Veneto che guarda a Oriente. Pianura Padana che incontra il Tibet. Italia che strizza l’occhio all’Asia. È questo, in sintesi, il menù interculturale che la città di Padova offrirà nel mese di dicembre (dal 5 all’8 e dal 12 al 14). Un’offerta, un dono, forse un regalo per i più appassionati, sulla cui scatola si legge
Veneto che guarda a Oriente. Pianura Padana che incontra il Tibet. Italia che strizza l’occhio all’Asia.
È questo, in sintesi, il menù interculturale che la città di Padova offrirà nel mese di dicembre (dal 5 all’8 e dal 12 al 14). Un’offerta, un dono, forse un regalo per i più appassionati, sulla cui scatola si legge a chiare stampe Festival dell’Oriente: nona edizione.
Dopo le fortunatissime edizioni di Milano, Roma e di Carrara, sua sede d’origine, il Festival sbarca per la prima volta in territorio padovano, più precisamente a PadovaFiere. Ecco allora che il complesso fieristico, uno tra i più grandi in Italia, si prepara a due fine settimana di fuoco, destinato com’è ad accogliere un bacino di pubblico che dalle 60.000 unità delle prime edizioni si avvia a diventare il doppio, se non ancora il triplo.
E se le difficoltà organizzative affrontate nel 2013 avevano fatto pensare a un 2014 senza Festival, l’edizione padovana mostra come la magia dell’Oriente, il fascino esercitato sui fruitori italiani, nondimeno il loro desiderio di esotismo, lungi dall’indietreggiare davanti allo spettro della crisi economica, continuano a crescere, a dismisura. Di qui la straordinaria varietà di un programma che in decine di palchi e aree tematiche, una o più per ogni paese ( India, Cina, Giappone, Thailandia, Indonesia e non solo), persegue la riscoperta, o meglio – per i più – la scoperta dell’antico e del moderno Oriente. Eppure la varietà non pregiudica la qualità, anzi.
Dalle atmosfere ovattate, oniriche dei bazar orientali, che nelle ultime edizioni hanno ospitato più di 500 espositori di prodotti tipici provenienti da ogni regione del mondo orientale, a quelle altrettanto magiche e folkloristiche delle cerimonie e delle tradizioni d’Oriente. Dalla vestizione del Kimono e dal circo Cinese alla cerimonia del the, ai massaggiatori tradizionali Tailandesi. E poi dagli Origami all’Ikebana, dalla cerimonia del Mandala alla pittura su stoffa, dal cerimoniale dei guerrieri indiani al matrimonio indiano, per arrivare alla cura dei Bonsai. Più di 400 spettacoli, dimostrazioni, seminari, degustazioni (non mancheranno infatti piatti delle cucine tailandese, indiana, cino-giapponese, marocchina, tibetana, e di molte altre) che non mancheranno di estinguere la sete d’Oriente degli italiani, di permetterci di invitare altre culture e ospitarle a casa nostra, o meglio far diventare questa anche un po’ loro, aldilà della consueta, semplice, anonima coabitazione.
Un evento unico, affascinante, magico, ma non per questo meno importante. Delicato, esotico come il viaggio di Marco Polo. Tracotante, ma necessario come quello di Ulisse.
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: festivaldelloriente.net, viaggioinoriente.it, milanomilano.eu]
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