Il Governo Italiano potrà contare su finanziamenti europei per l’istruzione. I soldi, 32,2 miliardi, saranno erogati in cambio di interventi mirati, grazie all’accordo sottoscritto il 29 ottobre di partenariato tra Italia e UE. I punti su cui focalizzare l’obiettivo entro il 2020 sono l’abbandono, le competenze, la continuità scuola-lavoro e la valutazione delle scuole. Non
Il Governo Italiano potrà contare su finanziamenti europei per l’istruzione. I soldi, 32,2 miliardi, saranno erogati in cambio di interventi mirati, grazie all’accordo sottoscritto il 29 ottobre di partenariato tra Italia e UE. I punti su cui focalizzare l’obiettivo entro il 2020 sono l’abbandono, le competenze, la continuità scuola-lavoro e la valutazione delle scuole.
Non si tratta di novità, sono obiettivi già indicati in molte occasioni dall’UE e che ieri hanno trovato un canale di finanziamento importante.
Prendendo ad esempio la dispersione, l’obiettivo è quello di portarla al 10% entro il 2020. Problema molto sentito, in particolar modo nel Sud Italia, con punte del 35% nelle regioni insulari, con Caltanissetta che presenta un 41,7% di dispersione al termine del quinquennio delle superiori 2009-10/2013-14.
Nel complesso, negli ultimi 15 anni, si è disperso uno studente delle superiori su tre.
Proprio a causa di questi dati allarmanti l’Europa chiede “azioni più mirate e coordinate“.
Dispersione non riguarda solo le scuole medie superiori ma anche l’Università. L’Europa chiede, infatti, di potenziare l’istruzion esuperiore fino ad un 40% della popolazione entro il 2020.
Per il potenziamento delle competenze, altro punto dolente del sistema istruzione italiano, secondo l’OCSE-PISA, nei cui test, seppur in miglioramento, gli studenti italiani faticano.
Nel 2003, infatti, circa il 32% degli studenti aveva ottenuto in matematica risultati inferiori al livello 2. Nel 2012 la percentuale si è fermata al 25%. Per quanto riguarda la misurazione delle competenze degli adulti risalente al 2012 (Piaac): i 25-34enni italiani ottengono risultati migliori nelle competenze matematiche rispetto alle generazioni precedenti (35-44enni). Raggiunge il livello 3 o superiori il 42% dei 25-34enni, contro il 30% dei più grandi.
Il giudizio parzialmente positivo è accompagnato però da una nota: il livello dell’istruzione è migliorato, ma è sempre basso rispetto agli altri paesi.
Se scendiamo in ambito regionale, le aree del paese che presentano maggiori difficoltà nella lettura sono le regioni del Sud Italia con la Calabria che chiude la classifica, ma seguita a breve distanza da Campania, Sicilia, Sardegna, Basilicata e Molise.
Non bene neppure gli studenti del Lazio, dell’Abruzzo, Molise e Umbria che di poco si distanziano dal Molise.
L’Europa chiede all’Italia anche una maggiore qualificazione nell’offerta di istruzione e formazione tecnica e professionale, intensificando, proprio, i rapporti tra scuola e lavoro, tra formazione ed impresa. Una delle possibilità concrete sarebbe quello del coinvolgimento in prima linea delle imprese e una co-progettazione, in coerenza con lo sviluppo delle filiere produttive.
Il Governo potrà contare sul finanziamento europeo, con l’auspicio che ne venga fatto il miglior uso possibile. Una ventata d’aria fresca, dopo tanti anni, per la scuola.
Mirko Ghiani
[Fonti delle immagini: concorsi-pubblici.org, civico10.org e skuola.net]
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