E la quarta edizione di O.I.F.F. TURIN CINEFEST volge al termine dopo ben dodici giorni di concorso. Da pochissimo i giurati – gli attori romani Tommaso Setaro e Valeria Palma, il compositore siciliano Simone Cilio, il giornalista torinese e Presidente dell’Associazione Culturale ArtInMovimento, promotrice del Festival, Annunziato Gentiluomo, Jessica Adinolfi e il regista torinese Mauro
E la quarta edizione di O.I.F.F. TURIN CINEFEST volge al termine dopo ben dodici giorni di concorso.
Da pochissimo i giurati – gli attori romani Tommaso Setaro e Valeria Palma, il compositore siciliano Simone Cilio, il giornalista torinese e Presidente dell’Associazione Culturale ArtInMovimento, promotrice del Festival, Annunziato Gentiluomo, Jessica Adinolfi e il regista torinese Mauro Russo Rouge, ideatore e direttore artistico dell’evento – hanno decretato i vincitori del festival tra gli ottanta selezionati.
Hanno attribuito il premio del miglior lungometraggio da 300$ al film olandese J.Kessels a.k.a. Road Duster diretto da Erik de Bruyn e quello del miglior cortometraggio da 200$ al film tedesco He and She di Marco Gadge. Quest’ultimo è risultato anche il miglior regista della quarta edizione di OIFF TURIN CINEFEST.
Dimitar Nikolov è il miglior attore per la sua interpretazione nel film bulgaro Hristo diretto da Grigor Lefterov e Todor Matsanov, mentre Julia Kassar è la migliore attrice per il suo ruolo nel libanese Congratulations diretto da Cynthia Sawma.
Petteri Sainio si aggiudica il premio della miglior colonna sonora dell’edizione invernale 2017 per Citipati (film tedesco diretto da Andreas Feix), attribuito da Simone Cilio.
Questa volta la rivista ArtInMovimento Magazine, media-partner dell’evento, ha conferito ben due menzioni.
La prima al cortometraggio spagnolo Manifacturers of Dreams diretto da Juraj Horniak perché testimonia come la cultura e il sociale rappresentino le vere leve del cambiamento, quel cambiamento che il Sud Italia, come il Sud del Mondo in genere, anela. Il documentario, dando forza al positivo e al bello, fotografa una realtà meridionale a cui non siamo avvezzi e riesce a trasmettere l’energia contagiosa della rivoluzione culturale che potrebbe rappresentare la rinascita della Campania, della Puglia, della Basilicata, della Calabria e della Sicilia.
La seconda al lungometraggio americano We are in it di Yehuda Sharim per il coraggioso procedere del regista che non incanta o distrae con immagini particolari ed effetti speciali, ma che punta sul potere del racconto. Le inquadrature dei volti degli intervistati e le loro espressioni danno risalto alle parole, parole che descrivono un disagio, un dolore, ma anche un sogno: la speranza di una vita migliore. Una musicalità speciale, sprigionata dalla voce di ognuno, dai gesti e dagli occhi, carichi di autenticità…
Un’edizione ricca in qualità e in quantità. Siamo soddisfatti del risultato e siamo già al lavoro per la kermesse che terremo al Cinema Classico di Torino a fine aprile, afferma il direttore artistico Mauro Russo Rouge.
Noi abbiamo seguito da vicino lo sviluppo dell’evento e possiamo solo confermare la purezza di questo Festival e la sua importante mission sociale. I film-makers indipendenti gli stanno dando fiducia a ragion veduta. A questo punto non ci resta che rimandare all’evento live e poi alla Summer edition 2017.
Chiara Trompetto
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