Intorno alle 23.50 del 25 settembre, presso l’area all’aperto della sede dell’associazione Comala, sita a Torino, si è conclusa la terza edizione di Ortometraggi Film Festival, ideato dall’associazione Ngracalati, con la direzione artistica di Carlo Conversano. Inserito nella settimana della sostenibilità all’interno dei Festival dello Sviluppo Sostenibile, racconta il rapporto tra uomo e natura e
Intorno alle 23.50 del 25 settembre, presso l’area all’aperto della sede dell’associazione Comala, sita a Torino, si è conclusa la terza edizione di Ortometraggi Film Festival, ideato dall’associazione Ngracalati, con la direzione artistica di Carlo Conversano. Inserito nella settimana della sostenibilità all’interno dei Festival dello Sviluppo Sostenibile, racconta il rapporto tra uomo e natura e vuole dar voce alla Terra e alle sue accorate richieste di aiuto.
Hanno presentato la serata Michele Grosso e Giorgia Cino. L’ospite principale è stato Remo Schellino, il regista cuneese, in concorso al festival col documentario Le ragioni della terra. Vincitore di una menzione speciale nella prima edizione del festival, lancia il teaser di “Grazie al Cielo”.
Una serata viva, entusiasmante e piena di sorprese che si conclude con la premiazione dei cortometraggi vincitori nelle differenti categorie (documentario, animazione, fiction e video arte) provenienti da ogni dove e sottotitolati dai ragazzi dell’Università del Salento con la supervisione della professoressa Francesca Bianchi. Nonostante il freddo e il vento, il nostro pubblico ha continuato a seguirci aspettando compatto l’annuncio dei vincitori, ha affermato Conversano.
Il momento della premiazione è stato introdotto dal direttore artistico e dagli organizzatori Leonardo Moiso e Matilde Ugolini che, alla fine, hanno introdotto la Giuria composta da Lucio Toma della casa di distribuzione QuasiCinema, che supervisiona il premio di distribuzione del festival, Luca Del Fuego Confortini, attore e talent-scout, Emanuela Mascherina, attrice, regista e direttrice del festival Cine Atelier, presenti al festival Neria Costa e tutto il gruppo del Food Film Festival di Milano e il presidente Annunziato Gentiluomo, tra gli organizzatori del Torino Undeground Cinefest e l’ufficio stampa del festival.
Diversi i prodotti che abbiamo trovato interessanti. Tematiche evidentemente importanti e altamente attuali che invitano alla riflessione e richiamano alla responsabilità tutti. Data la qualità e la copiosità numerica, abbiamo deciso, accanto al vincitore di ogni sezione, ricorrere a una Menzione speciale della Giuria oltre che la mia personale AIM Mention, menzione di ArtInMovimento Magazine, la testata che dirigo e che ha curato l’ufficio stampa del festival, precisa Annunziato Gentiluomo, Presidente di Giuria.
Ecco i premi e le menzioni con le motivazioni.
La Giuria dell’Ortometraggi Film Festival 2020 assegna il Premio come Miglior Documentario a The End Of Eternity di Pablo Radice per l’originalità e il lirismo del linguaggio cinematografico all’interno del genere documentario, valore aggiunto che illustra con maestria un mondo esotico dove ancora svolgono un ruolo fondamentale la tradizione e i suoi valori più autentici. In ogni fotogramma viene sussurrato il rapporto uomo-terra e cantato il concetto di eternità.
Si attribuisce la Menzione Speciale della Giuria per Life Evolution Ecology – Genesys di Antonio Pesce per le manifattura di qualità eccelsa di tutto il lavoro. Tanto l’audio quanto la fotografia manifestano una cura maniacale del regista, da cui emerge con veemenza l’ambizione dell’approccio. Tutto ciò colpisce e valorizza il tema trattato: la genesi in cui si percepisce il pulsare della materia vivente.
La testata del Presidente assegna la AIM Mention ad Artiko di Josu Venero per la capacità di far dialogare diverse arti fra loro mantenendo sempre un approccio sobrio ed equilibrato, senza perdere in efficacia. I ghiacciai vengono osservati tanto da un punto di vista materico naturale, esaltandone la bellezza e la maestosità, quanto nella problematicità ecologica e da qui la denuncia “sottile” della deriva rischiosa per l’umanità.
Nella sezione Fiction risulta il vincitore Traces di Pins Sebastien per il gusto e l’estetica con cui è stato realizzato e per il coraggio nell’utilizzo del linguaggio cinematografico con le armoniche influenze della video arte e del documentario. Pregevole la fotografia e le scelte registiche che seguono con cura l’evoluzione della narrazione. Il racconto offre sapientemente i due punti di vista presenti, nel contesto di cambiamento che inevitabilmente abbandonerà la prassi dell’antica professione, capace di tenere viva una profonda connessione con la natura.
Viene attribuita la Menzione Speciale della Giuria a Primates di Helio Valero e Artur Molina per l’originalità con cui è stato trattato il tema proposto. Si evince con vigore la forza di una primitività contagiosa. Si risolve così l’annosa querelle tra cultura-natura con la vittoria della seconda sulla prima. Il primato proclama a chiare lettere il rapporto con la terra, oggi andato perso in una deriva mentale e razionale estrema. Si è apprezzata inoltre la trasversalità del linguaggio, e si è trovata straordinaria la performance del clown professionista Johnny Melville, capace di rendere pienamente la complessità espressiva del personaggio diviso tra umanità e animalità.
La AIM Mention va, invece, a El Origen di José Antonio per l’attualità del tema proposto, per il ritmo della narrazione e per l’immediatezza e la leggerezza con cui riesce a far immergere nella storia lo spettatore. Ricorrere alla commedia brillante per presentare la dicotomia virtuale-reale è stata veramente una scelta coraggiosa.
Per quanto riguarda la sezione Animazione, vince Epirenov di Alejandro Ariel Martin per la potenza sorprendente delle animazioni che trasmettono un messaggio su vari livelli. Tra tutto emerge la ricerca dell’intimità del sentimento, la nostalgia dell’amore e la forza della frequenza del cuore che può animare anche un ammasso di latta e bulloni.
Si assegna la Menzione Speciale della Giuria a Of Sig di Vlad Bolgarin “per l’indiscutibile qualità del racconto, avvincente, elegiaco e ironico al tempo stesso, e per la semplicità e la bellezza dell’animazione. Basta poco per trasformare la nostra vita: un incontro giusto, il cambio di prospettiva e un po’ di colore…”.
Si attribuisce la AIM Mention a Obsolescence di Jesús Martínez Tormo di cui “abbiamo apprezzato il senso evocativo e poetico creato attraverso un’animazione ben congegnata, dove si canta la ritualità e la potenza dell’immaginazione che tutto può. L’intenzione diviene magia e la magia diviene azione rigenerativa. Un messaggio attuale sul quale tutti dovremmo riflettere prestando attenzione, responsabilmente, a quanto stiamo lasciando alle future generazioni”.
Rispetto alla sezione Video arte, il vincitore è Italy & (This Is) Water di Ioan Gavriel e Anja Franziska Plaschg “per la delicatezza delle immagini e la capacità d’impatto nell’espressione del significato. La musica accompagna con coerenza l’evoluzione della storia raggiungendo il suo climax nel deterioramento della protagonista che pare simbolicamente rappresentare la cacciata dall’Eden”.
Si attribuisce, invece, la AIM Mention a Mirage di Chris May per aver messo al centro l’immagine che muta, si deforma e si ricompone senza mai prescindere dal valore del contenuti fortemente legati alla ricerca dell’autore di un contatto autentico con la natura.
La Giuria di Ortometraggi Film Festical 2020 attribuisce, infine, la Menzione speciale della Giuria all’attore Maxim Ivanov protagonista di Mommy’s Calf di Viktoria Runtsova per la sorprendente e deliziosa interpretazione, e per l’intensità e la naturalezza impressionanti che lo caratterizzano. È il pilastro di tutta la pellicola ed è il motore dell’avventura emotiva narrata nel cortometraggio.
Siamo soddisfatti di quanto abbiamo realizzato. Ringrazio gli intervenuti e soprattutto i partner e i volontari che ci hanno sostenuto in questa avventura. Il successo di questa edizione apre le porte ad altre novità sempre nel nome della sostenibilità e del rapporto della terra. Siamo già al lavoro, conclude Carlo Conversano.
Un piccolo grande festival che emoziona e che con delicatezza ci porta a conoscenza di fatti e misfatti che stanno realmente distruggendo il nostro pianeta. Ortometraggi Film Festival in tre giorni ci ha permesso un’immersione a 360° sul nostro rapporto con la terra e con i suoi prodotti e ci ha invitato tutti alla responsabilità e a fare ciascuno la propria parte, senza voltare le spalle a una situazione che si fa sempre più urgente. Bravi, ragazzi! Continuate così!
Chiara Trompetto
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