E mentre è in scena il secondo week-end del Festival dell’Oriente di Torino, vorrei tracciare un bilancio dei primi tre giorni intensi della kermesse alla quale ho partecipato per la prima volta come standista. L’atmosfera vista dalla parte di uno standista è molto diversa da quella percepita da visitatore. Da una parte di senti avvolto in questa ventata
E mentre è in scena il secondo week-end del Festival dell’Oriente di Torino, vorrei tracciare un bilancio dei primi tre giorni intensi della kermesse alla quale ho partecipato per la prima volta come standista.
L’atmosfera vista dalla parte di uno standista è molto diversa da quella percepita da visitatore. Da una parte di senti avvolto in questa ventata di cultura orientale, dall’altra vivi lo stress legato alla voglia di far bene ed alcune regole ferree nell’organizzazione.
Ad essere sincero mi aspettavo più armonia e sinergia tra i lavoranti degli stand di Paesi e culture diverse, invece ho notato una sorta di ghettizzazione di alcuni gruppi. Ciò nonostante ho conosciuto molte persone di cuore con le quali abbiamo stretto subito buoni rapporti di collaborazione e di e amicizia.
È impossibile descrivere l’emozione di avere una tua piccola creatura, anche se non perfetta, sotto gli occhi di tutti. Le persone via via sfilavano davanti allo stand, alcune stupite, altre incuriosite, alcune appagate, altre addirittura indignate.
Riguardo alla manifestazione, vi sono alcuni raffronti che posso fare. Rispetto a quando ero andato a visitarla a Massa Carrara, ho trovato alcune diversità importanti. La disposizione di tutti gli stand in un unico grande padiglione (l’Oval del Lingotto) crea, a mio avviso, troppa confusione, a maggior ragione dal momento che vi è un elevato numero di quelli alimentari.
Per esempio, a Massa Carrara il palco delle Arti Marziali e i campi di allenamento erano ben distanziati da luoghi dove si mangiava o stand dove si meditava. Il fatto che sia tutto dentro l’Oval crea, secondo me, un effetto confusione e fa perdere la magia del singolo stand.
Non è mia intenzione esprimere un giudizio fine a se stesso, al contrario vorrei fosse una critica costruttiva, dato l’amore che nutro per la cultura orientale e il mondo olistico.
Tornando alla mia prima esperienza lavorativa come standista, posso ritenermi soddisfatto. Con molti sforzi siamo riusciti a fornire cibo di qualità a prezzi modici e soprattutto dare tanta informazione sul tema alimentazione e riguardo alla prossima apertura del nostro primo centro a Torino. I feedback sono stati in generale molto positivi e anche le persone che passando ci denigravano sono state utili per crescere ed imparare.
Intanto siamo indaffarati per il secondo weekend e nel nostro stand Sfood non mancheranno certo le sorprese. Vi aspetto!
Adriano Cirillo
[Fonte delle immagini: festivaldelloriente.net, Sfood]
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