze di Figaro ci fossero ancora così tanta energia ed entusiasmo.
Non la recita di fine anno, ma la degna conclusione di un lavoro profondo e approfondito sul testo teatrale quello svolto dagli allievi della VB della Scuola Internazionale Europea Altiero Spinelli di Torino, sotto la guida del Maestro Annunziato Gentiluomo.
Partendo dalle pagine pungenti del drammaturgo Beaumarchais che il parolaio Da Ponte provvide a smussare, costoro, attraverso un attento e meticoloso lavoro di squadra, hanno sapientemente elaborato il testo mantenendo gli elementi caratteristici dei personaggi dell’opera, aggiungendo però tutto il pathos e il vigore delle loro giovani vite.
Pochi i mezzi a disposizione, come quasi sempre accade nella scuola pubblica: un atrio, una scena costruita dalla buona volontà di genitori che hanno reperito all’ultimo tazzine da tè, tovaglie ricamate, separé, l’occorrente per la scena con camera da letto e molte altre cose, ma nonostante ciò, non mancava proprio nulla. C’erano i suggeritori ben disposti sotto i banchi coperti, vigili e prontissimi a intervenire in caso di necessità e neppure mancavano attrezzati collaboratori, attenti, rapidi nel cambio di scena. Un vero e proprio lavoro di gruppo senza invidie e senza protagonismi, e con ciascun elemento ben consapevole del proprio ruolo e del proprio carico di responsabilità.
Filo conduttore: l’amore, quello in fioritura di Figaro e Susanna e, da subito, la sensazione è che questo sentimento proietti sulla scena un alone di armonia diffusa, consentendo ai piccoli attori di interagire tra loro con grande serenità e passione.
Professionale e anticonvenzionale la regia del Maestro Nunzio che da esperto didatta consente ai bambini di muoversi in autonomia e di coordinarsi al meglio anche durante i cambi di scena.
Scelta originale e impeccabile quella di predisporre gli animi di pubblico e attori al sentimento nobile sì, ma anche decisamente sublimato dell’amore cosmico, attraverso la lettura del Testamento di Gabriel García Márquez. Certo non accade spesso di ricevere un’accoglienza così calorosa e sincera (Il testamento di Gabriel Garcia Marquez).
Non sono mancati poi i momenti ludici, l’introduzione di una canzone dei Ricchi e Poveri, Sarà perché ti amo, che posta nel punto sbagliato avrebbe potuto banalizzare l’intera costruzione e distruggerla in pochi secondi, invece l’ha incredibilmente rafforzata sdrammatizzando e lasciando ai giovani interpreti il tempo perfetto per riprendere fiato e ricominciare con una verve ancora più intensa.
Queste e molte altre emozioni hanno letteralmente investito i genitori della VB, genitori che si aspettavano un semplice incontro di fine anno, un’esibizione, un grazie e un saluto, sono usciti invece col cuore pieno di soddisfazione, gli occhi un po’ lucidi e portando con sé non l’immagine di un percorso concluso, ma quella di un maestoso inizio.
Stefania Salvai
[Fonte delle immagini: definitelytheopera.files.wordpress.com (copertina), teatroregio.torino.it]
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