La Stagione d’Opera 2016 del Teatro Fraschini si chiude con uno dei titoli verdiani più amati La traviata, melodramma in tre atti, su libretto di Francesco Maria Piave, tratto da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio,in scena giovedì 19 gennaio e in replica sabato 21 gennaio sempre alle 20:30, che segna l’esodio teatrale della regista cinematografica
La Stagione d’Opera 2016 del Teatro Fraschini si chiude con uno dei titoli verdiani più amati La traviata, melodramma in tre atti, su libretto di Francesco Maria Piave, tratto da La Dame aux camélias di Alexandre Dumas figlio,in scena giovedì 19 gennaio e in replica sabato 21 gennaio sempre alle 20:30, che segna l’esodio teatrale della regista cinematografica Alice Rohrwacher, mentre la direzione dell’Orchestra I POMERIGGI MUSICALI è affidata a Francesco Lanzillotta.
«La traviata ha fatto un fiascone (…). Eppure che vuoi? Non ne sono turbato. Ho torto io o hanno torto loro. Per me credo che l’ultima parola sulla Traviata non sia quella d’Ieri sera. La rivedranno e vedremo!».
Giuseppe Verdi non avrebbe potuto essere più profetico di così: nonostante il clamoroso insuccesso della prima al Teatro La Fenice di Venezia il 6 marzo 1853, La Traviata, terzo ed ultimo titolo della cosiddetta trilogia popolare verdiana, è divenuta una delle opere più amate e rappresentate del Cigno di Busseto. I motivi dell’originale insuccesso furono molteplici, a cominciare dalla protagonista della prima rappresentazione (Fanny Salvini-Donatelli) che lo stesso Verdi giudicava non adatta. Ma l’inadeguatezza vocale della prima Violetta non fu l’unica ragione di un tale clamoroso insuccesso. Il personaggio stesso della protagonista, ricalcato su quello di Marguerite Gautier del dramma di Alexandre Dumas figlio, non fu ben visto dal pubblico che non apprezzò la contemporaneità tra vicenda teatrale e periodo storico corrente, rendendo una donna dalla scarsa moralità (sostanzialmente una mantenuta) temporalmente così vicina. Tuttavia, come già Rigoletto e Trovatore, all’epoca sottoposti a censure e rimaneggiamenti per la presenza di tematiche e personaggi ritenuti poco edificanti, anche Traviata superò ben preso i pregiudizi di un pubblico eccessivamente “ben pensante” e l’intera trilogia si attestò come una delle pietre miliari nella storia del melodramma.
Quello che vedremo a Pavia è un nuovo allestimento, coprodotto dai Teatri di OperaLombardia, dalla Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e dal Teatro Comunale Luciano Pavarotti di Modena, e nel cast spicca, nella seconda recita, nel ruolo di Violetta Valéry, Mihaela Marcu, soprano virtuoso di fama internazionale, che si alterna col giovane talentuoso soprano Claudia Pavone.
Affiancano le due prime donne, Antonio Gandia (Alfredo Germont), Marcello Rosiello(Giorgio Germont), Daniela Innamorati (Flora Bervoix), Alessandra Contaldo (Annina), Giuseppe Distefano(Gastone), Davide Fersini (Il Barone Douphol), Matteo Mollica (Il marchese D’Obigny) e Shi Zong (Il Dottor Grenvil).
Le scene sono firmate da Federica Paolini, i costumi sono curati da Vera Pierantoni Giua mentre i movimenti coreografici sono di Valentina Marini. Il light designer dell’allestimeno è Roberto Tarasco. Tutti i costumi indossati da Violetta e un costume indossato da Flora sono stati creati in esclusiva da MIU MIU.
Sostiene i solisti il Coro OPERALOMBARDIA istruito dal Maestro Diego Maccagnola.
Redazione di ArtInMovimento
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