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“Il Drago e il Fiore d’Oro: Potere e Magia nei tappeti della Cina Imperiale” al MAO di Torino

“Il Drago e il Fiore d’Oro: Potere e Magia nei tappeti della Cina Imperiale” al MAO di Torino

Il cavallo celeste è arrivato spalancate i remoti cancelli e innalzate il mio corpo, vado nel Kunlun Il cavallo celeste è arrivato, messaggero del drago, verso le porte del paradiso cavalca e la Terrazza di Giada sorvola (Qian Hanshu, Libro degli Han Anteriori) Il Drago e il Fiore d’Oro: Potere e Magia nei Tappeti della

Il cavallo celeste è arrivato
spalancate i remoti cancelli e
innalzate il mio corpo,
vado nel Kunlun

Il cavallo celeste è arrivato,
messaggero del drago,
verso le porte del paradiso cavalca
e la Terrazza di Giada sorvola

(Qian Hanshu, Libro degli Han Anteriori)

MAO_Il drago e il fiore_1Il Drago e il Fiore d’Oro: Potere e Magia nei Tappeti della Cina Imperiale
Il MAO Museo d’Arte Orientale di Torino, in collaborazione con la Fondazione Museo Asia, propone una grande mostra che presenta per la prima volta in assoluto opere di arte tessile di rara bellezza e grande impatto visivo. Si tratta di 36 tappeti di manifattura cinese realizzati tra il 18° e il 19° secolo nei laboratori imperiali per adornare le immense sale e i podi dei troni dei palazzi dell’Imperatore nella Città Proibita di Pechino.
Le preziosissime opere esposte provengono da varie collezioni internazionali e rappresentano una selezione significativa di tutti i tappeti imperiali di seta e metallo della dinastia Qing (1644-1911) noti a livello mondiale, che nell’insieme superano di poco i trecento esemplari.
Il tappeto – frutto di una raffinatissima arte che vedeva gli artigiani/artisti dei laboratori imperiali combinare seta, oro, argento e rame – esprimeva il potere imperiale e la concezione del mondo a esso sottostante attraverso la componente estetica e decorativa. Con la loro straordinaria lavorazione, con la luce che sembra scaturire dal fondo dei tappeti, con la complessa decorazione di esseri favolosi e animali fantastici, queste opere rappresentano – per chi sappia guardare – una finestra spalancata sul mondo del potere divino dell’Imperatore e sulla Città Proibita, uno sguardo sui simboli e sui principi del taoismo, la dottrina filosofico/religiosa che ha permeato la cultura e la società cinese.
MAO_Il drago e il fiore_3 (1)A partire dal titolo, la mostra dischiude al visitatore un mondo invisibile e complesso nel quale il Drago rappresenta l’Imperatore, il Figlio del Cielo, il potere, mentre il Fiore d’Oro dai mille petali è il simbolo dell’energia divina e del’universo. Questi due simboli assieme ci raccontano dell’ordine del cosmo e dell’immortalità. Percorrendo le sale e soffermandosi a osservare i manufatti esposti ci si può addentrare nella complessità che soggiace alle rappresentazioni del mondo, anzi dei mondi. Le gru e i draghi erano ritenuti gli animali in grado di passare dal mondo terreno a quello celeste. Troviamo i draghi sempre raffigurati in numero di 5 o 9, ossia il centro e i quattro punti cardinali, oppure il centro con i punti cardinali e i punti intermedi: a nordovest veniva situato il passaggio verso il cielo a noi sconosciuto.MAO_Il drago e il fiore_4
Il fascino dell’universo simbolico scritto nella trama dei tappeti trova rispondenza in musica e immagini e la mostra si fa multisensoriale: la partitura originale “The Dragon and the Golden Flower” per quartetto d’archi ed elettronica scritta da Nina Danon e la videoinstallazione in cinque sezioni “Mirrors” di Andreas Nold accompagnano e avvolgono il visitatore durante percorso di visita.  Ritmi e movimenti ispirati al simbolismo e alla storia delle opere in mostra vengono usati per creare un linguaggio in cui i cinque sensi si fondono dando vita a paesaggi sonori e armonie visive. Una scelta, questa, assolutamente azzeccata a nostro avviso, che rende possibile un’immersione totale nell’esperienza di visita e stimola l’immaginazione.
I tappeti esposti sono accompagnati da alcune spiegazioni tecniche e soprattutto da frasi e citazioni tratte dai testi di riferimento della tradizione cinese e da quelli degli studiosi Claude Larre e Elisabeth Rochat del la Vallée.
JpegOltre ai grandi tappeti, cuore della mostra, il MAO espone due vesti anch’esse risalenti alla dinastia Qing provenienti da una collezione privata e una selezione di opere della collezione permanente del Museo.
Per tutta la durata della mostra, il pubblico sarà coinvolto in un ricco calendario di eventi, che consentiranno di immergersi nell’atmosfera della Cina antica, apprezzandone dal vivo la storia, l’arte e le tradizioni. La rassegna prevede degli incontri con gli studiosi che hanno contribuito alla realizzazione della mostra, conferenze in collaborazione con l’Istituto Confucio di Torino, workshop, spettacoli, attività per famiglie, visite guidate alla mostra, degustazioni di tè e festeggiamenti in concomitanza del Capodanno cinese che cadrà nel mese di febbraio.

Chiara Trompetto
[Immagini: fondazionetorinousei.it]

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