Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi su quale fosse la squadra più forte d’Italia, dopo ieri non li avrà sicuramente più: una volta tornata ai suoi livelli, la Juventus sta dimostrando di essere nettamente superiore alle altre. Il match contro l’Inter di ieri ha mostrato a tutti quanta differenza ci sia a tra i
Se qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi su quale fosse la squadra più forte d’Italia, dopo ieri non li avrà sicuramente più: una volta tornata ai suoi livelli, la Juventus sta dimostrando di essere nettamente superiore alle altre.
Il match contro l’Inter di ieri ha mostrato a tutti quanta differenza ci sia a tra i Bianconeri e i Nerazzurri, non solo probabilmente a livello economico, ma soprattutto dal punto di vist tecnico e tattico.
Un 3-0 che non ammette assolutamente repliche, la squadra di Allegri ha permesso solo un tiro a quella di Mancini in 90′, chiudendo con altrettanti minuti di anticipo il discorso qualificazione alla finale e mettendo in cassaforte con certezza quasi matematica anche l’undicesima Coppa Italia (seconda consecutiva).
La partita poteva finire addirittura con uno score più ampio (manca un rigore alla Vecchia Signora), il match si apre al 36′ quando Murillo stende in area Cuadrado, l’arbitro non ha dubbi e concede il rigore che Morata trasforma spiazzando Handanovic, tornando al gol dopo diverse settimane.
La Juventus controlla la partita senza mai farsi trovare scoperta e creando pericoli costanti alla retroguardia di Mancini, le poche sortite dei Nerazzurri vengono sistematicamente bloccate poco oltre la metà campo, facendo risultare Neto spettatore non pagante della contesa.
Al quarto d’ora della ripresa il dominio dei Campioni d’Italia si concretizza, Mandzukic recupera un pallone importante sulla propria trequarti, lo sviluppo dell’azione porta a una carambola su un cross rasoterra di Evra, Morata segue perfettamente l’azione, raccoglie il rimpallo e, spalle alla porta, batte di destro sul secondo palo Handanovic.
Al 70′ Murillo si fa espellere per doppia ammonizione, lasciando i suoi non solo sotto di due goal, ma anche di un uomo, la partita si blocca un po’ e i tecnici decidono di effettuare i cambi, Mancini almeno prova a far reagire i suoi.
Tra la stanchezza e l’uomo in meno l’Inter fa sempre più fatica, la Juve cerca il colpo del ko e lo trova all’84’: Asamoah si porta a spasso Kondogbia e serve uno splendido pallone a Dybala ai venti metri, l’Argentino calcia di piattone sinistro di prima intenzione e il pallone si infila sotto l’incrocio sul palo opposto dove il portiere non può arrivare.
Il match finisce così e, salvo miracolosi stravolgimenti nel ritorno di maggio, la Juve ha ipotecato il passaggio alla finale, rivelando una squadra unita, forte e tanto sicura di sé da far impallidire qualsiasi avversario. Se queste sono le premesse, vedremo una seconda parte di stagione fotocopia delle quattro precedenti.
Gabriele La Spina
[Fonti delle immagini: blastingnews.com, juventus.com]
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