Buona la prima. Sembra davvero la frase giusta per l’attrice Veronica Pivetti, alla quale l’esordio da regista non ha creato alcun problema. Nonostante le difficoltà di proiezione, derivanti dalla mentalità italiana, generalmente un po’ bigotta , chi ha visto Né Giulietta né Romeo è rimasto assolutamente contento e colpito. La capacità dell’amatissima attrice italiana è
Buona la prima.
Sembra davvero la frase giusta per l’attrice Veronica Pivetti, alla quale l’esordio da regista non ha creato alcun problema.
Nonostante le difficoltà di proiezione, derivanti dalla mentalità italiana, generalmente un po’ bigotta , chi ha visto Né Giulietta né Romeo è rimasto assolutamente contento e colpito. La capacità dell’amatissima attrice italiana è stata quella di saper mettere insieme la realtà del nostro Paese senza cadere nel volgare, oppure nel solito becero discorso legato unicamente al sesso.
Non è certo il primo film italiano sull’omosessualità, ma la sua bellezza sta nell’evocare le difficoltà adolescenziali, riuscendo a esplorare nel profondo anche da parte dei genitori.
Di tematiche LGBT abbiamo parlato tanto in questi giorni, con i film e le conferenze che il festival ci ha regalato. La Pivetti, dal canto suo, si è aperta come mai prima d’ora al mondo omosessuale, guadagnandone il plauso e il sincero apprezzamento, a conferma della bontà del lavoro prodotto, riuscendo nell’intento di farne comprendere il significato.
Veronica Pivetti ha poi dichiarato di essere soddisfatta nell’aver creato ciò che davvero aveva in mente, cosa che non sempre riesce ai registi, neanche ai più navigati.
Rocco, Maria e Mauri, protagonisti del film, si ritroveranno ad affrontare un viaggio Roma-Milano per seguire l’ultimo tour del loro cantante preferito, per altro dichiaratamente gay.
La confessione di Rocco, porta la madre Olga a chiedere aiuto all’ex marito Emanuele (egocentrico psicanalista) che tenta di far “curare” il figlio, con il risultato di farlo scappare per vedere il suo cantante.
Olga e sua madre seguiranno i tre ragazzini a Milano, il viaggio aiuterà tutti a conoscersi e ad accettarsi l’un l’altro, compreso il non presente Emanuele.
Emblematici sono alcuni passaggi del film, in cui vengono sviscerati i reali caratteri dei personaggi, facendo venir fuori il significato della sceneggiatura.
Gabriele La Spina
[Fonti immagini:wonderchannel.it, romadailynews.it, gay.tv]
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