“Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto un poco più da presso, un più preciso patto, una connessione che sigillar si vuole, un apostrofo roseo messo tra le parole t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante, una comunione che ha gusto
“Ma poi che cosa è un bacio? Un giuramento fatto
un poco più da presso, un più preciso patto,
una connessione che sigillar si vuole,
un apostrofo roseo messo tra le parole
t’amo; un segreto detto sulla bocca, un istante
d’infinito che ha il fruscio di un’ape tra le piante,
una comunione che ha gusto di fiore,
un mezzo di potersi respirare un po’ il cuore,
e assaporarsi l’anima a fior di labbra!”
Mi lascio trascinare dal romanticismo di quest’opera teatrale di Edmond Rostand ma non posso fare a meno di soffermarmi all’originalità di questo personaggio, non di bell’aspetto, coraggioso spadaccino, romantico, leale, guerriero e un po’ scontroso e…dal lungo naso.
Cyrano de Bergerac, un’opera teatrale che dal 21 ottobre 2014 al 16 novembre 2014 è rappresentata al Teatro Gobetti di Torino, in via Gioacchino Rossini n.8. Ancora cinque le repliche con orari diversi: oggi, 12 novembre – ore 20.45; domani 13 novembre – ore 19.30; il 14 novembre – ore 20.45; 15 novembre – ore 20.45 16 novembre – ore 15.30. Possiamo sintetizzare Cyrano definendola una commedia che celebra la purezza e il valore della resistenza civile.
L’opera trova spazio nell’interessante cartellone del Teatro Stabile di Torino.
Una tra le più interessanti rappresentazioni dell’anno, Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand è stata adattata e tradotta da Jurij Ferrini, attore e regista teatrale di origine piemontese.
Tra gli attori ricordiamo lo stesso Jurij Ferrini, Ilenia Maccarrone, Raffaele Musella, Fabrizio Careddu, Lorenzo Bartoli, Daniele Marmi, Andrea Fazzari, Francesca Turrini, Michele Schiano di Cola, Angelo Tronca, Luca Cicolella.
I costumi e le scene sono state curate da Gaia Moltedo, le luci da Francesco dell’Elba.
Attraverso Cyrano, – scrive Jurij Ferrini – Edmond Rostand si rivolgeva, secondo il ricordo del figlio Maurice “ad una generazione senza più alcuna fede. I giovani che ascoltavano i colpi inferti all’animo di Cyrano, e che si consolavano con il suo pennacchio, erano già i condannati del 1914”. Rostand diede loro la forza di morire senza disperarsi. Non potendo impedire che morissero da martiri, gli diede il coraggio di essere eroi; ed è per questo che Cyrano de Bergerac è qualcosa di più di una commedia eroica in cinque atti: essa è un vero e proprio inno romantico al valore.
Nella sua carriera di attore e regista Jurij Ferrini ha saputo destreggiarsi tra autori classici e moderni, spogliando puntualmente degli orpelli ogni messinscena, per restituire i testi nelle loro scarna e pungente nudità. La sua cifra stilistica gioca su una recitazione cinematografica, agile ma incisiva, mentre sotto la sua attenta direzione, gli interpreti si muovono all’interno di spazi popolati da pochi elementi scenografici insieme funzionali e simbolici. Siamo sicuri che il suo Cyrano convincerà…
E per lasciare un po’ di curiosità a te, lettore di oggi, non mi resta che ricordare chi è Cyrano, con le stesse parole pronunciate da lui stesso:
Astronomo, filosofo eccellente.
Musico, spadaccino, rimatore,
Del ciel viaggiatore,
Gran mastro di tic-tac,
Amante — non per sè — molto eloquente
Qui riposa Cirano
Ercole Saviniano
Signor di Bergerac,
Che in vita sua fu tutto e non fu niente!.
Adelasia C. Lo Sardo
[Fonti delle immagini: wikimedia.org, Andrea Macchia ph (teatrostabiletorino.it)]
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