Ieri, 6 maggio alle ore 20, il Teatro Regio ha presentato Hänsel e Gretel, il capolavoro di Engelbert Humperdinck, tratto dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm, su libretto di Adelheid Wette. Uno spettacolo surreale, capace di immergere il pubblico in un’atmosfera fiabesca, incantata, magica. La regia di Borrelli è curata, attenta al particolare, partecipata. Interessante la costruzione dei
Ieri, 6 maggio alle ore 20, il Teatro Regio ha presentato Hänsel e Gretel, il capolavoro di Engelbert Humperdinck, tratto dall’omonima fiaba dei fratelli Grimm, su libretto di Adelheid Wette.
Uno spettacolo surreale, capace di immergere il pubblico in un’atmosfera fiabesca, incantata, magica. La regia di Borrelli è curata, attenta al particolare, partecipata. Interessante la costruzione dei due mimi che accompagnano i nani Sabbiolino e Rugiadino: nonostante le sembianze “mostruose” e gli occhi infuocati, sono teneri e protettivi nei confronti dei piccoli. Forse il regista attraverso la loro presenza vuole esprimere quanto le apparenze possano essere fallaci e ingannevoli, e invitare il pubblico a trascenderle, a puntare alla vera essenza delle persone, che va ben oltre il veicolo fisico. Inoltre abbiamo molto apprezzato sia la polvere dorata con cui Sabbiolino fa addormentare i due fratelli sia la resa del viaggio di Knusperhexe attraverso una strega di stoffa su un bastone di legno: elementi semplici che simboleggiano la volontà di Borelli di rimanere connesso alla dimensione fiabesca e alla capacità dei bimbi di trasformare oggetti quotidiani in qualcosa di magico o di evocativo di altro.
Dal podio Pinchas Steinberg ha interpretato con grande maestria, delicatezza e partecipazione quella che da lui stesso è considerata tutt’altro che un’opera solo per bambini: dal punto di vista del maestro, si tratta di un capolavoro assoluto per tutti (…) un’opera dalla scrittura perfetta. La sua postura, i suoi gesti e i suoi movimenti stillavano fierezza, orgoglio ed enorme responsabilità per il compito che stava eseguendo, ovvero dirigere tutta la gamma dei colori dell’orchestra contemplati da Humperdinck. A lui il merito di essere riuscito a ricreare ogni singola nota, facendo arrivare ai presenti tutto lo spessore e la ricchezza di Hänsel e Gretel.
Il cast è stato tutto all’altezza del compito, anche se tre cantanti hanno attirato in modo particolare la nostra attenzione.
Strepitoso il baritono finlandese Tommi Hakala che ha interpretato Peter: Voce potente e rotonda che si è distinto in ogni sua parte, arrivandoci in modo totale nel finale del primo quadro, dal suo ingresso fin quando poi con la moglie si mettono alla ricerca dei figli. Una padre riferimento per tutta la famiglia e sempre propositivo perché convinto della sua fede e del fatto che Dio è sempre pronto a intervenire per aiutare i suoi figli in situazione di bisogno. Wenn die Not aufs höchste steigt, Gott der Herr sick gnädig zu uns neigt! Hand uns Reicht! Ja, wenn die Not aufs höchste steigt, Gott der Herr die Hand uns Reicht! (Quando c’è più bisogno, il Signore si china su noi misericordioso. Sì, quando più c’è bisogno, il Signore ci porge la sua mano).
Energetica, forte, decisa e con un verve scenica impressionante il mezzosoprano Natasha Petrinsky nei panni di Knusperhexe, la strega Marzapane. Favolosa vocalità e molto convincente l’interpretazione di questo personaggio ambiguo della storia. È proprio una vamp che si crede bellissima, e in tal senso accentua il suo carattere grottesco. Geniale il parrucco al suo ritorno dal giro sulla scopa volante.
Sempre precisa l’interpretazione del mezzosoprano Annalisa Stroppa nei panni di Hänsel. Il suo timbro omogeneo e luminoso in ogni ottava
ha reso la leggiadria e la giocosità del personaggio.
Notevole la performance del Coro di voci bianche del Teatro Regio e del Conservatorio Giuseppe Verdi, istruito da Claudio Fenoglio.
Eleganti e precise le i movimenti coreografici degli angeli firmati da Anna Maria Bruzzese e risulta suggestivo, sempre nel finale del secondo atto, il gioco col lenzuolo che simula il cullare dei due piccoli che si stanno abbandonando al sonno. Di impatto anche la trasformazione dei biscotti in bimbi. Le scene delicate, essenziali e poetiche dello spettacolo portano la firma di Emanuele Luzzati, scene valorizzate dai costumi di Santuzza Calì, capace di tradurre il pensiero dello scenografo in colorati costumi da fiaba, e dai curatissimi e suggestivi giochi di luci di Andrea Anfossi.
In sintesi questa versione di Hänsel e Gretel è proprio un bello spettacolo, molto ben interpretato e diretto. Un ottimo allestimento da tutti i punti di vista!
Annunziato Gentiluomo
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