La National Trust è una fondazione britannica, nata nel 1895 per difendere i luoghi storici e gli spazi verdi, che ha lanciato la campagna “50 cose da fare prima degli undici anni e tre quarti”, pensata come incentivo a recuperare il contatto con la natura. L’idea nasce da una ricerca condotta nel Regno Unito, dalla
La National Trust è una fondazione britannica, nata nel 1895 per difendere i luoghi storici e gli spazi verdi, che ha lanciato la campagna “50 cose da fare prima degli undici anni e tre quarti”, pensata come incentivo a recuperare il contatto con la natura. L’idea nasce da una ricerca condotta nel Regno Unito, dalla quale è emerso come le abitudini di bambini e ragazzi siano molto distanti dalla vita all’aria aperta e dal contatto con la natura. Casa, TV, videogiochi e internet sono l’ambiente e i passatempi dei piccoli inglesi al giorno d’oggi, con enormi differenze rispetto anche solo alla generazione precedente.
Sono i genitori, a quanto rileva la ricerca, a influenzare i figli in tal senso. Il contesto urbano e la mancanza di spazi aperti ritenuti sicuri sono le cause principali, ma non solo. Gli inglesi definisco questa generazione cotton-wool kids. Bambini iper-protetti, come avvolti – appunto – da lana e cotone. L’esortazione di National Trust è quella di portare i bimbi fuori, lasciare il morbido dei letti e dei divani e incontrare la ruvidità e la rudezza degli elementi. Giocare nella terra e sull’erba, con l’acqua dei ruscelli , correre a piedi scalzi, arrampicarsi sugli alberi, sono solo alcune delle “50 cose” da fare. Perché entro i 12 anni? Perché è in questo lasso di tempo che si consolidano molti aspetti della personalità, attraverso il gioco e la sperimentazione corporea e sensoriale.
Anche nel nostro Paese la situazione è analoga. In Italia sono infatti i genitori a scegliere per i figli uno stile di vita sedentario e protetto. Protetto, in molti casi, da paure che sono solo proiezioni – ingigantite – della propria percezione delle cose. Si veda a proposito la ricerca “Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi” realizzata da Ipsos per Save the children. La psicologa e psicoterapeuta Anna Oliverio Ferraris afferma infatti che i bambini sono naturalmente attratti dalla natura e che dovrebbero essere assecondati in questo. Anche a costo di qualche graffio, di una caduta, di un pantalone strappato o sporco di terra? Assolutamente sì, secondo la Dott.ssa Ferraris. A tutto vantaggio della loro crescita e degli anni futuri. Essere lasciati liberi di prendere contatto con il mondo e con la natura in particolare, liberi di misurarsi con il proprio corpo e le proprie abilità, non può che essere un fattore positivo per una crescita maggiormente equilibrata e armonica, oltre che una fondamentale educazione all’amore e al rispetto per l’ambiente.
Chiara Trompetto
[Fonti delle immagini: www.skip.pt, www.piacerediconoscerti.it, noinonni.it (familienhotels.com)]
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *