Il 6 agosto alle 21.00 sarà il Maestro Federico Crisanaz a dirigere l’Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria per la prima delle due repliche di Rigoletto di Giuseppe Verdi per la regia di Mario De Carlo. In questa sede, cerchiamo di ricostruire le tappe principali della carriera del Maestro triestino di nascita. Federico Crisanaz
Il 6 agosto alle 21.00 sarà il Maestro Federico Crisanaz a dirigere l’Orchestra del Teatro Cilea di Reggio Calabria per la prima delle due repliche di Rigoletto di Giuseppe Verdi per la regia di Mario De Carlo.
In questa sede, cerchiamo di ricostruire le tappe principali della carriera del Maestro triestino di nascita. Federico Crisanaz ha iniziato il proprio percorso musicale studiando violino nella propria città e, dopo aver conseguito il diploma in Conservatorio, si è perfezionato all’Accademia di Musica Ferenc Liszt di Budapest in violino e musica da camera.
In giovane età ha vinto il concorso come violinista al Teatro Verdi di Trieste e da lì ha iniziato a interessarsi in direzione d’orchestra studiando composizione con Daniele Zanettovich e diplomandosi in direzione d’orchestra presso il Conservatorio di Venezia.
Ha frequentato numerose master class di direzione d’orchestra in tutta Europa e, in particolare, ha approfondito il repertorio del Novecento con Zoltan Pesko e Peter Eötvös presso il Festival Bela Bartok di Szombathely.
Nel 2010 è stato selezionato e invitato da David Zinman a una master Class a Zurigo che si è conclusa con un concerto pubblico con la Tonhalle-Orchesters Zürich.
Per quanto riguardo l’opera, oltre alla frequentazione quotidiana del teatro di Trieste, determinante è stato l’incontro con Maurizio Arena e gli ideali della tradizione direttoriale italiana.
Ha diretto Il castello del principe Barbablu di Bartock e La traviata all’Opera Ungherese di Cluj.
Siamo riusciti a intervistarlo rispetto all’esperienza con il Rigoletto locrese, tra una prova e l’altra.
Sappiamo che ha accettato con grande entusiasmo la proposta di venire a lavorare per la Morgana Opera Academy. Può raccontarci come si è generato questo proficuo incontro?
È proprio vero: sono molto felice di essere qui. Ho aderito subito con entusiasmo a un’iniziativa come questa poiché è in controtendenza rispetto al momento difficilissimo che sta vivendo la cultura e in particolare la musica. Mentre molte orchestre sono costrette a chiudere battenti e molti teatri vivono in una crisi economico-finanziaria veramente devastante, un’iniziativa come questa merita il massimo aiuto e il massimo impegno da parte nostra per stimolare i giovani il cui entusiasmo ci carica. Inoltre seguire e contribuire al nascere di un’idea, di una realtà che è già al suo secondo anno, mi ha motivato, intravedendo nel progetto speranze e possibilità, con ricadute sia sugli artisti sia sul territorio.
Sono stato coinvolto dal Maestro David Crescenzi, amico da anni, e ho trovato subito stimolante l’idea di lavorare con Mario De Carlo che conoscevo di fama. E poi offrire la mia arte e la mia conoscenza in una terra bella come la Calabria è stato un reale valore aggiunto.
Come si sta trovando a lavorare col regista Mario De Carlo e con la sua idea di Rigoletto?
De Carlo è una persona con cui si lavora in modo molto sereno anche perché è uno che lo spartito lo conosce a fondo e comprende le esigenze musicali. Ha un’idea molto chiara del “Rigoletto” che rispecchia il testo verdiano e pertanto si trova in linea con la nostra – di Crescenzi e mia – chiave di lettura.
Artisticamente come ha trovato i partecipanti alla Morgana Opera Academy?
I ragazzi presenti hanno maturità artistiche molto differenti anche perché si trovano in momenti diversi della loro formazione. Ciò che però li accomuna e mi ha subito colpito sono la grande passione e l’entusiasmo con cui si accostano a un’esperienza che per molti è la prima in un contesto professionale. Il taglio di questa Accademia dovrà servir loro per comprendere cosa si nasconde dietro una carriera professionale, in termini di impegno, sacrificio e ore di studio. Da parte nostra, stiamo lavorando con ritmi e modalità propri dei grandi teatri d’opera.
Come trova Massimiliano Fichera, che è conosciuto dai più come il Figaro rossiniano, in un ruolo così complesso, tenebroso e impervio vocalmente, qual è quello di Rigoletto che in un certo ha segnato una frattura nella storia della drammaturgia musicale?
Non conoscevo Fichera e l’incontro con lui è una stata piacevolissima sorpresa perché accanto agli onorati vent’anni di esperienza la sua vocalità è realmente impressionante. Una bella musicalità, un buon fraseggio e trovo che il ruolo di Rigoletto gli calzi a pennello. E sono certo che nel panorama italiano si imporrà sui palcoscenici italiani anche in ruoli drammatici come questo.
Annunziato Gentiluomo
[Fonte delle immagini: alba24.ro]
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