La paura fa 0 a 0 al Dall’Ara di Bologna. Un Gabriel più che in giornata (man of the match al termine) e una scandalosa imprecisione permettono ai cugini emiliani di salvare il primato in classifica, sventando il pericolo di un aggancio in vetta. Una prova modesta quella dei padroni della Lega Serie B, che
La paura fa 0 a 0 al Dall’Ara di Bologna. Un Gabriel più che in giornata (man of the match al termine) e una scandalosa imprecisione permettono ai cugini emiliani di salvare il primato in classifica, sventando il pericolo di un aggancio in vetta. Una prova modesta quella dei padroni della Lega Serie B, che però escono indenni dallo scontro al vertice, mantenendo la prima posizione con 25 punti.
Quanto ai ragazzi di mister Lopez, poco da recriminare: tanta voglia e tante occasioni legittimano un dominio quasi totale sul campo. Manca però la precisione sotto porta, e – perché no – un pizzico di fortuna.
Del resto, la giornata si era aperta per i bolognesi all’insegna del ricordo del grande passato. I minuti prima del match, al quale lo scorso sabato (8 novembre) sono accorsi poco meno di 15 mila spettatori, hanno visto il sentito ricordo di uno “signore” del calcio bolognese recentemente scomparso. È il saluto commosso della curva a Klas Inge Ingesson, l’ex centrocampista rossoblù defunto la settimana scorsa a causa del mieloma che da anni lo affliggeva. «Avevi un numero pesante sulla maglia, l’hai onorato in ogni battaglia» scrive la curva, che fa sventolare la sua maglia rossoblù numero 8. Portata in sfilata attorno allo stadio da alcuni ex compagni dello svedese (Signori, Pagliuca, Paganin, Bia, Magoni, Gallicchio, Guidolin), la maglia indugia poi sotto la Bulgarelli: è il ricordo di quel grande Bologna, il ricordo suo guerriero. Il saluto di un’intera città al suo “gigante buono”. «Oggi se n’è andato il nostro guerriero. Sarai sempre con noi Klas Ingesson” – con questo tweet il sito della società Bolognese piange la scomparsa dell’ex calciatore svedese. «Addio capitano, mio capitano», il saluto dei tifosi del Bari, squadra in cui a lungo aveva militato.
Addio, Klaus. Addio, Gigante buono.
È in questo tripudio di colori e leggende rossoblù che inizia il derby emiliano. Buon l’inizio della squadra ospite allenata da Fabrizio Castori, al cospetto di una formazione di casa un po’ troppo pavida. Il pressing alto del Carpi mette in difficoltà gli uomini di Lopez. Subito molti scontri fisici e problemi nell’impostazione del gioco. Di qui la decisione del mister rossoblù: una difesa molto alta; il coraggio di prendersi qualche rischio in più, che però porta i rossoblù ad essere padroni del campo per quasi l’intero primo tempo, e tutto il secondo, di fronte a un Carpi che, spezzato in due e privo di gioco a centrocampo, altro non fa se non affidarsi al lancio lungo per il suo numero 10, il nigeriano Mbakogu. Trascinato dal suo capitano, un Morleo come sempre tra i migliori in campo, il Bologna prende in mano le redini del gioco, sfiorando il vantaggio in più di un’occasione. Tante le chance, almeno tre i tiri diretti nello specchio di Gabriel, di fronte a una squadra ospite che può vantare solo qualche contropiede e traversone pericolosi. Su tutto e su tutti però, si impone il direttore di gara, Michael Fabbri. Troppo fiscale, estrae il primo cartellino al 31esimo, per poi non fermarsi più. Sette saranno i cartellini gialli al termine del match, e molte le proteste da parte di allenatore (Lopez rischierà più di una volta di essere allontanato) e tifosi, i cui fischi si faranno sempre più pesanti. Il calcio inglese e la sua fluidità di gioco sono lontani. E di molto anche.
Il secondo tempo inizia senza cambi. Ancora buono l’inizio del Carpi, che sfiora il vantaggio con Mbakogu da posizione defilata. La squadra ospite fa paura ai rossoblù, che sbagliano troppo a centrocampo e non trovano riferimenti in attacco, complice un Cacia per nulla in giornata, in grado di fallire due capitali occasioni di testa. Al quarto d’ora però, i felsinei tornano ad attaccare; e lo faranno fino alla fine.
Le provano tutte, dal traversone dal fondo all’azione manovrata; ma il Carpi resiste, e fa muro. I rossoblù allora, più volte vicini al gol con Bessa, Laribi, Ceccarelli e Zuculini nel primo tempo, e per due volte poi con il subentrato Improta nella ripresa, continuano l’assedio. Ma complice un grandissimo Gabriel (in prestito per una stagione dai rossoneri), autore di quattro/cinque parate decisive, e privi dell’apporto realizzativo del troppo modesto Cacia e dell’indisponibile Robert Acquafresca, si dovranno arrendere al pareggio senza reti.
Insomma, una buona prova per gli uomini di Lopez contro un modesto Carpi, che sbanca il Dall’Ara: un solo punto, ma preziosissimo. Il muro costruito dagli ospiti è alto, e Bologna rimane troppo bassa per scavalcarlo.
Nel giorno di Klaus, il tanto atteso aggancio in vetta è mancato. O forse – i Bolognesi lo sperano – è soltanto rinviato.
Giuseppe Parasporo
[Fonti immagini: Giuseppe Parasporo Ph]
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