La Stagione d’Opera del Teatro Ponchielli di Cremona prosegue con la vivace opera rossiniana La Scala di Seta su libretto di Giuseppe Foppa tratto dal libretto dell’opéra-comique L’échelle de soie di François-Antoine-Eugène Planard, che andrà in scena venerdì 6 novembre ore 20.30 (replica domenica 8 novembre ore 15.30). Si tratta di una commedia di equivoci dal ritmo incalzante
La Stagione d’Opera del Teatro Ponchielli di Cremona prosegue con la vivace opera rossiniana La Scala di Seta su libretto di Giuseppe Foppa tratto dal libretto dell’opéra-comique L’échelle de soie di François-Antoine-Eugène Planard, che andrà in scena venerdì 6 novembre ore 20.30 (replica domenica 8 novembre ore 15.30). Si tratta di una commedia di equivoci dal ritmo incalzante che fa del matrimonio clandestino il pretesto per un succedersi di malintesi, situazioni, accadimenti in cui i personaggi si nascondono, si spiano e si intralciano a vicenda.
Tutto giovanissimo il cast di Scala di seta che vede il Teatro Ponchielli capofila in questa produzione per OperaLombardia. A guidare l’orchestra I Pomeriggi Musicali di Milano il M° Francesco Ommassini mentre la frizzante e briosa regia è di Damiano Michieletto ripresa da Andrea Bernard. Gli interpreti in scena sono Bianca Tognocchi (Giulia), Laura Verrecchia (Lucilla), Francisco Brito (Dorvil), Leonardo Galeazzi (Blansac), Filippo Fontana (Germano) e Manuel Pierattelli (Dormont).
Le scene e i costumi portano la firma di Paolo Fantin mentre le luci sono curate da Alessandro Carletti. L’allestimento originale è del Rossini Opera Festival di Pesaro.
Nell’ambito del teatro musicale la farsa giocosa (o comica) fu un genere assai diffuso soprattutto fra l’ultimo decennio del ‘700 e i primi due dell’800. In Italia, uno dei teatri specializzati in questo tipo di rappresentazioni (derivanti dall’intermezzo settecentesco e caratterizzate dalla breve durata e dalla semplificazione scenotecnica) fu il Teatro San Moisè di Venezia, la cui programmazione era maggiormente rivolta ad un pubblico più popolare rispetto a quello aristocratico della Fenice. E proprio al San Moisè videro la luce tutte e cinque le farse comiche composte dal giovane Rossini, all’epoca all’inizio della sua sfolgorante carriera di musicista. In particolare, il successo delle prime due farse (Cambiale di matrimonio, 1810 e Inganno Felice, 1812) incoraggiò l’allora impresario del San Moisè, Antonio Cera, a commissionare a Rossini altre tre farse giocose, rappresentate l’una a breve distanza dalle altre (due ancora nel 1812, l’ultima nel gennaio 1813). La prima di queste fu La scala di seta, la cui trama riprende alcuni degli elementi tipici del teatro comico settecentesco (un matrimonio segreto, un tutore da beffare, appuntamenti notturni e situazioni equivoche ma divertenti), che Rossini riesce a musicare con intuizioni armonico – melodiche sorprendenti, in un misto di grazia ed eleganza, di ironia e di espressività lirica quasi pre-romantica.
Tutti gli ingredienti per confermarsi un interessante spettacolo…
Redazione di ArtInMovimento Magazine
[Fonti delle immagini: 2.bp.blogspot.com, gbopera.it]
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