Si avvia verso la sua fase finale il Festival della Complessità 2015. Si tratta di un “festival diffuso a Km 0” che interessa più di 30 città in tutta Italia, isole comprese. Ogni città ha scelto di ospitare uno o più eventi, in un calendario iniziato nel mese di maggio e che si concluderà una
Si avvia verso la sua fase finale il Festival della Complessità 2015.
Si tratta di un “festival diffuso a Km 0” che interessa più di 30 città in tutta Italia, isole comprese.
Ogni città ha scelto di ospitare uno o più eventi, in un calendario iniziato nel mese di maggio e che si concluderà una sezione di eventi particolare, il “Festival della Complessità dei Monti Lepini” che durerà dal 10 luglio al 26 agosto. Le ultime date previste nel mese di luglio interesseranno le città di Cagliari, Reggio Calabria, Milano e Roma. Nel Capoluogo lombardo oggi si è tenuto un incontro dal titolo “Storie di Stra-Ordinarie emergente. Narrazioni sistemiche sulla gestione della complessità. Storie di territori e di emergenza” presso il Centro per la Mediazione Sistemica Gregory Bateson (Aiems). Domani a Roma l’evento in programma è “Arte emergente. Parole, immagini e reti sociali” e si tratta di una conversazione con momenti di gioco partecipativo. Si terrà presso gli spazi del MAXXI, che è promotore e organizzatore insieme al Complexity Education Project dell’Università La Sapienza di Roma. Presso l’Università degli Studi di Cagliari giovedì 16 luglio a si parlerà di “Complessità di Genere”, venerdì 17 il tema sarà “Innovazione nelle organizzazioni complesse” e martedì 21 l’incontro verterà su temi più scientifici “Misurare la complessità dei movimenti oculari”. Il 20 verrà presentato il libro “Ti amo da far(ti) morire”, opera a fumetti sulla violenza di genere, a cura dell’Associazione Progetto Donna Ceteris. Fino al 26 agosto saranno ancora protagonisti i 15 comuni dell’area dei Monti Lepini (tra le province di Latina, Roma e Frosinone), che attraverso il Festival della Complessità mirano a farsi conoscere e a rilanciare la propria offerta turistica.
Lo scopo di questo particolare festival, giunto quest’anno alla sua VI edizione, è di cercare risposte alle grandi domande che l’uomo si pone su se stesso, sul futuro, sull’universo. Fulvio Forino ha redatto una bella presentazione (la trovate qui sul sito) nella quale spiega la filosofia di fondo della manifestazione. Interessante è la definizione di “sistemi complessi”, che egli descrive paragonandoli ai “sistemi complicati”. Un computer o un aereo sono sistemi complicati, sono stati costruiti per uno scopo preciso e sono comunque replicabili. Tutti i sistemi complicati che conosciamo possono inoltre essere accesi o spenti e funzionano quando noi immettiamo energia. “La differenza tra un sistema complicato e un sistema complesso”, scrive Forino, “è assimilabile a quella che intercorre tra una macchina e un organismo”. Sono sistemi complessi gli organismi viventi, e allo stesso modo lo sono le nostre reti di relazioni. L’evoluzione avviene in un percorso di cui sperimentiamo la complementarità con gli altri esseri, l’interdipendenza, l’incertezza. Cercare di rispondere ai nostri interrogativi è un modo per conoscere meglio e imparare a gestire e indirizzare questa complessità.
Gli organizzatori della manifestazione sono l’Associazione Dedalo ’97, l’AIEMS, il Complexity Institute Aps, l’ASVSA e il Complexity Educational Project.
Chiara Trompetto
[Fonte delle immagini: dedalo97festivaldellacomplessita.it, complexityinstitute.it]
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