Giovedì 20 novembre il Teatro Regio di Torino presenta come secondo titolo Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel. L’allestimento è quello firmato nel 2011 per l’Opéra National de Paris da Laurent Pelly che ambienta la vicenda storica in un museo egizio, in linea con il capoluogo piemontese. L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Claudio Fenoglio,
Giovedì 20 novembre il Teatro Regio di Torino presenta come secondo titolo Giulio Cesare di Georg Friedrich Händel. L’allestimento è quello firmato nel 2011 per l’Opéra National de Paris da Laurent Pelly che ambienta la vicenda storica in un museo egizio, in linea con il capoluogo piemontese. L’Orchestra e il Coro del Teatro Regio, quest’ultimo istruito da Claudio Fenoglio, saranno diretti da Alessandro De Marchi, uno dei più riconosciuti interpreti italiani del repertorio barocco.
Costumi e regia, ripresa per l’occasione da Laurie Feldman, sono di Laurent Pelly, le scene di Chantal Thomas e le luci di Joël Adam.
Il regista Laurent Pelly presenta una profonda riflessione sul concetto di antichità così come nei secoli è stato interpretato. L’idea di ambientare il Giulio Cesare nei depositi di un museo Egizio venne a Pelly proprio durante un suo soggiorno a Torino, città che deve le sue origini agli antichi romani, i quali al tempo di Giulio Cesare vi insediarono un castrum in seguito divenuto colonia romana. Tra le Porte Palatine, l’antistante statua di Giulio Cesare e il famoso Museo Egizio di Torino, Pelly trovò la chiave per dare nuova vita al capolavoro barocco di Händel. Ritrovare scene e costumi ispirati ai reperti conservati presso il Museo Egizio di Torino è davvero suggestivo. In questo ambiente, misterioso e incantato, si muovono figure reali assieme ad altre (i personaggi dell’opera) che appaiono come fantasmi in una sorta di sogno sentimentale e “archeologico”, nel quale il tempo si condensa e varie epoche si mescolano.
Alessandro De Marchi, Direttore dell’Innsbrucker Festwochen der Alten Musik, nonché esperto musicista in ambito barocco con un’alta formazione sulla prassi filologica, a proposito del Giulio Cesare, dichiara: «Il Regio amplia la propria offerta, accedendo a un repertorio finora poco frequentato e scegliendo il titolo giusto. Parliamo di un lavoro (Giulio Cesare) e di un autore (Händel) molto cari al pubblico. L’opera è piena di pezzi belli e amati, quasi una compilation di virtuosismi. Impossibile resistervi».
Giulio Cesare sarà il contralto Sonia Prina, specialista del repertorio vivaldiano e händeliano, con all’attivo numerose registrazioni per le più importanti case discografiche. Artista riconosciuta a livello internazionale, Prina ha fatto il suo debutto al Teatro alla Scala appena ventenne a fianco di Juan Diego Flórez. Il suo timbro morbido, omogeneo e ambrato, unito a una formazione altamente specializzata nel repertorio barocco, l’hanno resa interprete preferita dai principali ensemble di musica antica, tra i quali Accademia Bizantina, Giardino Armonico, Concert d’Astrée e Kammerorchester Basel.
Cleopatra sarà il soprano anglo-australiano Jessica Pratt. Dotata di un timbro luminoso corroborato da una notevole estensione e da una perfetta tecnica virtuosistica, ha iniziato la sua formazione in Australia per poi perfezionarsi con Renata Scotto e Lella Cuberli. Jessica Pratt è oggi una delle più importanti cantanti, richieste a livello internazionale, per il repertorio belcantistico e barocco. Al suo doppio debutto, come Cleopatra e al Regio, affronterà uno dei ruoli più impervi di tutto il repertorio händeliano.
Sara Mingardo interpreterà Cornelia. Contralto dall’affermata carriera internazionale, Mingardo ha collaborato con celebri direttori d’orchestra tra i quali spiccano Claudio Abbado, Colin Davis e Myung-Whun Chung. Vincitrice di numerosi premi tra i quali il Grammy Award per la sua interpretazione di Anna ne Les Troyens, possiede una “voce di autentico contralto, dotata di musicalità, eleganza e proprietà stilistica tali da farla emergere sia nell’opera barocca per la nobile linea del legato e il fraseggio ricco di febbrile trepidazione, sia nell’ambito della musica sacra” così come si legge nella motivazione presentata dall’autorevole giuria del Premio Abbiati, conferitole nel 2009.
Il mezzosoprano spagnolo Maite Beaumont sarà, al suo debutto al Regio, Sesto. Ha all’attivo numerose collaborazioni con grandi direttori quali: Christopher Hogwood, Alan Curtis, Giovanni Antonini e Nikolaus Harnoncourt. Beaumont è stata protagonista anche di importanti recuperi a livello musicologico: una delle opere riportate alla luce è stata il Flavius Bertaridus di Telemann, registrata in prima mondiale proprio con De Marchi.
Il cast delle cinque recite del Giulio Cesare (20, 23, 25, 27, 29 novembre) è completato dal controtenore Jud Perry nel ruolo del perfido Tolomeo, dal baritono Guido Loconsolo in quello di Achilla, dal controtenore Riccardo Angelo Strano come Nireno e dal basso Antonio Abete nel ruolo di Curio.
Il Giulio Cesare venne messo in scena per la prima volta nel 1724 al King’s Theater di Londra. L’immediato successo consentì una rapida diffusione del titolo in tutta Europa, confermando Händel quale maestro indiscusso dell’opera seria. Improntata sul modello metastasiano, l’opera, su libretto di Nicola Francesco Haym, è ambientata nel 48 a.C. e racconta le gesta di Giulio Cesare in Egitto: dagli scontri con il faraone Tolomeo all’incontro con Cleopatra. La drammaturgia è nettamente divisa tra due gruppi di personaggi: i romani (Giulio Cesare, Cornelia, Sesto e Curio) e gli egiziani (Cleopatra, Tolomeo, Achilla e Nireno). Il lieto fine vedrà l’unione tra Giulio Cesare e Cleopatra e la morte del perfido Tolomeo, ucciso da Sesto per vendicare la morte del padre.
Redazione di ArtInMovimento Magazine
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