Open source: una definizione in ambito hardware e software che ha cambiato il nostro modo di vivere. Il primo mattone dell’open source è stato posato nel 1991, con Linus Torvalds, studente dell’Università di Helsinki, che rilasciò la prima versione del software open source più famoso al mondo: Linux. Da lui è partita la rivoluzione dell’informatica
Open source: una definizione in ambito hardware e software che ha cambiato il nostro modo di vivere. Il primo mattone dell’open source è stato posato nel 1991, con Linus Torvalds, studente dell’Università di Helsinki, che rilasciò la prima versione del software open source più famoso al mondo: Linux. Da lui è partita la rivoluzione dell’informatica e del mondo dell’alta tecnologia.
Torvalds non ne fu però il vero capostipite, poiché, solo pochi anni prima, Richard Stallman sostenne già una teoria sul software libero, un mondo in cui i programmi per computer potessero essere liberamente studiati, modificati ed evoluti, cosa che 20 anni dopo avvenne con un boom di proporzioni inimmaginabili.
Ma quali sono i progetti che sono diventati pietre miliari per il loro “potere innovativo”? Startup Italia ne ha parlato alcuni giorni fa (in questo articolo di Luca Scarcella) e noi ve ne riproponiamo qui una carrellata.
Partiamo dall’Italia, sì, proprio dalla nostra patria natia. Ad Ivrea, in provincia di Torino, è nato Arduino, una piattaforma elettronica hardware/software di facile utilizzo, in grado di consentire a chiunque di approcciarsi alla realizzazione di progetti elettronici nei più disparati campi applicativi.
Sempre dall’Italia, il primo concetto di open source applicato alla mobilità: OSVehicle. Nata come startup e poi evolutasi in azienda, ha creato un framework open source per la progettazione e produzione di veicoli elettrici, chiamato Tabby EVO. Ognuno è in grado di creare la propria auto elettrica in poco tempo: un progetto innovativo, economico, ecocompatibile e “al passo con i tempi”.
Spostiamoci nel mondo di Google: Project Ara è il nome in codice di un suo progetto per lo sviluppo di smartphone modulari, ovverosia costruiti da “parti intercambiabili” per aggiornarne le potenzialità. La piattaforma è ovviamente “libera”.
Dal mondo degli smartphone spostiamoci al mondo dei droni, con due progetti interessanti: “OpenROV”, un drone subacqueo open source utile in ambito educativo e “APM:Copter”, un drone funzionante attraverso la piattaforma Arduino. Se siete appassionati o vi incuriosiscono, esistono molti portali dedicati a notizie e recensioni droni.
Prima abbiamo parlato di mobilità, ma l’open source si è anche “insediato” nella logica degli immobili: WikiHouse, la casa open source, progettata da designer e ingegneri, è un progetto per dare a chiunque la possibilità di progettare, “stampare” (attraverso le tecnologie di stampa 3d) e assemblare la propria dimora, in funzione delle proprie necessità e in logica ecosostenibile ed ecocompatibile.
Parlando di stampanti 3d, non possiamo non parlare di un progetto veramente “avveniristico”, la RepRap 3d Printer: una stampante 3d fatta interamente di plastica, in grado di riprodursi e di generare i pezzi per ripararsi.
Infine l’open source applicato all’agricoltura: FarmBot. E’ la prima macchina agricola Open Source che aiuta nella progettazione e mantenimento del proprio orto, al fine di favorire la diffusione della produzione alimentare a KM zero anche nel proprio spazio casalingo.
Paolo Ernesto Sussi
[Fonte immagini: arduino.cc – osvehicle.com – it.wikipedia.org/wiki/Progetto_RepRap]
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