Mercoledì 30 maggio, alle ore 20.30, al Teatro Carlo Felice di Genova, ha debuttato il secondo cast di Lucia di Lammermoor, dramma tragico in due parti e tre atti di Salvatore Cammarano, tratto dal romanzo The Bride of Lammermoor di Sir Walter Scott, su musiche di Gaetano Donizetti. Sicuramente un bell’allestimento, le cui scene portano la firma di Maurizio Balò.
Mercoledì 30 maggio, alle ore 20.30, al Teatro Carlo Felice di Genova, ha debuttato il secondo cast di Lucia di Lammermoor, dramma tragico in due parti e tre atti di Salvatore Cammarano, tratto dal romanzo The Bride of Lammermoor di Sir Walter Scott, su musiche di Gaetano Donizetti.
Sicuramente un bell’allestimento, le cui scene portano la firma di Maurizio Balò. Un gioco di profondità creato da piani orizzontali che si compongono, valorizzato dalle luci di Linus Fellbom, dai video realizzate dai videomaker Fabio Massimo Iaquone e Luca Attilii e dai costumi di Silvia Aymonino sicuramente coerenti con la messa in scena.
La regia firmata da Lorenzo Mariani si è focalizzata sull’anima che respira di Lucia, di cui ha cercato di far emergere la sua purezza e la profondità del suo intimo. Vuole dar voce al disagio psichico rappresentando una pazzia moderna (:..), una follia al femminile, che si manifesta in insistiti gorgheggi, esili e filiformi. Sinceramente non abbiamo molto compreso l’impiccagione di Lucia, anche se speriamo non sia una volontà denigratoria del personaggio che, macchiata di omicidio, viene poi bandita pubblicamente. Sarebbe una scelta estranea dal libretto e, a nostro avviso, inappropriata.
La direzione di Andriy Yurchevich è stata attenta e precisa. Il maestro ha curato molto il rapporto tra la buca e i solisti, valorizzando e sostenendo questi ultimi. Buona la performance del primo flauto che durante l’aria della pazzia ha sapientemente e senza indugio interagito con la protagonista. Altrettanto buona la resa dell’Orchestra e del Coro del Carlo Felice, coro istruito da Franco Sebastiani.
Passando al cast Elena Mosuc, nonostante un’indisposizione, ha sapientemente reso il personaggio di Lucia seguendone l’evoluzione scenica e musicale. Tecnicamente perfetta, dominava la scena data la sua profondissima conoscenza del ruolo a cui è evidente sia legata. Precisa nel fraseggio, leggera nei sovracuti, naturale nei legati, presente nel rappresentare la pazzia della giovane. In sintesi, superba!
Luciano Ganci, nel suo debutto nel ruolo di Edgardo, è stato capace di affascinare i presenti per il bellissimo colore e la potenza della sua voce, ricca di armonici. Molto buono il fraseggio e veramente convincente la sua presenza scenica. Si è mosso con naturalezza anche nelle parti più impervie della tessitura, dimostrando grande musicalità. A tratti la sua interpretazione è stata veramente emozionante, aspetto che, a nostro avviso, va molto al di là della mera tecnica. Nei duetti, le vocalità dei due amanti si amalgamavano a tal punto da arrivare dritti al cuore dei presenti. Ganci, bisogna ammetterlo, ha saputo affiancare la veterana con disinvoltura e grande precisione, soprano che ci ha deliziato con un ragguardevole Fa sovracuto.
Federico Longhi ha dato prova di grande maestria scenica e di una profondità interpretativa notevole. Il suo Enrico è pieno, tecnicamente solido, e la sua vocalità è pastosa e intensa. Buono anche il suo fraseggio.
Alessio Cacciamani ha vestito i panni Raimondo con carattere e personalità. La sua voce è potente, rotonda, profonda, riempitiva, ma ingombrante, ma assolutamente centrata. Sicuro sia nella tecnica sia nel fraseggio.
Tra i comprimari spicca Didier Pieri che rende con determinazione il ruolo di Normanno. Valido vocalmente, calca la scena con serenità ed esprime il suo bel timbro, la buona tecnica e anche un certo volume. Più che soddisfacente la prova di Carlotta Vichi che ha ben indossato il ruolo di Alisa. Fuori contesto, invece, Blagoj Nakoski. Nonostante oggettivamente la sua sia una bella voce, il suo Arturo non si armonizzava con le altre vocalità, rimanendo per questo totalmente isolato.
Copiosi gli applausi e le manifestazione di apprezzamento per i solisti e per tutta la messa in scena. Peccato solo la presenza di poco pubblico che ci auguriamo non sia stato attratto dall’altisonante nome del tenore nel ruolo di Edgardo del primo cast, a nostro avviso decisamente lontano da quello che vi abbiamo raccontato.
Nel complesso valido questo nuovo allestimento in coproduzione Fondazione Teatro Carlo Felice – Fondazione Teatro Comunale di Bologna– ABAO-OLBE di Bilbao, anche se deficicatario di qualcosa che lo scrivente ancora oggi non riesce a identificare… Sarà in scena fino al 5 giugno.
Annunziato Gentiluomo
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