Una sera stavo sperimentando con i miei colleghi un nuovo tipo di medicina contro l’influenza, usando come sempre i topi da laboratorio per sperimentazioni. Finiti tutti i test la medicina non sembrava avere effetti collaterali, ma decidemmo di aspettare comunque una notte per provare che tutto fosse regolare. Purtroppo il mattino seguente non ricevemmo una
Una sera stavo sperimentando con i miei colleghi un nuovo tipo di medicina contro l’influenza, usando come sempre i topi da laboratorio per sperimentazioni.
Finiti tutti i test la medicina non sembrava avere effetti collaterali, ma decidemmo di aspettare comunque una notte per provare che tutto fosse regolare. Purtroppo il mattino seguente non ricevemmo una bella sorpresa: il laboratorio era totalmente sottosopra e sedie e tavoli completamente rosicchiati. La gabbietta dei topi a cui avevamo iniettato la medicina era aperta e dentro c’erano tracce di peli verdastri.
Analizzammo quei peli e scoprimmo che la medicina che la sera prima era sembrata innocua conteneva tracce di materiale tossico, che aveva modificato quella notte il DNA
di quelle piccole cavie da laboratorio, rendendole rabbiose e aggressive.
Cominciammo subito a seguire le tracce di bava lasciate da quei ratti, che ci portarono in un negozio di formaggi completamente distrutto: Qu-qualche ora fa sono arrivata in negoz-zio e ho t-trovato tre ratti verdi e spaventosi a r-rosicchiare il m-mio formaggio! Chiamai i disinfestatori, ma erano alle prese con un ratto che correva nella piazza centrale e spaventava i passanti, ci spiegò balbettando la titolare del negozio. Quindi ci dirigemmo verso la piazza centrale, dove, su una statua, si stava arrampicando uno dei nostri “amici” ratti. Louis tentò di catturalo, ma il topo gli saltò addosso e lo morse. Dovemmo chiamare i soccorsi perché non si reggeva in piedi: Ragazzi… ma ci sono due Max… e due Robbie… e due Lence… vi siete tutti sdoppiati…, sussurrava Louis. Non potevamo portarcelo dietro, quindi lo portammo all’ospedale e cercammo di estrargli il veleno del morso. Quando Max tolse tutto il materiale tossico dal braccio di Louis, lo lasciammo all’ospedale per farlo riposare e continuammo a seguire i ratti tossici. Ci condussero nelle fognature: li seguivamo in assoluto silenzio, ma, ad un certo punto, Robbie starnutì e scappando, uno dei ratti, cadde per sbaglio in una pozza d’acqua e cominciò a sciogliersi. Ecco, finalmente avevamo trovato il punto debole di quei rattacci: L’acqua! – esclamai io – Li batteremo con le pistole ad acqua!
Corremmo in laboratorio e riempimmo quattro pistole ad acqua: Allora – spiegò Lence – queste sono cannoni spara-acqua deluxe che conservo da quest’estate in caso di vacanza improvvisa, quindi trattateli bene!
Tornammo nelle fognature e ricominciammo a cercare i topi.
Robbie ne vide uno, sparò un colpo e il ratto si sciolse fino a sparire: Fuori uno, ne mancano altri due, dissi io. Qualche tubatura più avanti trovammo gli ultimi due e, senza neanche accorgercene, erano già spariti: Ehm… scusate, ragazzi. Forse volevate sparare anche voi, ma è stato più forte di me… sono un mago con i cannoni ad acqua, disse ridendo Robbie.
Andammo all’ospedale per vedere come stava Louis e si era ripreso completamente.
Dopo tornammo in laboratorio e chiamammo gli scienziati che ci avevano mandato la medicina: Questa medicina contiene tracce di materiale tossico e non dovrà essere usata per nessun motivo – comunicai io.
Va bene, prenderemo provvedimenti e non la utilizzeremo.
Da oggi faremo mooolta più attenzione con le medicine, conclusi io.
Certo! – continuò Louis – non voglio essere morso da un altro topaccio!
E tutti scoppiarono a ridere.
Anna Saddey
[Fonte delle immagini: insalutenews.it, resources2.news.com.au, educolor.it, .tudodesenhos.com]
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