Ira, il nuovo film di Mauro Russo Rouge, ideatore del Torino Underground Cinefest, è un viaggio in una Torino notturna dai toni spettrali e avvilenti, in cui scorre una vita difficile, fatta di disagio e mortificazione fisica e psicologica. È la storia di due anime tormentate che si incontrano e nell’Amore, da principio solo fisico
Ira, il nuovo film di Mauro Russo Rouge, ideatore del Torino Underground Cinefest, è un viaggio in una Torino notturna dai toni spettrali e avvilenti, in cui scorre una vita difficile, fatta di disagio e mortificazione fisica e psicologica.
È la storia di due anime tormentate che si incontrano e nell’Amore, da principio solo fisico poi anche emotivo, restituiscono ad una vita dalle tonalità spente e intrisa da una solitudine talmente profonda da disorientare una luce apparentemente più vivida.
Con questo film Mauro Russo Rouge dimostra di essere un regista molto audace che ci vuole raccontare, in un modo anche diverso dal solito, di una parte di mondo presente vivo e pulsante che spesso ci ostinano a ignorare fingendo ipocritamente che tutto sia perfetto.
Ira mette in luce come ognuno di noi scelga il proprio destino non sempre in piena libertà, ma anche in base a feedback che scaturiscono tra noi e il contesto sociale in cui viviamo, così, quando il tessuto sociale si dimostra debole dinnanzi al disagio, inducendo ad una vita ai margini della vita, il lato oscuro – latente in ogni essere umano e non prerogativa di pochi come spesso si pensa – diventa schiacciante, predominante, l’ira diventa una delle emozioni cui saremo disposti a concedere più spazio, la voce cui daremo ascolto e forse l’unico modo per sopravvivere ad un disagio alimentato a più riprese da incessanti soprusi e una malefica tracotanza che ha come unico scopo quello di vilipendere la dignità umana e annientare con un’inspiegabile veemenza il rispetto per sé stessi e per gli altri fino a sprofondare in una terrificante oscurità.
Mauro Russo Rouge ha dato forma a un film che scomoda lo spettatore costringendolo a uscire dai suoi schemi sempre ordinati e perfetti per avventurarsi in una riflessione più ad ampio respiro che ci induce a considerare il fatto che ciò che noi vediamo non è davvero tutto quello che c’è al di fuori di noi e delle nostre confortevoli vite: c’è altro, molto altro, altre situazioni altre esistenze caotiche ed emotivamente estenuanti che noi preferiamo spesso e ipocritamente non considerare per non correre il rischio di intaccare il patinato sogno di vita che ci siamo prefissati.
Affrontare argomenti simili con una tecnica di inquadrature molto particolari comporta molti rischi e il regista sembra essere disposto a assumerli tutti senza reticenze pur di posare lo sguardo là dove altri lo distolgono, e quando un film spinge gli spettatori a delle riflessioni li istiga a pensare, a porsi delle domande, non facendolo sentire più a suo agio nei suoi panni, inducendolo a rivedere i propri punti di vista, a migliorare la propria coscienza critica, ha già raggiunto un importante traguardo.
Guardando Ira al cinema non ci sentiremo comodi sulle nostre poltrone tanto meno rilassati nemmeno per un attimo, ma di certo avremo tanti spunti su cui riflettere e domande da porre a noi stessi.
Quindi un valido e interessante prodotto cinematografico, con un’eccellente fotografia, un montaggio curatissimo, un sapore d’oltralpe e una colonna sonora assolutamente azzeccata.
Da non perdere! Si può vedere in diverse città italiane dal 4 novembre…
Monica Merante
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