Dopo il grande successo di Orfeo ed Euridice (testo e regia César Brie), in scena al Teatro Filodrammatici, il 2 marzo 2015, Le rotaie della memoria: lo spettacolo-rivelazione di Giulia Viana e Giacomo Ferraù, della compagnia Eco di Fondo, per la regia dello stesso Ferraù, primo classificato (ex-aequo) nella prima edizione del Premio Riccardo Pradella.
Dopo il grande successo di Orfeo ed Euridice (testo e regia César Brie), in scena al Teatro Filodrammatici, il 2 marzo 2015, Le rotaie della memoria: lo spettacolo-rivelazione di Giulia Viana e Giacomo Ferraù, della compagnia Eco di Fondo, per la regia dello stesso Ferraù, primo classificato (ex-aequo) nella prima edizione del Premio Riccardo Pradella.
Il Premio Pradella è il riconoscimento istituito dall’Accademia dei Filodrammatici per ricordare una delle figure portanti della sua storia, Riccardo Pradella: attore e regista, promotore della riapertura del Teatro Filodrammatici negli anni ’70 e, per moltissimi anni, tutor del corso di recitazione della scuola per attori, scomparso nell’agosto 2012.Il Premio, rivolto alle giovani compagnie, dà la possibilità ai vincitori di mettere in scena il proprio spettacolo all’interno del cartellone autunnale del Teatro.
Per la prima edizione del Premio, allora, è stato riconosciuto un ex-aequo alle compagnie Eco di Fondo e Epos Teatro. La commissione ha riconosciuto infatti, al primo gruppo, la sensibilità di confrontarsi con il contemporaneo e di svolgere una continuativa ricerca su temi etico-sociali; al secondo (anch’esso vincitore con A qualcuno piace…Fred!), un’efficace capacità organizzativa, frutto di un’autentica passione a diffondere l’attenzione al teatro.
Nella pièce, Albino Calletti si racconta. Racconta della sua giovinezza, della sua crescita e della sua maturità. Della passione politica che lo trascina come un treno: il gruppo giovanile socialista di Castelletto sopra Ticino; il carcere, prima il San Vittore di Milano poi Regina Coeli, per finire al Forte Urbano di Castelfranco Emilia; la guerra in Russia; le montagne rosse dei partigiani per tornare disperatamente, finalmente, a casa.
Entusiasmo, forza d’animo, umanità aprono grandi domande sulle possibilità dell’essere Uomo. In un momento storico che ben conosciamo, gli anni del fascismo, si tratta, oggi, di immedesimarsi nella posizione di ogni uomo. Davanti a noi la dittatura, due sole scelte: farne parte o resistere. Accettare o combattere.
Albino, nome di battaglia Capitan Bruno, diventa uno degli esempi di come non fosse soltanto una necessità dettata dalla situazione, ma una vera e propria missione. Un senso enorme di responsabilità non solo per i propri cari, ma anche e soprattutto per i compagni.
Capitava spesso che i ragazzi non avessero alcuna preparazione politica. Erano antifascisti d’istinto. Tuttavia, volevo convincerli che questo non bastava. I ragazzi dovevano essere informati. Allora mi dedicavo a diffondere la conoscenza della vera natura antifascista, per dare più forza agli ideali di democrazia. Non bisognava ritirarsi dalla lotta. Non bisognava disertare. La memoria dei nostri caduti era affidata a noi.
Lunedì 2 marzo, alle ore 21.00 presso il Teatro Filodrammatici (Via Filodrammatici, 1 – Milano), Le rotaie della memoria.
La Resistenza tra memoria e sogno letterario…
NFO E PRENOTAZIONI
Tel. 02.36.72.75.50
biglietteria@teatrofilodrammatici.eu
www.teatrofilodrammatici.eu
Giuseppe Parasporo
[Fonti delle immagini: teatrofilodrammatici.eu; ecodifondo.blogspot.com]
[Fonti del video: youtube.com]
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