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Inclusione scolastica, l’esperienza di Save the Children

Inclusione scolastica, l’esperienza di Save the Children

In occasione della Giornata Mondiale delle persone con Disabilità, lo scorso 3 dicembre, l’organizzazione Save the Children ha rinnovato il suo impegno e reso pubblico un documento che raccoglie l’esperienza internazionale nell’ educazione. Il titolo di questo documento di posizionamento è “Save the Children stands for Inclusive Education”. Tale documento fornisce una interessante panoramica sull’accessibilità

banner_integrazione_scolasticaIn occasione della Giornata Mondiale delle persone con Disabilità, lo scorso 3 dicembre, l’organizzazione Save the Children ha rinnovato il suo impegno e reso pubblico un documento che raccoglie l’esperienza internazionale nell’ educazione. Il titolo di questo documento di posizionamento è “Save the Children stands for Inclusive Education”.
Tale documento fornisce una interessante panoramica sull’accessibilità dell’educazione in vari Paesi. Si può t07IM11 StCapprendere così che in Italia vi è la più alta inclusione di bambini disabili nelle scuole, anche rispetto al resto d’Europa dove si tende comunque a preferire le scuole speciali. Gli alunni con disabilità nel sistema scolastico italiano sono complessivamente 222.917, l’equivalente del 2,5% dell’intera popolazione scolastica. Sono invece 24.139 i bambini disabili stranieri che accedono alla scuola in Italia. Fare educazione inclusiva vuol dire non soltanto assicurare ai bambini il diritto all’istruzione, ma anche accogliere e valorizzare le differenze, dando loro la possibilità di crescere insieme nella ricchezza delle reciproche diversità. Questo è il modello cui si ispira un’organizzazione come Save the Children e come essa molte altre svolgono la loro attività nell’ambito dell’educazione. In molti Paesi poter accedere all’istruzione significa anche potersi affrancare da una situazione sociale ed economica svantaggiata, concretizzando veramente la possibilità di un futuro migliore.
Albania-StCSave the Children opera dal 1996 in Bosnia Erzegovina, Albania e Kosovo. L’area dei Balcani vede la convivenza, non sempre facile ma comunque di lungo corso, di gruppi etnici, religiosi e linguistici differenti. È difficile fare educazione inclusiva in questo contesto, anche perché è ancora forte lo stigma sociale nei confronti delle persone disabili.
In Albania i bambini disabili che hanno accesso all’istruzione obbligatoria rappresentano lo 0,6% del totale ed è molto difficile l’integrazione dei Rom, tra i quali il 62% con età tra i 7 e i 20 anni non è mai andato a scuola (secondo fonti ufficiali).
In Bosnia Erzegovina i minori disabili che vanno a scuola sono 1.015 su una popolazione totale di 301.706 e tutti studiano in scuole speciali. Anche qui sono molto forti le difficoltà della comunità Rom. -superando
In Kosovo solo il 10% dei bambini disabili ha accesso all’istruzione. La maggior parte di essi frequenta una delle 7 scuole e 77 classi speciali presenti nel Paese, riservate unicamente a studenti con Bisogni Educativi Speciali. Save the Children lavora sia per migliorare la formazione degli insegnanti sia per introdurre nuove figura di supporto nei sistemi scolastici di questi Paesi.
In Kosovo tra il 2011 e il 2014 sono stati selezionati e formati 18 nuovi assistenti di classe che hanno il compito di facilitare l’inserimento dei bambini disabili e ne seguono il percorso.
In Bosnia Erzegovina sono stati creati ben 56 team di sviluppo scolastico (per altrettante scuole) che hanno redatto ognuno un progetto di miglioramento grazie ai quali tutti gli istituti coinvolti hanno ricevuto finanziamenti per la realizzazione.
In Albania sono decisamente migliorate le condizioni relativamente all’inserimento di bambini appartenenti alle minoranze Rom, Ashkali e Egyptian in 5 scuole pubbliche di Tirana. Grazie al supporto ricevuto l’88% di essi ha completato con successo il ciclo scolastico.
L’esperienza di Save the Children nella regione balcanica è oggetto del rapporto “Imparare insieme – Approcci programmatici, metodologie e buone pratiche per l’educazione inclusiva nei Balcani” il quale mette in luce tutte le best practices emerse nel corso degli anni per trarne suggerimenti e spunti per la realizzazione di interventi futuri.
Chiara Trompetto
[Fonti delle immagini: savethechildren.it, hubmiur.pubblica.istruzione.it, superando.it, officinadidattica.iismedi.gov.it]

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