E si conclude alle 00.05 di oggi, 13 settembre, il quarto Ortometraggi Film Festival, proposto dall’associazione Gomboc, realtà under 30 composta da Carlo Conversano, Matilde Ugolini, Leonardo Moiso, Matteo Bilotto, Giorgia Cino, Carola Mambrini e Michele Grosso. Il festival di cortometraggi dedicato alla Terra, in questa edizione, ha avuto una ricca programmazione caratterizzata, accanto alla
E si conclude alle 00.05 di oggi, 13 settembre, il quarto Ortometraggi Film Festival, proposto dall’associazione Gomboc, realtà under 30 composta da Carlo Conversano, Matilde Ugolini, Leonardo Moiso, Matteo Bilotto, Giorgia Cino, Carola Mambrini e Michele Grosso.
Il festival di cortometraggi dedicato alla Terra, in questa edizione, ha avuto una ricca programmazione caratterizzata, accanto alla proiezione di cortometraggi, anche eventi focalizzati a stimolare nuove modalità di interazione con la Natura.
Presso Orti Generali, location sita in Str. Castello di Mirafiori, 38\15 a Torino, nel quartiere di Mirafiori Sud, sono stati proclamati i vincitori scelti dalla Giuria presieduta dal regista Lucio Toma, e composta dall’artista video-maker e animatore Donato Sansone, dalla giornalista e scrittrice Silvia Lazzaris, dal produttore cinematografico Giancarlo Spinelli, dall’attore e talent scout, Luca Confortini, fondatore della “Del Fuego Artist Management”, dal critico Stefano Semeria e dal burattinaio nella trasmissione “Albero Azzurro” Emanuele Buganza.
La Giuria, rappresentata in loco da Donato Sansone, Giancarlo Spinelli, Stefano Semeria ed Emanuele Buganza, ha letto le motivazioni per ogni premio attribuito, nella serata condotta dal giornalista Annunziato Gentiluomo, direttore di ArtInMovimento Magazine, testa main media-partner dell’evento e ufficio stampa dello stesso.
Iniziando dalla Sezione Video Arte, si è attribuita la Menzione Speciale a Troiane di Stefano Santamato definito un racconto che attraversa diversi linguaggi cinematografici, un racconto di morte e rinascita, immobilità e viaggio, devastazione e ordine sublime.
Sfruttando senza retorica ottimi mezzi tecnici il regista ci trasporta, insieme ai tronchi d’albero abbattuti dal vento, nell’avventura che li porterà a diventare scenografia di un’opera lirica.
Il tema della natura si sdoppia, mostrandoci ancora una volta il potere di sublimazione dell’arte. Estetica, tecnica, messaggio, “Troiane” ha tutti i segni di un lavoro speciale.
Si aggiudica, invece, tra i sedici selezionati, il Premio come Miglior Prodotto di Video Arte Frozen Out di Hao Zhou, valutato come un lavoro esteticamente elegante, essenziale, capace di esporre il proprio tema in modo potente.
Un’opera che colpisce al di là della parola. Il lavoro di Hao Zhou è una lettera da un mondo più nitido e, al contempo, onirico, nel quale le potenzialità della coscienza fioriscono, e gli occhi ripuliti e affilati osservano con candore e spietatezza l’Uomo e la Natura.
Tra i dieci selezioni, il Premio come Miglior Animazione va a Thin Ice di Pauline Epiard, Valentine Ventura, Tiphaine Burguburu, Clémentine Vasseur, Lisa Laîné ed Élodie Laborde, per la freschezza del linguaggio e dell’approccio con cui viene affrontato un tema attuale in relazione all’informazione e alle sue deformazioni.
Svelando iperbolicamente il lato subdolo di una comunicazione priva di scrupoli, delirante verso una condizione realisticamente drammatica del nostro pianeta, le registe dispiegano un esercizio d’ironia tagliente e provocatoria. “Thin Ice” riesce a esprimere la sua visione in una girandola di colpi di scena e un ritmo degno delle migliori commedie.
Tra gli otto selezionati, vince il Premio come Miglior Fiction Cracolice di Fabio Serpa per la complessità e la coerenza del linguaggio scelto. Riprese video di repertorio e riprese ex-novo sono tessute insieme in un vincente equilibrio visivo.
Il regista, utilizzando con arguzia e fantasia riferimenti a fatti reali e drammatici, ci colloca in una fanta-storia che ci permette di riflettere sulla realtà che ci circonda.
Il tema dei disastri ambientali, così familiare, si veste di toni fantastici e mitici, rivelando con rinnovata energia gli orrori a cui ci invita a reagire.
Sarebbero da premiare anche l’impegno e l’abilità nella promozione del progetto, una comunicazione potente ed efficace che sfrutta l’ambiguità del mockumentary anche nella diffusione multimediale.
Infine, tra i dodici selezionati, la Giuria decreta come Miglior Documentario del IV Ortometraggi Film Festival Melina di David Valolao con questa motivazione: La donna, protagonista e motore del racconto, è straordinaria nella sua semplicità. Vera eroina ante-litteram della tematica ambientalista, emarginata per la sua scelta totale, fuori dagli stereotipi e dagli schemi sociali, Melina, con la sua sensibilità formidabile, è una vera artista, una poetessa. Essa incarna di fatto l’eroe capace di aderire senza compromessi a una scelta che solo pochissimi riescono a seguire, dove l’ego annullandosi si ritrova a respirare in una luce pura.
A convincere la Giuria una regia senza protagonismi, che segue con naturalezza il respiro del soggetto, tanto leggero quanto profondo e toccante.
Il film riesce così a esprimere il paradosso di una semplicità che non è mai banalità e che ci libera per un momento dalle competizioni dell’ego e dalla logica del consumo.
La serata è stata arricchita inoltre dalla visione dei video di ringraziamento di tutti i premiati che ha reso evidente l’internazionalità del festival e dalla riproposta alla fine degli ortometraggi premiati.
Una quarta edizione diversa ed emozionante. Siamo felicissimi di aver scelto Orti Generali come location che ha permesso un’intensa connessione con la natura. Credo che i film vincitori abbiano conquistato pienamente il titolo di Migliori Ortometraggi 2021, afferma Carlo Conversano.
È sempre emozionante arrivare alla conclusione di queste serate ed è solo grazie al magnifico lavoro di registi sensibili e attenti alle tematiche ambientali che possiamo renderci veicolo del bellissimo messaggio di convivenza fra uomo e natura. Va ai registi e al nostro pubblico il mio ringraziamento speciale, per la volontà che dimostrano, i primi narrando e i secondi ascoltando, di voler prendere parte al cambiamento, in maniera dolce e complementare, prosegue Matilde Ugolini.
L’anno prossimo il Festival proseguirà con la quinta edizione, con un team sempre più numeroso ed esperto. Ortometraggi oltre che un festival si sta trasformando in una vera e propria community che coinvolge filmmaker e artisti da tutto il mondo, produttori locali e ovviamente i nostri spettatori, accomunati da un grande amore per la terra e la passione per il cinema e il cibo sano, conclude Leonardo Moiso.
Un bell’evento. Un importante segnale di ripresa. Essere stati live sia l’anno scorso sia quest’anno è stato significativo perché ha emozionato, ha dato continuità e ha permesso al pubblico di poter godere di prodotti capaci di far riflettere. Un plauso al giovane team che siamo orgogliosi di sostenere come mediapartner e ufficio stampa. Soprattutto il nostro direttore responsabile si sta spendendo per questo progetto credendo fermamente nella sua rilevanza sociale ed educativa.
Chiara Trompetto
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