Nella vita la sperimentazione e il mettersi in gioco sono aspetti che vanno sempre considerati poiché capaci di renderci pronti al cambiamento che è alla base di qualsiasi sistema che si dice aperto e che vuole evolvere. Con questo spirito e soprattutto affidandoci a Luigi Jannarone ci siamo immersi in un particolare rituale sciamanico indio-americano di
Nella vita la sperimentazione e il mettersi in gioco sono aspetti che vanno sempre considerati poiché capaci di renderci pronti al cambiamento che è alla base di qualsiasi sistema che si dice aperto e che vuole evolvere.
Con questo spirito e soprattutto affidandoci a Luigi Jannarone ci siamo immersi in un particolare rituale sciamanico indio-americano di purificazione, rinascita e guarigione, il Temazcal o capanna di sudore. Si tratta di un’antica medicina che, attraverso il vapore caldo, i canti e le preghiere, porta i partecipanti a vivere un’esperienza estatica e mistica. Nel Temazcal – o Inipi – si celebra la connessione alla Madre Terra e ai quattro elementi: aria, fuoco, acqua e terra a cui sono associati il nostro piano mentale, energetico, emozionale e fisico.
Tutti i momenti, che ci hanno visti impegnati dalle 10.30 alle 15.50, sono stati decisamente intensi. L’arrivo in questo magnifico posto, lontano da tutto – I Ronchi di Pian Castagna a Bosio (AL). La preparazione del fuoco e i canti per nutrire quest’ultimo curato con dedizione e amore dall’uomo del fuoco, che nello specifico era Fabio Diamante. La presenza vigile del suo magnifico cane, Jack. La copertura con le coltri della capanna per garantire totale oscurità e l’assenza di dispersione di calore. Il corridoio che legava il Fuoco – il principio maschile – con il Temazcal – il principio femminile. L’altare proprio nel mezzo di questo tragitto… E poi l’ingresso delle pietre incandescenti che l’uomo del fuoco collocava al centro della capanna, a simboleggiare la fecondazione e quindi l’idea di nascita o rinascita che poi incarna e vive chi partecipa al rituale. Bienvenida, bienvenida, bienvenida, abuelita… così si accoglieva l’ingresso di ogni singola pietra.
Simbolicamente riassume il concetto dell’Ometeotl ovvero della doppia divinità, unione del sacro maschile e sacro femminile presente nella tradizione del centro America. In questa cerimonia, si rinasce come figli del Padre Sole, rappresentato dal fuoco in cui sono scaldate le pietre e della Madre Terra, nel cui utero, all’interno della capanna, vengono poste le pietre. La pratica veniva usata anticamente sia per scopi curativi per guarire malattie e problemi fisici, sia per motivi spirituali per ottenere una percezione non ordinaria e un allargamento di coscienza. Dal punto di vista emozionale è una sorta di regressione al ventre materno, capace di riconnetterci al nostro bambino interiore. A livello mentale insegna a domare e controllare i nostri pensieri, a depurarli dalle negatività e ossessioni, generando così trasformazioni positive nella nostra vita. Dal punto di vista energetico il contatto della base della colonna vertebrale sulla terra umida, così come il calore del vapore sul nostro corpo, crea una connessione che facilita la liberazione di blocchi energetici, producendo il libero flusso dell’energia nel corpo che si rivitalizza, precisa Luigi Jannarone. Inoltre stimolando e depurando dalle tossine tutti gli organi del corpo attraverso il sudore, è considerata una delle tecniche curative più potenti della tradizione indio-americana.
Un misto di sensazioni per noi che per la prima volta ci accingevamo a immergersi in questo rituale di cui abbiamo subito colto la potenza. Una prova di coraggio, un rito inizatico, un momento dove poter essere se stessi, contattare la propria natura più intima e lasciare andare ciò che non serve. La nudità o la semi-nudità. Il contatto con la terra nella capanna e anche alla fine del rituale quando ci sembrava di vedere il cielo e di sentire i suoni circostanti in modo diverso. La doccia ghiacciata con 8 gradi di temperatura esterna. La nascita dell’eroe. La riscoperta di sé. Tutti uomini. Il Cerchio degli uomini celebrava il suo incontro così. Ed è stato un bene. L’energia era equilibrata nonostante momenti emozionali che hanno portato qualcuno a lacrime liberatorie e qualcun altro a stadi elevati di meditazione e di coscienza. Nello specifico ci siamo sentiti più forti, come se l’intuizione si fosse espansa e come se la visione fosse stata resa più lucida.
Abbiamo voluto anche sentire qualcuno dei tredici presenti per molti dei quali era la prima esperienza. Tra questi Emilio che racconta: Questo è il mio primo Temazcal. Forse perché sono reduce da un’esperienza molto bella con Luigi in Perù mi sono trovato coinvolto senza alcun timore e mi sono lasciato andare a viverla in modo molto sereno e positivo. Non avendo background di gruppi maschili (es. team sportivi) una delle sorprese è la forte energia che scaturisce stando insieme. Anche l’esperienza del canto insieme è stata molto nuova ed energetica. Poi il calore della capanna, e il buio, e le cose che si sono dette: ho perso il senso del tempo e mi sono trovato molto “centrato”. Poi la sorpresa più grande (dal mio punto di vista): l’esperienza non da un rilascio di energia immediato, per me è stato come un rilascio “differito”, lento. Mi sento veramente rafforzato (in tutti i sensi) e questo stato migliora di giorno in giorno. Insomma, sono contento di aver condiviso questo passaggio con voi, mi pare una significativa opportunità di crescere e credo che l’abbiamo colta. E accanto a lui prende la parola un veterano, Franco, che segue Jannarone da anni: Ho sempre affrontato le mie varie esperienze ” spirituali ” in modo relativistico, intendo dire che non ho mai sposato completamente una ” chiesa “, come le chiamo io, ma all’interno delle varie pratiche prendo quello che ritengo utile per la mia continua crescita. La via sciamanica sperimentata con la modalità del Temazcal é una ritualità che ormai condivido da tempo e coltivo per la mia anima come dono prezioso perché è un canale diretto al contatto con la madre terra. Ho studiato i canti e tutta la ritualità con umiltà eseguo le ” preghiere ” e soprattutto apro il cuore alle condivisioni. Tra tutte le varie esperienze che ho praticato questa é la modalità – semplice – antica – naturale che in modo diretto mi porta alla assoluta profondità. Ogni capanna é diversa dalle altre agendo nel profondo della tua anima la propria energia si pone in assoluto dialogo con te, agisce in un dare e avere in funzione del tuo stato d’animo e delle tue richieste. Penetrare nell’utero della Madre Terra e l’energia delle pietre sempre purificano le inutili scorie della nostra mente portandoti ad un radicamento del proprio corpo sicuramente e se riesci ad essere aperto anche della propria anima. L’energia che tu agisci nell’accendere il fuco purificatore ti viene totalmente ridato, filtrato dal vapore, all’interno dell’utero. Devi poi essere consapevole tu nel sentire l’agire nella tua energia liberata nel tempo post capanna è importante mantenere quel canale il più possibile. Dopo le prime capanne non sempre ci sono riuscito perché mi ponevo in dimensione di aspettativa ho capito poi che l’energia agisce in modo più sottile devi essere aperto libero per percepire la quotidiana generosa azione di Madre Terra.
E Luigi Jannarone ringrazia tutti, il fuoco e gli elementi. Ringrazia il cerchio perché l’ha energizzato… e con questa energia siamo tornati a casa mettendoci in ascolto di quanto questo rituale ci avevano donato e di come ci aveva trasformati.
Annunziato Gentiluomo
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