Infanzie intere passate a raccogliere i vetrini sulla battigia, souvenir d’antan di bambini spensierati. In mezzo qualche, rara, conchiglia a riempire barattoli che sapevano di mare, vacanza, ricordi. Ora questo gesto è un po’ meno spensierato, soprattutto se vivi in Cornovaglia e il bagnasciuga lo devi dividere con adulti che cercano un piccolo inaspettato tesoro.
Infanzie intere passate a raccogliere i vetrini sulla battigia, souvenir d’antan di bambini spensierati. In mezzo qualche, rara, conchiglia a riempire barattoli che sapevano di mare, vacanza, ricordi.
Ora questo gesto è un po’ meno spensierato, soprattutto se vivi in Cornovaglia e il bagnasciuga lo devi dividere con adulti che cercano un piccolo inaspettato tesoro. Succede infatti che sulle spiagge inglesi abbiano fatto la loro comparsa margheritine gialle e rosse, piccole pinne rosse e blu, scope da strega in miniatura e, per finire, un raro polpo nero e un drago, nero pure lui. Tutti rigorosamente di marca Lego.
La storia prende forma in questi giorni d’estate, ma è vecchia di qualche anno, da quando la signora Tracey Williams scoprì che i piccoli, colorati tesori che raccoglieva fra i flutti, altro non erano se non il contenuto di 62 container persi in mare dalla nave cargo Tokyo Express durante la spaventosa tempesta incontrata mentre era diretta a New York nel febbraio del 1997. Si parla di cinque milioni di pezzettini (4.756.940 per l’esattezza, di cui 3.178.807 sufficientemente leggeri per galleggiare), i più rari dei quali sarebbero quattro polpi neri e altrettanti draghetti verdi, non a caso definiti “il Santo Gral dei collezionisti” dalla stessa Williams che ha anche aperto una pagina su Facebook “Lego Lost At Sea” per condividere con altri appassionati i ritrovamenti dei Lego perduti.
La pagina è viva e divertente, soprattutto perché ci si passa la parola a seconda del pezzo scovato e del luogo del ritrovamento: la Gran Bretagna la fa da padrona, ma che emozione trovare tracce del naufragio anche a Melbourne.
Il mare è saggio, restituisce tutto ciò che gli diamo, nel bene e nel male, ogni tanto è tenero e ci consente ancora di giocare.
Elena Miglietti
[Fonte Foto: corriere.it, nextme.it, news.you-ng.it]
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