Il nostro sabato cinematografico al TGLFF ci ha visti godere di tre interessanti pellicole, comodamente seduti nella Sala 1 del Cinema Massimo di Torino. Abbiamo iniziato con Closet Monster diretto da Stephen Dunn che cura anche la sceneggiatura. Si tratta dell’opera prima del regista canadese, premiato a Toronto. È la storia di Oscar, un teenager canadese tenero e inquieto,
Il nostro sabato cinematografico al TGLFF ci ha visti godere di tre interessanti pellicole, comodamente seduti nella Sala 1 del Cinema Massimo di Torino.
Abbiamo iniziato con Closet Monster diretto da Stephen Dunn che cura anche la sceneggiatura. Si tratta dell’opera prima del regista canadese, premiato a Toronto. È la storia di Oscar, un teenager canadese tenero e inquieto, che ha un solo vero amico, il criceto Buffy, con cui si confida ricambiato da saggi consigli. La sua adolescenza, un padre infantile e una madre assente, è segnata da incubi legati ad un trauma da lui vissuto da bambino, quando è stato testimone di una terribile aggressione di stampo omofobo. Quindi convoglia quelle terrificanti visioni notturne in modo creativo, per realizzare il suo sogno e diventare make-up artist e costruire buffe maschere mostruose. Ma via via che cresce la scoperta del sesso assorbirà le paure che da sempre lo perseguitano. Si tratta di un horror coming of age con echi visionari che ricordano il suo conterraneo David Cronenberg. Ben realizzata la storia e ben tratteggiate le specificità dei diversi personaggi. Abbiamo molto apprezzato l’introduzione del criceto Buffy come alter ego del protagonista, come una sorta di coscienza profonda dello stesso, la cui voce è affidata a Isabella Rossellini. Buona sceneggiatura e buono il ritmo che può contare su una colonna sonora trascinante dal sapore anni Novanta.
Rimanendo nella Sala 1 ci siamo immersi nell’impattante Chemsex, una fotografia puntuale e ben orchestrata di questo pratica che combina sesso e droghe, per lo più sintetiche, e che sta dilagando in particolare a Londra. Sedici storie, sedici confessioni di altrettanti individui di tutte le età, soprattutto quarantenni, vittime di un meccanismo divenuto fonte di estremo disagio, di isolamento e di malattia. Un documentario scioccante, di grande impatto, ben diretto da William Fairman e Max Gogarty, il cui intento sociale è risultato chiaro fin dalle prime scene.
E subito dopo siamo stati rapiti dalla raffinatezza di Théo et Hugo dans le même bateau (Paris 05:59), insignito del Premio del pubblico ai Teddy Awards 2016. Un film che ci ha toccati per la sua autenticità, per la sua verità. Non risultava difficile immedesimarsi nella storia, farsi accompagnare dai dialoghi dei protagonisti e dai loro stessi spostamenti. Per circa venti minuti, il contesto era la semioscurità di un naked sex club parigino, luogo a cui si ricorre per consumare più o meno lunghi momenti di sesso, senza preoccupazioni di sorta. Ma gli incontri speciali possono avvenire anche quando le condizioni non sono propriamente le migliori. Infatti, due giovani corpi si scoprono, si guardano, si spiano, si avvicinano, si conoscono. Sono Théo e Hugo, fino a qualche minuto prima perfetti sconosciuti e dopo totalmente rapiti in un veloce e speciale amplesso, l’uno avvinghiato all’altro in un abbraccio che non vuole finire. Ad accoglierli, fuori, le strade semideserte di una Parigi magica e accogliente.
Nelle ore che separano la notte dal giorno il loro incontro si trasforma in una lunga pedalata che li porta fin sotto le livide luci di un pronto soccorso: Hugo è sieropositivo e Théo non ha usato alcuna protezione poiché tutto era semplicemente speciale, tutto doveva proprio essere così. Insieme si raccontano, si vivono e iniziano a sognare. Un plauso a Olivier Ducastel e Jacques Martineau che sono riusciti in modo esemplare a isolare l’incontro dei due protagonisti, nonostante le scene di sesso di gruppo proseguissero e facessero da sfondo a quell’incontro animico coinvolgente. Il loro scambio sessuale viene portato ad un altro livello, viene fatto trascendere dal contesto, e da lì ha inizio il racconto dal sapore teneramente esistenziale che ci ha molto impressionati e che abbiamo seguito con grande piacere.
Veramente un sabato ricco e stimolante…
Annunziato Gentiluomo
Scheda tecnica di Closet Monster
Canada, 2015, 35mm/Arri Alexa, 90′, col.
regia: Stephen Dunn
sceneggiatura: Stephen Dunn
montaggio: Bryan Atkinson
fotografia: Bobby Shore
scenografia: Lisa Soper
costumi: Melanie Oates
suono: Neil McIntyre
musica: Maya Postepski, Todor Kobakov
interpreti: Chris Hatcher, Connor Jessup, Aaron Abrams, Joanne Kelly, Aliocha Schneider, Sofia Banzhaf, Jack Fulton , Mary Walsh, Isabella Rossellini
produttore: Kevin Krikst, Fraser Ash, Edward J. Martin
produzione: Rhombus Media, Best Boy Productions
Scheda tecnica Chemsex – Regno Unito, 2015, HD, 80′, col.
Regia:William Fairman e Max Gogarty
Montaggio: Marta Velasquez e Graham Taylor
Fotografia: Benjie Croce, William Fairman e Max Gogarty
Musica: Daniel Harle
Produttore: Max Gogarty, William Fairman e Al Brown
Produzione: Vice Films e Peccarillo Pictures
Scheda tecnica di Théo & Hugo dans le même bateau
Francia, 2016, HD, 97′, col.
regia: Olivier Ducastel, Jacques Martineau
sceneggiatura: Olivier Ducastel, Jacques Martineau
montaggio: Pierre Deschamps
fotografia: Manuel Marmier
scenografia: Barnabé D’Hauteville
suono: Tristan Pontécaille, Clément Badin, Victor Praud
interpreti: Geoffrey Couët, François Nambot
produttore: Emmanuel Chaumet
produzione: Ecce Films
co-produttore: Daniel Chabannes de Sars, Corentin Sénéchal
co-produzione: Epicentre Films
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