Dal 16 al 20 settembre a Ravenna va in scena la quinta edizione di Dante2021 il festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca. Sotto il motto “Come piante novelle rinovellate di novella fronda” (Purgatorio XXXIII) il ricco programma 2015 di incontri, mostre e spettacoli occuperà gli
Dal 16 al 20 settembre a Ravenna va in scena la quinta edizione di Dante2021 il festival promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna e la direzione scientifica dell’Accademia della Crusca. Sotto il motto “Come piante novelle rinovellate di novella fronda” (Purgatorio XXXIII) il ricco programma 2015 di incontri, mostre e spettacoli occuperà gli spazi danteschi della città con protagonisti quali Mimmo Paladino, Alessandro Haber, Stefano Salis, Massimo Cacciari, Ferruccio De Bortoli, Antonio Patuelli, Virginio Gazzolo, Domenico Scarpa, Carlo Ossola e Francesco Bianconi. Nell’anno in cui si celebrano i 750 anni della nascita di Dante il Festival, continuando il percorso che mira al settimo centenario della morte, presenta un denso calendario di appuntamenti, tutti come di consueto a ingresso gratuito, che cerca di accompagnare gli “amatori” della poesia dantesca ai limiti della ricerca storica, linguistica, letteraria proiettando le nuove acquisizioni nel futuro. La scelta del motto di quest’anno sottolinea proprio questo sforzo, così inerente alla scrittura e al progetto poetico e morale dantesco. La storia e la contemporaneità prendono così luce dal futuro e collocano il lettore comune e lo studioso in una prospettiva che progressivamente si rinnova.
In apertura, il 16 ai Chiostri Francescani, ci sarà “Dante per me: i narratori rispondono”, un incontro che vuole essere anche una sottile provocazione. Stefano Salis, giornalista dell’inserto “Domenica” de Il Sole 24 ore, interroga e stimola quattro importanti narratori di successo, che sono Maurizio De Giovanni, Francesco Recami, Roberto Riccardi, Marco Vichi. Che cosa ha rappresentato Dante nella loro formazione e nella loro cultura? Ce ne sono tracce, evidenti o nascoste nei loro romanzi e racconti? Insomma, chi è Dante per loro?
Tra gli altri aspetti che quest’anno saranno in particolare in particolare sviluppati il valore di Dante come “ambasciatore” della cultura e della lingua italiana all’estero. “Anche io parlo la lingua di Dante” è il titolo dell’incontro previsto per il 17 settembre, organizzato in collaborazione con l’Università per Stranieri di Siena. La rettrice Monica Barni introdurrà le testimonianze di alcuni studenti stranieri, sul significato da loro percepito dell’opera di Dante, anche come “grimaldello” e accesso per avvicinarsi alla cultura e alla realtà italiana. Racconteranno in varie forme le loro esperienze Saad Bakkali Tahiri (Marocco), Amani Barboura (Tunisia), Sanaà Masoud (Giordania), Junko Masuda (Giappone).
Nella stessa giornata è prevista anche la riflessione a due voci sul tema “Dante in guerra. Letterature italiane tra i due conflitti mondiali”. Domenico Scarpa, del Centro internazionale di studi Primo Levi di Torino, e Martina Mengoni, studiosa della Scuola Normale Superiore di Pisa, indagheranno e illustreranno la presenza e l’uso dei testi danteschi in autori novecenteschi sottolineando, anche con documenti inediti, il ruolo di Dante nella scrittura di Primo Levi, così come si manifesta anche nelle pagine in cui l’Ulisse di Dante è citato in Se questo è un uomo. La fine arte interpretativa di Virginio Gazzolo porterà invece in scena un testo poco noto, potenzialmente dantesco, “attribuibile” (secondo la dizione di Gianfranco Contini) a Dante: Il fiore: un altro e così diverso viaggio molto prima della Commedia. Al termine dello spettacolo Luciano Formisano (Università di Bologna), che recentemente ha curato l’edizione del Fiore per la “Nuova edizione commentata delle Opere di Dante” (Salerno editore) si interrogherà, sulla base degli studi più recenti: “Chi era Ser Durante?”.
Vi sarà la lettura della famosa invettiva politica «Ahi serva Italia, di dolore ostello, / nave senza nocchiere in gran tempesta, / non donna di provincie, ma bordello!» con la quale, nel VI canto del Purgatorio Dante denuncia con appassionata intensità i mali dell’Italia del suo tempo. La lettura verrà affidata alla voce fresca ma intensa di un giovanissimo interprete, Vittorio Baldini, studente di seconda media di Poggibonsi segnalatosi nel premio nazionale di lettura dantesca “La selva, il monte, le stelle” promosso da Loescher editore. Essa sarà la giusta premessa (18 settembre) a uno dei momenti qualificanti di questa edizione di Dante2021. A seguire infatti, Ferruccio de Bortoli, per molti anni Direttore del Corriere della Sera, e Antonio Patuelli, Presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, si confronteranno, portando anche il contributo di una intensa visione dell’oggi, colta da significativi e diversi punti di osservazione, sul tema “La comunicazione nella commedia: dalla denuncia della corruzione all’invettiva”.
Alle 21 al Teatro Alighieri in prima assoluta “La Commedia di Mimmo Paladino”, spettacolo frutto della collaborazione tra Mimmo Paladino, Alessandro Haber e il pianista Riccardo Sandiford, sotto il segno degli scritti danteschi di Jorge Luis Borges. Un nuovo lavoro, commissionato dal Festival e nato da un’idea del critico d’arte e curatore di mostre Sergio Risaliti, che pone l’accento sull’interazione tra discipline artistiche diverse . Sottolinea infatti Risaliti: “Da sempre Mimmo Paladino ama i classici della letteratura, e da sempre ha il coraggio di affrontarli, traducendone con i mezzi della pittura e del disegno, le mitiche figure, gli episodi più o meno noti, le atmosfere e i sentimenti; attualizzando di quei classici i versi e le parole più memorabili con il suo personale linguaggio, così visionario e così espressivo, così arcaico e così contemporaneo. Pochi artisti al mondo avvertono come Paladino la forza comunicativa della letteratura, il carattere universale dei personaggi inventati dai grandi poeti e scrittori antichi e moderni. Dopo aver affrontato i classici della letteratura mondiale (Iliade di Omero, Le Metamorfosi di Ovidio, l’ Orlando furioso di Ludovico Ariosto, Don Chisciotte di Cervantes), non poteva mancare all’appuntamento con la Divina Commedia”. I disegni di Paladino dialogheranno con i versi della Commedia, interpretati da Alessandro Haber, ed eccezionalmente con un brano di Jorge Luis Borges nel quale il celebre scrittore argentino fa i conti con Dante, e porta in evidenza alcuni personaggi del poema, in particolare le figure di Francesca da Rimini e di Ulisse.Il 19 settembre ai Chiostri Francescani sarà Massimo Cacciari a entrare nella mistica dantesca con “Toccare il Dio”. Una lettura sentita e personale quella che Cacciari dà di Dante del quale ha scritto più volte e su svariati argomenti, temi ed interessi che chiaramente lo appassionano particolarmente. E il pubblico non potrà che appassionarsi all’ascolto di un filosofo che è anche un politico e opinion leader e che nel padre della poesia italiana vede un maestro di pensiero ma anche di azione politica e spiritualità. Alle ore 21.00, la giornata si concluderà al Teatro Alighieri, per l’attribuzione dei premi Dante2021 di questa edizione: il premio “Dante-Ravenna” sarà assegnato a Carlo Ossola, mentre il premio “Musica e Parole” a Francesco Bianconi. Carlo Ossola ci indicherà radici comuni e nuovi slanci che da Dante promanano, in un “drammatico”, cioè inarrestabile, dialogo che riguarda l’umanità in ognuno di noi. Critico letterario, professore di Letteratura italiana nelle università di Ginevra (1976-82), Padova (1982-88) e Torino (1988-1999), dal 2000 professore al Collège de France di Parigi, cattedra di Letterature moderne dell’Europa neolatina. E ancora Dante anche in “territori” nostrani ma apparentemente lontani, come la musica di oggi con Francesco Bianconi, front leader dei Baustelle, a cui sarà assegnato il premio “Musica e Parole”. Compositore e autore di testi per canzoni, Bianconi è anche significativo scrittore di testi narrativi. Introdurrà al ricco mondo espressivo di Bianconi il critico Ranieri Polese, giornalista del Corriere della Sera.
A conclusione del Festival 2015, domenica 20 settembre nella Sala Muratori della Biblioteca Classense, la conversazione sul tema: “A capire Dante: omaggio a Francesco Mazzoni”. Carlo Ossola e Ernesto Ferrero (scrittore e critico letterario, già direttore editoriale di Einaudi e, dal 1998 al 2015, direttore del Salone Internazionale del Libro di Torino) ricorderanno il grande dantista Francesco Mazzoni (1925-2007), che fu presidente della Società Dantesca Italiana dal 1968 al 2005.
Dal 16 al 20 settembre sarà allestita ai Chiostri Francescani la mostra fotografica di Giampiero Corelli “Dante ci guarda” in cui il fotografo ravennate ha colto negli sguardi del Poeta, nelle statue disseminate nel paese, da Venezia a Napoli, da Firenze a Ravenna, da Trento a Padova, da Verona a Mulazzo in Lunigiana, il senso di un lungo ragionare sull’Italia (anche di oggi). Al fianco delle statue, gli uomini di oggi, distratti o consapevoli.
“Dante2021 si conferma quindi, come sottolinea il direttore artistico Domenico De Martino, un festival in movimento, indirizzato verso le celebrazioni del VII centenario della morte di Dante Alighieri ma, per sua natura, sempre in gioco e continuamente propositivo di approfondimenti e di “novelle fronde”.
Redazione ArtInMovimento Magazine
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