Sabato 18 e domenica 19 novembre 2017 presso il Centro Olistico Radhadesh di Torino si è svolto un seminario di Biodanza molto particolare e suggestivo. Due giornate intense di lavoro, condotte da Nicola Franceschiello, Direttore della Scuola di Creatività Rolando Toro e Condirettore della Scuola di Biodanza Sistema Rolando Toro Vicenza, con la collaborazione di Ornella Ragusa
Sabato 18 e domenica 19 novembre 2017 presso il Centro Olistico Radhadesh di Torino si è svolto un seminario di Biodanza molto particolare e suggestivo. Due giornate intense di lavoro, condotte da Nicola Franceschiello, Direttore della Scuola di Creatività Rolando Toro e Condirettore della Scuola di Biodanza Sistema Rolando Toro Vicenza, con la collaborazione di Ornella Ragusa e Erika Valentini che ha appassionato e coinvolto i partecipanti con una splendida lezione di pizzica. Nicola è insegnante Titolare Didatta di Biodanza. Incontra la Biodanza nel 1985 grazie agli Amici e Maestri, Raul Terren e Veronica Toro con i quali forma il primo impianto della Biodanza in Italia. Allievo diretto di Rolando Toro, ideatore del Sistema Biodanza completa la sua formazione in Brasile accanto a lui. Nel 1988 organizza con Raul Terren e Veronica Toro il primo viaggio in Europa di Rolando Toro, creando così le premesse di una forte espansione del Progetto Biodanza in Europa e ponendo le basi della lunga permanenza in Italia di Rolando stesso. Nel 1994 è direttore a Padova della Scuola di Formazione di Biodanza seconda in Italia in ordine cronologico alla Scuola Toro di Milano e forma decine d’insegnanti che con passione e competenza diffondono con la Biodanza l’ideale di una nuova sensibilità verso la vita. Nel 1996 è autore del libro “Biodanza” e nel 1997 è co-autore, assieme a Rolando Toro, del libro “L’Alfabeto della Vita”. La Biodanza, creata negli anni 60 dallo psicologo e antropologo cileno Rolando Toro, offre una via d’accesso e di espressione a sensazioni corporee ed emotive profonde, affina la capacità di lasciarsi andare alla musica e al movimento per riscoprire la pienezza dell’intensità e la poesia del momento presente. La pratica della Biodanza rafforza l’identità, aumenta la fiducia in se stessi, l’autostima e la capacità di riconoscere e ascoltare i propri bisogni aumentando i livelli di vitalità e di resistenza allo stress. Si tratta del primo seminario di Biodanza proposto dal Centro Olistico Radhadesh, cui faranno seguito altri appuntamenti nel 2018, con l’obiettivo di diffondere e far apprezzare questa suggestiva pratica non solo a operatori del settore, ma anche a chi vi si avvicina per la prima volta. Un gruppo consistente, di una ventina di partecipanti, era presente al seminario, felice di incontrare Nicola in questa città dopo anni di sua assenza. Un ritrovarsi per alcuni, un conoscersi per altri, per condividere momenti di forte empatia, grande ascolto, intenso coinvolgimento e magico estro creativo. Poche parole per guidare e indirizzare, il resto affidato alla musica e ai corpi danzanti. Una ricerca espressiva e comunicativa libera da schemi, senza imposizioni, ma semplicemente creativa, dove il gusto artistico accompagna la costruzione spontanea di forme e movimenti nello spazio a evocare emozioni, stati d’animo, a trasmettere messaggi, in un flusso ininterrotto di gesti. I contenuti, sapientemente veicolati attraverso un dinamismo divenuto forma, si aprono a un registro linguistico infinito di parole e significati pensati, immaginati ma mai pronunciati, solo sussurrati. Corpi scattanti o corpi fluenti, gesti rapidi o movimenti lenti accompagnano le danze senza interruzione, come avvolti in una spirale infinita. Tutto fluisce, scorre, si intreccia e si scioglie, ogni gesto si crea sul momento, attimo dopo attimo. Il gruppo ascolta, osserva, accoglie, partecipa ad ogni singola trasformazione. Un cerchio accoglie il danzatore che improvvisa solitario la sua danza; il cerchio riceve tutta questa energia e la contiene, la protegge, la custodisce per tutta la danza per restituirla al danzatore alla fine della sua esibizione condensata in un grande abbraccio collettivo. L’abbraccio come contenitore di emozioni, ma anche come emanazione al gruppo di tutta quella straordinaria energia autoprodotta. Nulla viene disperso, tutto viene raccolto, assaporato, condiviso con estrema generosità e disponibilità. Il gruppo, inizialmente disomogeneo, riesce a raggiungere in breve un grande affiatamento, una sorprendente scioltezza, una straordinaria compattezza, abbandonandosi in fiducia al “regista” che tiene i fili della rappresentazione. Tutto ciò porta alla creazione di coreografie e improvvisazioni di incredibile bellezza nella loro semplicità. Meravigliosi i duetti e le danze di gruppo, condotti sapientemente da Nicola che con poche incisive indicazioni riesce a orientare il gruppo e accompagnarlo ad assaporare un’esperienza che non è soltanto artistica, ma diventa un vero e proprio viaggio interiore.
Odette Alloati
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