Nel nostro giro del mondo virtuale con Expo2015 non poteva mancare il padiglione che più ha catalizzato l’attenzione di pubblico e stampa, fenomeno mediatico a sé stante all’interno del fenomeno-Expo. Fermo restando che le 10 ore di coda raggiunte nei giorni scorsi sono un numero difficilmente comprensibile per qualsivoglia evento, pur bello o interessante, vogliamo
Nel nostro giro del mondo virtuale con Expo2015 non poteva mancare il padiglione che più ha catalizzato l’attenzione di pubblico e stampa, fenomeno mediatico a sé stante all’interno del fenomeno-Expo. Fermo restando che le 10 ore di coda raggiunte nei giorni scorsi sono un numero difficilmente comprensibile per qualsivoglia evento, pur bello o interessante, vogliamo tuttavia raccontarvi qualcosa di più, lasciandoci dietro le code e le inevitabili differenze di punti di vista, sia sulla bellezza o meno di un padiglione, sia sul senso di Expo nel suo insieme.
E quindi benvenuti, benvenuti in Giappone, o meglio al Padiglione Giappone di ExpoMilano2015.
L’organizzazione è precisa e affidabile, agli addetti di media e stampa viene accordato un appuntamento – giorno e orario- rispettato spaccando il minuto. Siamo stati accolti da ragazze giovani e preparate, delle quali chi non conosceva un po’ di italiano si faceva ben comprendere in un inglese davvero impeccabile. Prima dell’ingresso il padiglione è stato presentato nel suo insieme per fare capire a grandi linee il percorso di visita, scelta azzeccata poiché a nostro avviso i mezzi comunicativi scelti non hanno l’immediatezza tra le caratteristiche principali. Provando a dare una definizione dell’esperienza di visita nel suo complesso, la si potrebbe definire “cinestetica”, nel senso che coinvolge davvero tutti i sensi, in un susseguirsi di stimoli visivi, olfattivi, tattili, e in una grande interattività messa a disposizione del pubblico addirittura attraverso una app da scaricare sullo smartphone. Si instaura un rapporto diretto con la realtà del padiglione, si personalizza la visita potendo scaricare direttamente le immagini, e si ricevono poi aggiornamenti e news anche dopo: infatti l’applicazione rimarrà attiva fino al termine della manifestazione. Il tema scelto dal padiglione è quello della “diversità armoniosa“, declinato vari modi. L’armonia negli elementi naturali e nel ciclo delle stagioni, l’armonia – almeno un’armonia ricercata – nell’intervento dell’uomo sulla natura e sul paesaggio e nell’interazione tra l’uno e l’altro. L’armonia della stagionalità degli alimenti, l’armonia e l’equilibrio nella composizione dei piatti. La ritualità nella preparazione dei cibi e nel consumarli, la forma che diventa anche sostanza nel vissuto condiviso del cibo. La conclusione del percorso, rispetto ad altri abbastanza lungo e con dei tempi forzati dettati dalla durata di alcuni contenuti video che non si possono bypassare o evitare, dicevamo la conclusione è un momento di vera e propria festa. Ci si trova in un grande ristorante virtuale (il “ristorante del futuro”), tavoli da 4 e 6 persone ai quali ci si può trovare a fare amicizia con altri visitatori che non si conoscono (è uno degli auspici di chi ha ideato il tutto), una performance di animazione musicale nel centro del salone che accompagna i commmensali nel compito cui sono chiamati, cioè conoscere e poi scegliere i propri piatti preferiti. La pietanze compaiono direttamente sui tavoli, che sono in realtà degli schermi interattivi sui quali ognuno può operare e sbizzarrirsi. Abbiamo avuto modo di imparare il vocabolo utilizzato per ringraziare alla fine del pasto: gochisousama, che letteralmente dovrebbe significare “questo (cibo) era delizioso”. In uscita (dopo circa 45′) si passa accanto al ristorante e la voglia di fermarsi è davvero molta: i prezzi sono elevati (ma un po’ tutto in Expo è così) ma la qualità possiamo affermare che è ottima, compresa la presentazione dei piatti, e i tempi di attesa assolutamente accettabili. Un assaggio di Giappone, si può dire letteralmente “in tutti i sensi”, che esalta nel tema del cibo e della biodiversità alcune caratteristiche distintive della mentalità e della cultura del Paese. Obiettivo centrato, a parte le 10 ore di coda…
Chiara Trompetto
[Immagini: Chiara Trompetto ph]
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