Con un buon successo di pubblico, il 14 agosto è andata in scena l’ultima delle tre recite de Il barbiere di Siviglia. Si tratta di uno dei tre titoli della Trilogia di Siviglia al centro del cartellone operistico del Taormina Opera Festival, conclusosi proprio venerdì scorso. Mentre scorrono le indiavolate note della sinfonia, in scena si anima
Con un buon successo di pubblico, il 14 agosto è andata in scena l’ultima delle tre recite de Il barbiere di Siviglia. Si tratta di uno dei tre titoli della Trilogia di Siviglia al centro del cartellone operistico del Taormina Opera Festival, conclusosi proprio venerdì scorso.
Mentre scorrono le indiavolate note della sinfonia, in scena si anima un’immaginaria pinacoteca, vivido sogno taorminese di una notte stellata. Figaro e Il Conte d’Almaviva, il tutore Bartolo e la sua pupilla Rosina si staccano come d’incanto dalle tele dei dipinti d’epoca e toccano palpitanti di vita il palcoscenico del Teatro Antico. Il barbiere di Siviglia di Enrico Castiglione è ambientato in una galleria d’arte dalle cui cornici i personaggi fuoriescono e divengono reali, prendono spirito e azione, per creare quei tableaux comico-sentimentali che hanno reso celebre il capolavoro rossiniano. Sembrano tutti depositari della propria storia, partendo da un individualismo esistenziale. Pare stiano rendendo pubblico il proprio punto di vista fino a condividerlo con gli altri personaggi dell’opera. Ciò esalta la magia musicale che consente da secoli agli immortali personaggi creati da Beaumarchais di rivivere nella insuperata partitura del Pesarese. Le imponenti cornici coloratissime, che sovrastano l’intero palcoscenico del Teatro Antico, ben si coniugano con bellissimi costumi policromi di Sonia Cammarata. Eleganti abiti d’epoca che restituiscono il contesto storico con riferimenti ai grandi pittori del periodo.
La regia dello stesso Castiglione è tradizionale, attenta e fedele alla partitura rossiniana. Investe sui recitativi resi integralmente per valorizzare il proprio cast formato da grandi maestri in recitazione. Questa impostazione permette di fare emergere il brio dell’opera buffa, in cui il regista romano ha più volte dimostrato estro e fantasia.
Molto buona la performance dell’Orchestra del Festival Euro Mediterraneo, formata da numerose prime parti dell’Orchestra del Teatro Vittorio Emanuele di Messina e dell’Orchestra Sinfonica Siciliana di Palermo, diretta magistralmente da Jacopo Sipari di Pescasseroli. La sua direzione è attenta e partecipata. Sembra lui stesso sfiorare gli strumenti che dai suoi agili e modulati movimenti producono armonia. Jacopo Sipari di Pescasseroli anima gli orchestrali che si plasmano attraverso il suo energetico incedere. E il tutto fin dall’inizio: già nell’ouverture si intuisce l‘impostazione direttiva, flessibile, entusiastica e motivatrice del giovane e talentuoso maestro. L’Orchestra, che lo ama e lo stima, tanto da accoglierlo al suo ingresso battendo con gli archetti sui leggii, segue affascinata le sue indicazioni: non una sbavatura, non un tempo mal scandito, tutto in perfetto accordo con testo rossiniano. Una performance musicale ineccepibile, un contributo stellare che ha emozionato i presenti catturandone l’attenzione. Un pubblico che ha compreso e ha premiato con lunghi applausi e acclamazioni fin dall’inizio il suo incedere.
È doveroso citare il Maestro Milo Longo che ha orchestrato in modo esemplare i recitativi, creando un’atmosfera quasi surreale. Al pianoforte ha seguito con perizia incredibile tutte le scene dando un reale valore aggiunto alla riuscita dell’opera.
Passando al cast bisogna apprezzarne la teatralità: tutti funzionano scenicamente. Veramente ben resi i recitativi con grande verve attoriale e plastica presenza scenica. Vocalmente, invece, qualche défaillance. Irene Molinari veste in modo preciso e dinamico i panni di Rosina, ruolo che ha debuttato proprio a Taormina. La sua voce pulita, robusta e dotata di certe agilità ci raggiunge convincendoci e confermandosi, ai nostri occhi, come la migliore della serata. Infatti ogni suo intervento è stato particolarmente studiato sia in termini di emissione vocale sia per quanto concerne l’interpretazione.
Il tenore di grazia Filippo Pina Castiglioni rende in modo vocalmente dignitoso il ruolo del Conte d’Almaviva che arricchisce personalizzandolo con classe e dialogando col direttore d’orchestra, coinvolgendo quest’ultimo a pieno titolo in quanto si andava esprimendo in scena. Daniel Ochoa, nonostante abbia una voce di bello smalto non colpisce nelle vesti di Figaro. Si muove bene, corre, salta, coinvolge i presenti anche con una brillante mimica facciale, ma la sua vocalità non appare adatta al ruolo. Poco c
onvincente la celeberrima cavatina e non brillante il suo italiano che a volte poco si comprende. Buona l’interpretazione di Marcello Lippi in Don Bartolo anche se non sempre l’emissione della voce è stata soddisfacente. Timbricamente non funziona Giovanni Di Mare nei panni di Don Basilio che non pare essere un basso, ma più un baritono. Infatti in difficoltà quando la partitura raggiunge note di una certa gravità. Berta e Fiorello, interpretati da Emanuela Grassi e Daniele Bartolini, non risultano vocalmente pienamente nei loro ruoli. Notevole la voce del bel Gianluca Failla nei panni di Un ufficiale. Bisogna però affermare che sono stati ben resi i terzetti, i quartetti e i quintetti, in cui tutti sono stati capaci di esprimere bene e nel complesso armonicamente le proprie vocalità.
Veramente buona la performance del Coro Lirico Siciliano istruito da Francesco Costa. Grande precisione negli attacchi, particolare attenzione ai “crescendo rossiniani”, notevole l’emozione vocale che ricorda lo stile del coro della scala degli anni Cinquanta, mai pesante ma sempre rotondo e solenne, tale da pesare in modo determinante sul suono generale.
E così si conclude il Taormina Opera Festival che ha avuto come direttore artistico il grande regista e scenografo Enrico Castiglione e che ha visto in scena Carmen, Don Giovanni e Il barbiere di Siviglia e quindi Bizet, Mozart e Rossini nella magnifica location del Teatro Antico di Taormina.
Un Festival importante per il Sud Italia, assetato di cultura, arte e melodramma… e rimaniamo in attesa della quinta edizione che seguiremo con enorme piacere…
Annunziato Gentiluomo
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