Lo scorso fine settimana, dal 29 al 31 maggio, presso l’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, psicologi e medici hanno potuto apprendere il metodo IADC, acronimo di Induced After Death Comunication (Comunicazione Post-Mortem Indotta), ideato dal dottor Allan Botkin, uno psicoterapeuta americano di formazione comportamentista. Si tratta di un’interessantissima metodica terapeutica americana per l’elaborazione del lutto e dei traumi, basata su
Lo scorso fine settimana, dal 29 al 31 maggio, presso l’Istituto Universitario Salesiano Torino Rebaudengo, psicologi e medici hanno potuto apprendere il metodo IADC, acronimo di Induced After Death Comunication (Comunicazione Post-Mortem Indotta), ideato dal dottor Allan Botkin, uno psicoterapeuta americano di formazione comportamentista. Si tratta di un’interessantissima metodica terapeutica americana per l’elaborazione del lutto e dei traumi, basata su una particolare procedura di stimolazione bilaterale del cervello.
I tre giorni sono stati molti intensi e hanno visto toccare diversi temi, fra cui il lutto, il lavoro sulla tristezza attraverso la comunicazione del corpo e la valutazione profonda del “paziente”, in modo da omologare le competenze dei presenti e creare un background di riferimento comune. Il docente americano, il terapeuta Graham Maxey (del Texas), affiancato dalla dott.ssa Juliane Grodhues (Germania), entrambi Trainer IADC, conosciuti a livello mondiale, ha presentato il metodo, i meccanismi della stimolazione bilaterale e ha chiarito le differenze di questo metodo con la terapia EMDR. La domenica è stata usata per far sperimentare ai partecipanti la tecnica stessa, sia come terapeuti sia come clienti, sotto l’attenta guida dei due trainers.
Ho potuto seguire come uditore il corso che ho trovato stimolante e condotto in modo accorato e ispirato dal dott. Maxey. Si tratta di un valido contributo per la risoluzione del lutto e soprattutto per la diminuzione della tristezza legata alla perdita.
Sono stato il volontario, sabato pomeriggio, per una sessione dal vivo di IADC, e ciò che è successo è stato realmente significativo. Dovevo sciogliere, senza neppure ricordarlo, il dolore per la morte di un amico, Luca, avvenuta in concomitanza con quella di mia nonna materna nel 1998. Chissà non mi fossi preso del tempo per lasciarlo andare come era necessario. Forse la dipartita della madre di mia mamma aveva occupato la scena, non lasciando quello spazio opportuno per dire “arrivederci” al mio amico, che l’aveva fatta finita, lasciandomi un senso di impotenza terribile addosso. All’inizio non ricordavo neanche il suo nome, mentre, ad un certo punto, è stato tutto chiaro: mi sembrava lo avessi di fronte e abbiamo comunicato attraverso il canale visivo con delle immagini dal pregnante significato simbolico. Ho vissuto dunque una Comunicazione post mortem indotta classica e ho sentito di essere entrato in contatto con lui. Il risultato più complessivo, accanto a una grande stanchezza per la sessione impegnativa, una grande leggerezza e una profonda pace.
Ciò che ho notato e sperimentato è che il protocollo rigoroso della Scienza e l’apertura intuitiva della Spiritualità trovano nella IADC una perfetta sintesi.
Credo proprio che questa metodica costituisca una chiave finora sconosciuta in ambito clinico nel mondo occidentale, che permette una risoluzione rapida ed efficace al lutto e ai traumi, aprendo allo stesso tempo il paziente, e il terapeuta stesso, a una dimensione spirituale attraverso un’esperienza soggettiva che ha, a detta di qualche terapeuta, del miracoloso.
Alla fine di questo modulo intensivo di 3 giorni gli oltre 30 professionisti, provenienti da tutta Italia e alcuni anche dall’estero, sono rimasti molto soddisfatti e sorpresi della potenza di questo metodo che hanno potuto vivere prima di tutto sulla propria pelle nelle sessioni pratiche, afferma Andrea Leone.
Ringraziamo quindi lo IONS Italia, nella figura del suo Presidente, per questa grande occasione offerta a Torino e all’Italia tutta, e per essere stato pioniere nell’introduzione in Italia di questo metodo, testato clinicamente su oltre 3000 casi.
Annunziato Gentiluomo
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