Io sono come la lupa. Me ne vado sola e rido del branco. Mi guadagno il cibo ed è mio dovunque sia, poiché ho una mano che sa lavorare e cervello sano. Chi mi può seguire venga con me, ma io me ne sto ritta, di fronte al nemico, la vita, e non temo
Io sono come la lupa. Me ne vado sola e rido
del branco. Mi guadagno il cibo ed è mio
dovunque sia, poiché ho una mano
che sa lavorare e cervello sano.
Chi mi può seguire venga con me,
ma io me ne sto ritta, di fronte al nemico,
la vita, e non temo il suo impeto fatale
perché ho sempre un pugnale pronto in mano.
Il figlio e dopo io e dopo… quel che sia!
Quel che prima mi chiami alla lotta.
Talvolta l’illusione di un bocciolo d’amore
che so sciupare prima ancora che diventi fiore.
“Io sono come la lupa”, parole pensate e scritte da Alfonsina Storni, poetessa nata in Svizzera, ma Argentina dall’età di quattro anni.
Alfonsina, nome che vuol dire “disposta a tutto”, forse per questo la sua vita, cominciata il 29 maggio 1892 non ha conosciuto esitazioni: lavapiatti, cameriera, cucitrice, operaia, drammaturga, giornalista, femminista, poetessa, donna.
Poi la vita, faticosa, intensa, madre di un figlio senza padre, sola contro i pregiudizi, in aperta sfida contro le piccinerie, impegnata in cose grandi, afflitta da un male grande.
Morirà suicida in mare. Ispirerà col suo gesto estremo la canzone Alfonsina y el mar.
Da un po’ di tempo Alfonsina Storni ha il volto, il corpo e la voce di Veronica Rossetti, intensa attrice biellese diplomata all’Accademia d’Arte Drammatica del Teatro Stabile del Veneto, impegnata nel progetto SPORTING di cui tanto abbiamo parlato sulle nostre pagine.
Le parole di Alfonsina a stracciare l’anima, l’interpretazione di Veronica per ricucirla.
Donne.
Elena Miglietti
[Fonte Immagini: ArtInMovimentoMagazine]
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