Gianvito Martino, medico, neurologo, dirige la Divisione di Neuroscienze dell’ Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Nel 1999 ha fondato la European School of Neuroimmunology (ESNI), di cui è tuttora il coordinatore scientifico. È membro di numerose società scientifiche sia nazionali che internazionali, e ha ricevuto svariati riconoscimenti per la sua attività, tra cui
Gianvito Martino, medico, neurologo, dirige la Divisione di Neuroscienze dell’ Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. Nel 1999 ha fondato la European School of Neuroimmunology (ESNI), di cui è tuttora il coordinatore scientifico. È membro di numerose società scientifiche sia nazionali che internazionali, e ha ricevuto svariati riconoscimenti per la sua attività, tra cui anche il Premio Rita Levi-Montalcini. è inoltre tra i fondatori di Bergamoscienza. Estremamente importanti sono le sue ricerche sulle cellule staminali del cervello.
Martino ha pubblicato di recente un libro dal titolo “In crisi d’identità, contro natura o contro la natura?”, edito da Mondadori. La biologia, ci spiega Martino, ha messo in evidenza una realtà tanto importante quanto destabilizzante per una buona parte del genere umano. L’identità, nel concetto che di essa ne ha elaborato il pensiero scientifico e filosofico tradizionale, sostanzialmente non esiste. Per gli organismi viventi in natura, da quelli unicellulari fino ai piccoli roditori, passando per varie specie di insetti e anche di piante, il genere sessuale è un aspetto che muta o può mutare a seconda delle circostanze. Perché? Perché, fondamentalmente, l’armonia tra individuo e ambiente circostante è ciò cui la natura stessa tende con maggiore forza. Armonia senza la quale, è poi la sopravvivenza a risultare in pericolo. Questa oscillazione identitaria è lo stato normale della natura, laddove si realizza costantemente un lavorio finalizzato all’armonia e alla simbiosi tra individuo e ambiente. In un certo senso è proprio la mancanza di una identità (unica, precisa e immutabile) a rendere possibile la vita stessa. La normalità in natura sono identità non date una volta per tutte, mutevoli, multiple anche. Partendo da questo punto di vista, è chiaro che tutti pregiudizi ideologici fondati su questioni di genere, orientamento e identità sessuale, etnia o razza, risultano sgonfiati di ogni significato. Se ne facciano una ragione, quindi, coloro i quali ancora sono convinti di poter usare la natura come scusa alle loro fobie per il diverso. Catalogare alcuni comportamenti e orientamenti sessuali – e per estensione tutte le persone da essi coinvolte come “contro natura” – vuol dire andare a tutti gli effetti “contro la natura” e i suoi principi.
Chiara Trompetto
[Fonte immagini: intersezionalitacontrolediscriminazioni.wordpress.com, labscienze.org, .dip38.psi.uniroma1.it ]
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