Eccolo lì il Doodle di oggi, un po’ rosa un po’ fanè dedicato a Gabriela Mistral. Un Doodle che diventa un respiro a pieni polmoni, così ci ricorda e ci mette ben bene nelle condizioni di parlare di lei, di una donna bellissima, ma bella davvero, bella a tutto tondo: bella. Poetessa, insegnante, femminista, la
Eccolo lì il Doodle di oggi, un po’ rosa un po’ fanè dedicato a Gabriela Mistral. Un Doodle che diventa un respiro a pieni polmoni, così ci ricorda e ci mette ben bene nelle condizioni di parlare di lei, di una donna bellissima, ma bella davvero, bella a tutto tondo: bella.
Poetessa, insegnante, femminista, la definiscono così la prima e unica donna sudamericana ad ricevere un Premio Nobel per la Letteratura, prima di Neruda, prima di tutti gli altri, prima.
Cresciuta nel Cile più povero che esistesse, scrive poesie da autodidatta che sono belle subito e subito sono pubblicate, quindici anni e tanta determinazione anche nello scegliere chi essere e chi apparire, a cominciare da come ribattezzarsi: nata con un nome altisonante Lucila de María del Perpetuo Socorro Godoy Alcayaga, decide di uscire nel mondo come Gabriela Mistral, chi dice in omaggio ai poeti Gabriele D’Annunzio e Frédéric Mistral, chi all’arcangelo Gabriele e al vento di Mistral. Tutte due le versioni vanno bene.
Poesia e impegno, poesia nell’impegno, Gabriela comincia a occuparsi di persone, rivolgendo l’attenzione alle donne, ai diritti violati e a i diritti da conquistare. Innanzitutto i bambini, si butta nell’insegnamento elementare, nelle scuole di campagna, a Sud, lavora sull’educazione, inserendo il grimaldello della consapevolezza e la riforma scolastica diventa uno dei suoi vessilli. La vogliono anche in Messico, ci va e anche lì lavora per cambiare la scuola; non paga inizia a girare il mondo, per un po’ è anche a Napoli e a Rapallo, città in cui è Console Onorario, osserva il mondo, le donne e il loro modo di stare in quel mondo. Assorbe umanità al femminile, la trasuda nelle sue poesie, spinge avanti tutte le aspettative di un modello latino americano che cerca spazio e si propone, lo fa in forma autorevole e sorridente, diretta e propositiva. La sua determinazione fa breccia, la vogliono nelle grandi università, non si tira indietro: divulgazione, parola, pensiero, esserci per raccontare, fare per insegnare.
Partita dal Cile, elegge come sua dimora New York, forse, attenta al fluire degli eventi, comprende che la sua terra non può essere la sua casa. Amata, ma non sempre, in patria viene definita con epiteti lontani dal suo essere, non certo una mansueta maestrina di campagna, ma una donna che cantò la libertà per il suo popolo, il suo amore per un’altra donna e che si definiva antifascista, tuttavia sospettosa del comunismo, tanto da guardare con un misto di compiacimento e diffidenza Salvador Allende, candidato alle elezioni del 1952.
Muore per un brutto male nel 1957. E’ nata il 7 aprile 1889.
Elena Miglietti
[Fonte Immagini: ansa.it, lacasadellapoesia.com, forexinfo.it]
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