Il progetto “From Zero To Elbrus” prosegue la sua marcia. Nel giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, Nico Valsesia ha varcato insieme al suo team la frontiera che separa la Georgia dalla Russia, dopo aver percorso oltre 4000 chilometri attraverso Italia, Grecia, Turchia e Georgia a bordo di una Subaru Forester e di un camper Laika
Il progetto “From Zero To Elbrus” prosegue la sua marcia. Nel giorno del suo quarantacinquesimo compleanno, Nico Valsesia ha varcato insieme al suo team la frontiera che separa la Georgia dalla Russia, dopo aver percorso oltre 4000 chilometri attraverso Italia, Grecia, Turchia e Georgia a bordo di una Subaru Forester e di un camper Laika Ecovip 310.
Un viaggio che, fin qui, è proceduto secondo i piani, seguito da una piccola troupe che sta realizzando un documentario sull’avventura. Valsesia ha percorso il lungo itinerario alternando tappe di trasferimento ad allenamenti mirati, sia di salita in montagna,dalla salita sul Monte Olimpo, in Grecia, 2917 metri, a quelle sui vulcani Hasan Dagi, 3268 metri, Erciyes Dagi, 3916 metri e sulle cime che circondano il Kackar Dagi, 3937 metri, in Turchia, sia di percorsi in bicicletta, tra cui la faticosissima salita sulla cima del Nemrut Dagi, in Turchia, a 2150 metri di altezza e lo Jvari Pass, in Georgia, a 2395 metri.
Come i precedenti progetti di Nico Valsesia della serie “From Zero To” (Genova-Monte Bianco nel 2012 in 16h35’ e Vina del Mar-Aconcagua nel 2015 in 22h41’) anche in questo caso l’obiettivo è quello di percorrere in modalità non stop nel più breve tempo possibile, in bicicletta e a piedi, la distanza tra il livello del mare e una cima montuosa particolarmente significativa e sfidante, unendo così le due grandi passioni di Nico, quella per il ciclismo e quella per la corsa in montagna. La scelta questa volta è caduta sul Monte Elbrus, nella catena del Caucaso (5642 mt slm), considerata dal punto di vista geografico la vetta più alta del continente europeo e per questo inclusa nel circuito alpinistico delle “Seven Summits” (le vette più alte di ciascun continente).
La novità di questi giorni riguarda la base di partenza per il tentativo di record, inizialmente stabilita nei pressi di Sochi, sulle rive del Mar Nero. Un esame cartografico più approfondito ha però evidenziato un aspetto per nulla intuitivo: nonostante la distanza in linea d’aria sia oltre il doppio, il percorso stradale più breve per raggiungere la base dell’Elbrus, posta sul versante orientale della montagna, non parte dal Mar Nero, bensì dal Mar Caspio. Sono 500 chilometri di pedalata e una manciata di metri in più di dislivello positivo, dal momento che il Caspio, che geograficamente un lago, ma è talmente vasto da essere assimilato a un mare interno, si trova di fatto in una depressione a -26 metri sotto il livello del mare.
Appena entrati in Russia, il team si è quindi separato: mentre Nico Valsesia ha puntato direttamente ad Azau, alla base dell’Elbrus, per iniziare ad acclimatare il fisico alle alte quote, un secondo gruppo con l’osteopata Luca Vismara e il documentarista Stefano Giussani si è diretto verso le rive del Mar Caspio per un sopralluogo dettagliato dell’itinerario. I due gruppi si riuniranno nei prossimi giorni. Una volta terminata la preparazione in quota, sarà poi il meteo a decidere il momento per dare il via al tentativo di record, che potrebbe quindi già svolgersi in queste ore.
La spedizione di Nico Valsesia potrà essere seguita attraverso il blog del sito www.nicovalsesia.com/blog e sui canali social facebook (www.facebook.com/nico.valsesia), twitter (@TheNicoValsesia) e instagram (@nicovalsesia)
Nato nel 1971, Nico Valsesia vive a Borgomanero (NO) dove gestisce un negozio di ciclismo. Maestro di sci, runner, trailer, ciclista, ideatore e organizzatore di gare, fedele al motto “La fatica non esiste”: Nico ha collezionato nel corso degli anni una lunga serie di imprese estreme di tutti i tipi, tra cui 5 partecipazioni alla RAAM – Race Across America (gara ciclistica no-stop da Oceanside – California ad Annapolis – Maryland per un totale di 4.800 km e 40.000 metri di dislivello positivo, considerata una delle più dure gare endurance al mondo) con un secondo e un terzo posto, la traversata no stop a piedi dell’altopiano boliviano Salar de Uyuni (3600 mt slm), il record di ascesa del vulcano più alto del pianeta Ojos del Salado in Cile (campo base Atacama 5.200m – vetta 6.900m in 3 h 35’).
Dall’unione delle due principali passioni di Nico, quella per il ciclismo e quella per l’ultratrail, sono nate una serie di imprese che sono poi confluite nel progeto “From Zero To”, lascesa no-stop dal livello del mare fino alla cima delle più importanti vette d’Italia e del mondo.
Le ascese svolte finora sono: Genova-Monte Bianco, record del mondo bike + run (da 0 a 4810 metri, 316 km) in 16h 35’, 2013; Aconcagua 7000, record del mondo bike + run sul percorso Vina del Mar – Aconcagua (massimo dislivello positivo al mondo, da 0 a 6963 metri, 240 km) in 22h 41’, 2015
E adesso, verso il monte Elbrus.
Redazione ArtInMovimento Magazine
[Fonte delle immagini: nicovalsesia.com]
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