Oggi i riflettori di ArtInMovimento sono puntati su Gianluca Servino, un giovane filmaker napoletano che ha iniziato a girare i suoi primi cortometraggi all’età di 15 anni con i primi videofonini da ben 0,3 mpx. Dopo tanta gavetta accede finalmente all’attrezzatura adeguata per crescere nel settore e si inserisce immediatamente nel mondo della Moda e
Oggi i riflettori di ArtInMovimento sono puntati su Gianluca Servino, un giovane filmaker napoletano che ha iniziato a girare i suoi primi cortometraggi all’età di 15 anni con i primi videofonini da ben 0,3 mpx.
Dopo tanta gavetta accede finalmente all’attrezzatura adeguata per crescere nel settore e si inserisce immediatamente nel mondo della Moda e degli Spot firmando varie collaborazioni da singolo o per terzi (agenzie e studi fotografici).
Si dedica molto anche al Cerimoniale, in particolar modo al Wedding, anche se la passione per la pura Cinematografia rimane sempre al primo posto. Insignito con dei significativi riconoscimenti, oggi nell’ambiente si è creato un nome, distinguendosi per precisione e originalità.
Cercando sulla rete, abbiamo trovato qualche sua interessante riflessione che riportiamo perché, a nostro avviso, in modo autentico esprime il suo pensiero sul suo lavoro: La fotografia è un’arte unica, mai banale. Puoi studiarla quanto vuoi, ma se non hai fantasia diventa uno studio fine a se stesso. La fotografia non la scatta la macchina, ma colui che clicca sul pulsante di scatto, la persona dietro la macchina. Su di lui dice: Amo ricercare l’angolo insolito, cogliere l’attimo, catturare ciò che ci regala la natura, al posto giusto, al momento giusto.
L’abbiamo conosciuto qualche giorno fa alle Isole Tremiti e rimanendo affascinati dal suo modo di lavorare e osservare la realtà, siamo riusciti a intervistarlo.
Ecco cosa ci racconta.
Quando è iniziata la sua passione per il video? In che modo si è trasformata in un lavoro?
Il mondo della videografia mi ha sempre affascinato. Inoltre sono stato fin da subito socializzato a tale pratica giacché anche mio padre aveva la mia stessa passione. Ricordo che da piccolo, non appena riuscivo ad entrare in possesso della telecamera di mio padre, riprendevo tutto ciò che accadeva attorno a me. Avevo 7-8 anni e già creavo film d’avventura insieme a mio fratello. Gli attori erano i nostri giocattoli! In piena adolescenza, affiancato da un gruppo di amici, con tante idee e mezzi non di certo all’avanguardia, iniziai a girare i primi cortometraggi per puro divertimento. Muovevo i primi passi nel cinema, arte che ho sempre amato tantissimo. Venivo colpito dai film di David Lynch, di Fritz Lang e di George Melies. Sono stati tali classici che mi hanno fatto definitivamente innamorare di questo fantastico mondo in cui volevo assolutamente entrare. E così col passare degli anni la forte passione è riuscita a diventare in modo molto naturale lavoro.
In Italia come un giovane può formarsi per diventare videomaker? È molto importante affiancare un esperto e quindi crescere sul campo?
Personalmente reputo importantissimo affiancare esperti del settore e fare tanta gavetta. Sul campo impari tutto: il fondamentale uso delle luci, il funzionamento della macchina, le inquadrature, i movimenti della camera, ecc..
In Italia esistono scuole importanti che ti formano in modo perfetto e fra queste cito i DAMS e il Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. Sono dell’idea, però, che se sei bravo, davvero bravo, puoi crescere nel campo del videomaking e della fotografia anche se vieni dalla strada e questa è una meravigliosa opportunità, molto democratica aggiungerei. Grazie ad Internet finalmente possono esprimersi tutti in quella che reputo la forma d’arte più bella di tutte!
È vero che tutti possono esprimersi in canali come YouTube, ma non si può certo dire che tutti lo facciano con professionalità…
Sicuramente non tutti lo fanno con professionalità, anzi la maggior parte lo fa per divertimento, ma c’è una buona fetta di utenti che usano Vimeo e YouTube per far conoscere il proprio talento con la macchina. Se non sei bravo ciò non ti porta a niente, al contrario, se lo sei acquisti visibilità. Sul web si va avanti con meritocrazia.
Sappiamo che è stato insignito di diversi riconoscimenti. Ce ne può parlare?
Ho partecipato per la prima volta ad un concorso di cortometraggi solo nel 2014 e tanto per provare. Vinsi il premio del pubblico all’On Air Festival di Sorrento con un cortometraggio astratto dal titolo Hello Sweet World. Il film trasmise al pubblico esattamente ciò che volevo. Successivamente collaborai dapprima in qualità di direttore della fotografia ed editor video per il cortometraggio vincitore del Premio Creatività indetto dal Ministero dei Beni Culturali, poi con l’I.C. Castaldi-Rodari di Boscoreale con il quale vincemmo il concorso “Dal sogno al progetto“. Ma il cortometraggio al quale sono più legato è quello sul tema delle Spose Bambine che son felice sia stato proiettato in diverse scuole e associazioni della penisola.
Vedendola lavorare, ci è sembrato che per lei riprendere fosse proprio una forma di arte. Se è vero, può dirci in che modo si senti un artista?
Reputo il mio un lavoro molto raramente, il resto è divertimento. La cosiddetta settima arte, se eseguita con vera passione, regala soddisfazioni ed emozioni uniche. L’artista è chi riesce a dar vita ai suoi pensieri nel modo in cui più si sente di farlo. C’è chi dipinge, chi scrive, chi canta… la mia è poesia in movimento.
Attualmente a livello italiano esistono interessanti Festival per videomaker? Può dirci qualcosa in merito?
Esistono una marea di festival in Italia ai quali è possibile presentare la propria candidatura liberamente. Ve ne sono talmente tanti che mi è difficile elencarli tutti. Ne segnalo solo tre: il Giffoni Film Festival per i giovani, la Festa del Cinema di Roma e il Torino Film Festival.
Consiglio a tutti gli aspiranti Filmaker di tenersi aggiornarsi tramite siti appositi come questo: Cinemaitaliano.info.
In quali ambiti viene richiesta la sua competenza?
È una competenza che “bacia” tante realtà: moda, cerimonie, documentari, film, sport, pubblicità e molte altre. Se sei capace e versatile, il lavoro non manca. Sono contattato molto per occuparmi del “Wedding”, un campo interessante perché ogni matrimonio può diventare un bel cortometraggio. Cerco di renderlo proprio così, giacché la mia prima passione rimane la Cinematografia, ma bisogna sbarcare il lunario, no?
Tecnicamente, a suo avviso, quante camere sono necessarie per un video professionale di buona manifattura?
Dipende molto dal tipo di lavoro che si è chiamati a svolgere, può bastarne anche una. Solitamente il numero perfetto è tre: campo, controcampo, che in cinematografia di solito viene usato nei dialoghi e mostra il primo e il secondo soggetto mentre parlano, e campo largo per riprendere l’insieme. Comunque la cosa più importante è avere fantasia e bravura: in quel caso puoi riuscire a tirare fuori un video professionale anche con uno smartphone!
Com’è nata la collaborazione con la BIMED?
Ho conosciuto il direttore della BIMED Andrea Iovino tramite la dirigente Teresa Mirone e la professoressa Carmela Casinelli dell’I.C. Castaldi-Rodari di Boscoreale (NA) nel corso della giornata della legalità in cui venne proiettato per l’appunto il film di cui ho parlato prima sulle spose bambine. Per fortuna piacque, e quindi mi contattò per iniziare su più fronti a collaborare con lui.
Cosa si porta a casa dall’esperienza dei Laboratori di Arte, Musica e Teatro svolti alle Tremiti dal 20 al 22 maggio?
Porto a casa un bagaglio carico di conoscenza di cui farò tesoro. È stata un’esperienza molto educativa, un tassello importante per la mia giovane carriera che porterò sempre con me. Gli interessantissimi laboratori, curati al meglio dai presenti docenti, mi hanno lasciato davvero una bella sensazione, un gran bagaglio di conoscenza e di forti emozioni.
Un’isola che si è tinta d’arte e che di arte ha fatto vivere tutti i presenti.
Annunziato Gentiluomo
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