Tre tessuti di note, tre occasioni di dialogo grazie al potere della musica: il Play Music Festival 2017 gioca con i Fili Sottili delle emozioni che avvolgono chi sa ascoltare. Dopo il successo de La valigia di suoni, che lo scorso anno ha incrociato performance artistiche e dibattiti sulle migrazioni, la sesta edizione della rassegna organizzata
Tre tessuti di note, tre occasioni di dialogo grazie al potere della musica: il Play Music Festival 2017 gioca con i Fili Sottili delle emozioni che avvolgono chi sa ascoltare. Dopo il successo de La valigia di suoni, che lo scorso anno ha incrociato performance artistiche e dibattiti sulle migrazioni, la sesta edizione della rassegna organizzata dall’associazione Soledad continua a puntare sul jazz come espressione di incontro tra culture diverse, proponendo dal 2 al 16 marzo, ogni giovedì, alle 21.30, tre concerti-evento presso il salone del Miramare risuonerà di vibrazioni differenti.
In apertura, il 2 marzo, la prima tappa italiana dell’Ivan Mazuze Quartet: il pluripremiato sassofonista e compositore, accompagnato da Per Mathisen al basso, Jacob Young alla chitarra e Raciel Torres alle percussioni, porterà a Reggio Calabria la sua joie de vivre che mette insieme, in un mix unico, sonorità africane, ritmi cubani e atmosfere nordiche. Mazuze infatti, nato in Mozambico, si è laureato in Etnomusicologia in Sudafrica prima di trasferirsi, dal 2009, in Norvegia: la sua produzione fa convergere musicisti africani e scandinavi, come dimostrano gli album “Maganda”, “Ndzuti” e “Ubuntu”, scelto da JazzCd per la raccolta focalizzata sulla scena norvegese contemporanea.
Il secondo appuntamento della rassegna, giovedì 9, è dedicato all’incontro tra la star internazionale Fabrizio Bosso e il trio siciliano degli Urban Fabula: il trombettista torinese, conosciuto al grande pubblico anche per i duetti con Sergio Cammariere e Raphael Gualazzi, incrocierà Seby Burgio al piano, Alberto Fidone al basso e Peppe Tringali alle percussioni per il progetto Dusty Groove. Un laboratorio sul bop moderno segnato da un percorso iniziato per gli Urban Fabula ben sei anni fa con l’album omonimo, che ha portato il trio tra i finalisti dell’European Jazz Contest 2010. Il pluripremiato Alessandro Burgio alternerà al classico pianoforte il suono vintage di un Fender Rhodes originale, per un blues elettrico che si incrocierà con la contemporaneità e gli indiscussi virtuosismi di Bosso.
Il Festival giovedì 16 marzo virerà quindi ad est, col Kinga Glyk Trio, trascinato dall’entusiasmo e dal talento della bassista diciannovenne polacca leader del gruppo. Accompagnata dal padre Irek alle percussioni e da Piotr Matusik alle tastiere, Kinga, un astro nascente della musica jazz-blues-funk, è considerata il miglior talento della sua generazione: a giugno 2016, la sua cover di Tears in Heaven di Jeff Berlin, postato sulla pagina Facebook Bass Player United, ha raggiunto oltre 20 milioni di visualizzazioni.
Anche quest’anno il Play Music Festival vuole raccogliere gli input più interessanti del panorama internazionale e condividerli con la città. Nessuna cultura musicale, da qualunque parte del mondo provenga, può considerarsi immune dall’influenza del jazz, perché è una musica libera: né repertorio specifico, né esercizio accademico, il jazz è uno stile di vita, la rivolta delle emozioni che può assorbire altri generi rimanendo sempre se stessa, ha commentato il direttore artistico Alessio Laganà.
I biglietti si trovano, in prevendita, all’Agenzia Confini, in via Tommaso Gulli 21, e al Malavenda Café, in via Zecca, 1.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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