La Stagione teatrale del Teatro Fraschini prosegue in questo inizio di anno con lo spettacolo “Il Gabbiano” di Anton Čechov, in scena Venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 gennaio. Interpreti principali per questo allestimento che vede Marco Sciaccaluga alla regia, saranno Elisabetta Pozzi, Francesco Sferrazza Papa, Alice Arcuri. Il Gabbiano (1895) fu rappresentato la
La Stagione teatrale del Teatro Fraschini prosegue in questo inizio di anno con lo spettacolo “Il Gabbiano” di Anton Čechov, in scena Venerdì 11, sabato 12 e domenica 13 gennaio.
Interpreti principali per questo allestimento che vede Marco Sciaccaluga alla regia, saranno Elisabetta Pozzi, Francesco Sferrazza Papa, Alice Arcuri.
Il Gabbiano (1895) fu rappresentato la prima volta a San Pietroburgo, senza però riscuotere successo. Fu soltanto tre anni più tardi, con l’allestimento di Konstantin Sergeevič Stanislavskij andato in scena al Teatro dell’Arte di Mosca, che si guadagnò il il riconoscimento come testo emblematico della poetica cecoviana.
Il Gabbiano che troveremo al Fraschini è quello originario, fedelmente tradotto da Danilo Macrì, si tratta cioè copione così com’era prima delle modifiche concordate tra la censura russa e lo stesso Čechov.
Il titolo crea un accostamento simbolico tra il volo stroncato di un gabbiano e la sorte di una umanità che anela invano a partecipare all’esistenza che li respinge. Come il gabbiano anche i protagonisti della vicenda sono costretti ad abbandonare i rispettivi entusiasmi, i sogni artistici e sentimentali infranti. La storia raccontata è quella di Nina e Kostantin, due giovani desiderosi di affermazione artistica e sentimentale, entrambi tormentati dall’amore. Kostantin è figlio di un’attrice famosa, Irina Arkadina, e aspira a diventare scrittore di teatro anche per conquistare l’amore di Nina, che ha la vocazione del palcoscenico. L’insuccesso del suo primo lavoro segna il crollo delle sue speranze e anche la madre Irina, arroccata nel proprio egoismo, non sa cogliere le richieste di sostegno artistico da parte del figlio. Nina invece, delusa, segue a Mosca Trigorin, un letterato alla moda, ex amante di Irina. Ne è prima sedotta e poi lasciata ma, una volta tornata nella tenuta di campagna, rifiuta ancora l’amore di Kostantin, che in ultimo, perse le speranze, si uccide.
Intorno alla drammatica vicenda ruotano altri personaggi. C’è il maestro Semen Medvedenko, consapevole che sua moglie Maša lo ha accettato come un ripiego per dimenticare proprio Konstantin, il suo vero amore. C’è Petr Sorin, padrone di casa e fratello di Arkadina, sessantenne e malato cronico che non rinuncia ancora a protestare contro l’ingiustizia dell’esistenza, senza accettare l’invito alla rassegnazione del saggio dottor Dorn.
Lo sguardo di Čechov è uno sguardo di compatimento sulla disillusione umana, ma anche sul tema dell’incomunicabilità e sul rapporto tra generazioni.
Il regista Marco Sciaccaluga ricostruisce qui una sinfonia dell’esistenza che ha caratteristiche universali. Qui la messa in scena gioca sull’incontro tra attori e spettatori. La cornice scenografica crea la suggestione della dacia sulla sponda di un lago, recuperando così lo spirito originale del testo. Tra gli attori, spicca sicuramente il carisma di Elisabetta Pozzi, ma siamo in presenza di un cast molto affiatato, composto da Francesco Sferrazza Papa, Federico Vanni, Alice Arcuri, Roberto Alinghieri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Stefano Santospago, Roberto Serpi, Andrea Nicolini, Kabir Tavani.
Orari di apertura di biglietteria: dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 19 (da lunedì a sabato). Telefono: 0382/371214
I prezzi sono pubblicati sul sito www.teatrofraschini.it dove si possono anche acquistare i biglietti online.
Redazione ArtInMovimento Magazine
[Immagine: ph Maritati]
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