Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego – Frida Kahlo. In scena fino all’8 febbraio 2015 al Palazzo Ducale di Genova una coppia, due mondi diversi, due artisti universali: Diego Rivera aveva 42 anni quando nel 1929 sposò Frida Kahlo, di 20 anni più
Ho avuto due gravi incidenti nella mia vita. Il primo fu quando un tram mi mise al tappeto, l’altro fu Diego – Frida Kahlo.
In scena fino all’8 febbraio 2015 al Palazzo Ducale di Genova una coppia, due mondi diversi, due artisti universali: Diego Rivera aveva 42 anni quando nel 1929 sposò Frida Kahlo, di 20 anni più giovane. Aveva alle spalle 7 anni di Accademia e 14 di perfezionamento in Europa; Frida era un’autodidatta. All’epoca la celebrità era Diego, con una mostra personale al MoMa di New York già un anno dopo il matrimonio. Frida ebbe la sua prima personale newyorkese solo 9 anni più tardi.
Diego era celebre nel suo paese e nel suo tempo perché vi apparteneva totalmente. Frida è oggi celebrità perché in lei trovano espressione sincera le vulnerabilità di ogni essere umano, di ogni tempo.
Il progetto di Palazzo Ducale non racconta soltanto l’evoluzione artistica di Frida e Diego, ma ci catapulta con una lente d’ingrandimento direttamente nel loro microcosmo: accanto alla curatela della massima esperta internazionale, Helga Prignitz‐Poda, si avvale infatti della collaborazione della pronipote di Frida, Cristina Kahlo, e del nipote di Diego, Juan Coronel Rivera, per raccontare con un taglio più intimo e familiare i legami segreti che unirono i due artisti nel doppio legame arte‐vita.
In mostra gli autoritratti, le tele e i disegni in cui l’uno rappresenta l’altra, i ritratti di mecenati e amici: oltre 130 le opere dei due artisti insieme per la prima volta in Italia. E poi una grande selezione fotografica, con oltre 80 scatti realizzati da importanti fotografi, come Nickolas Muray, Manuel e Lola Alvarez Bravo, Florence Arquin e Leo Matiz e poi ancora, una serie di filmati d’epoca che ricostruisce l’intimità della coppia e la presenta, viva e carica di fascino, nella loro quotidianità.
Quando incontrò Frida Kahlo per la prima volta, Diego Rivera era già un artista rinomato. La fama di ragazzo prodigio, la sua formazione accademica, il suo viaggio in Europa, lo resero un artista a tutto tondo, autonomo nel suo stile, a stretto contatto con le avanguardie del suo tempo, pienamente inserito nella cerchia parigina di Modigliani, Picasso, Matisse, Leger e Carrà.
Frida, all’età di 19 anni, fu vittima di un incidente stradale terribile, risultato di una collisione tra un autobus e un tram, in cui un corrimano in ferro penetra nel suo fianco e la costringe a una lunga degenza e grandi sofferenze. Costretta a rinunciare al suo piano originario di diventare medico e ad abbandonare gli studi si dedica alla pittura. Il suo spirito di ribellione, la sua sessualità libera e ostentata, ne fanno ben presto il simbolo dell’emancipazione femminile e ogni aspetto concorre ad alimentare il suo personaggio: il lungo sopracciglio, i baffi pronunciati, gli abiti pre‐colombiani, la Casa Azul. Frida rappresenta l’inconciliabile anche nella sua arte, agli antipodi di Diego, dove rende pubblico il privato attraverso una rivoluzione intima e introspettiva, carica di emozione, in cui mescola fragilità e durezza ma anche crudeltà e umorismo.
Diego riuscì a dare voce ai problemi e ai bisogni contemporanei rimanendo nella memoria collettiva del paese. Finché i fatti che egli rappresentava erano in linea con i compiti della società, rimase il più importante dei due. Attraverso le sue visioni provenienti dal mito, Frida parla, invece, ai sentimenti universali dell’uomo: la compassione, l’empatia, il desiderio di amore. Nella sua solitudine, lei è più vicina all’uomo moderno di quanto lo sia Diego. Il risultato è che Frida Kahlo rimane icona oggi come allora, non solo in Messico, ma in tutto il mondo.
Gianluigi Accomando
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