“Dalle bombe al museo“, in mostra alla GAM di Torino fino al 14 maggio, ripercorre l’itinerario di rinascita dell’arte moderna in Italia, all’uscita del ventennio di autoritarismo e isolamento che il regime fascista, alleato della Germania nazista, aveva imposto. La storia della ricostruzione della Galleria d’Arte Moderna di Torino – progettata da Carlo Bassi (1923)
“Dalle bombe al museo“, in mostra alla GAM di Torino fino al 14 maggio, ripercorre l’itinerario di rinascita dell’arte moderna in Italia, all’uscita del ventennio di autoritarismo e isolamento che il regime fascista, alleato della Germania nazista, aveva imposto. La storia della ricostruzione della Galleria d’Arte Moderna di Torino – progettata da Carlo Bassi (1923) e Goffredo Boschetti (1923-2013), durante la direzione di Vittorio Viale (1891-1977) – vale come esempio della più ampia Ricostruzione che il nostro paese, con straordinaria vitalità ed energia, incominciò nel 1945 e realizzò lungo i decenni successivi.
Proprio nel lustro che andò dal 1940 al 1945, durante la seconda guerra mondiale, Torino fu sottoposta ad una lunga serie di incursioni aeree. La città fu profondamente ferita e molte zone furono danneggiate dalle bombe. Anche l’edificio del 1880 – il Padiglione Calderoni – che ospitava le collezioni della Galleria Civica d’Arte Moderna fu bombardato e parzialmente ridotto in macerie, così come furono danneggiate alcune sculture di grandi dimensioni che non si erano potute trasferire altrove.
La mostra propone oltre 60 opere esposte alternate da 90 fotografie d’epoca e da un’ampia selezione di tavole e disegni d’architettura, lettere e documenti originali. Dipinti, sculture e carte appartengono alle Collezioni della GAM e ai suoi Archivi storici. Lungo il percorso espositivo, poltroncine, tavoli, sedie e lampade ricostruiscono alcuni degli arredi originali della Galleria, documentando la ricerca del design di quegli anni. Una splendida occasione per scoprire alcuni angoli della città di Torino profondamente trasformati dalla storia.
Redazione ArtInMovimento Magazine
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