Si è conclusa sabato la 72esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che ha visto inaspettatamente trionfare “Desde allá” del regista Lorenzo Vigas. L’opera prima del cineasta venezuelano ha ribaltato tutti i pronostici della vigilia ottenendo il prestigioso Leone d’oro non senza qualche polemica. Al Sudamerica anche il Leone d’argento per la miglior
Si è conclusa sabato la 72esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che ha visto inaspettatamente trionfare “Desde allá” del regista Lorenzo Vigas. L’opera prima del cineasta venezuelano ha ribaltato tutti i pronostici della vigilia ottenendo il prestigioso Leone d’oro non senza qualche polemica. Al Sudamerica anche il Leone d’argento per la miglior regia grazie a Pablo Trapero per «El Clan», duro film argentino ispirato a una storia vera, mentre il Premio speciale della giuria è andato al turco «Abluka» di Emin Alper.
Gran Premio della giuria al film di animazione in stop-motion “Anomalisa“, firmato da Duke Johnson e Charlie Kaufman, il film ha visto la luce grazie all’astuta raccolta fondi promossa su Kickstarter, sito web di crowdfunding dedicato ai progetti creativi.
A tenere alta la bandiera italiana ci pensa Valeria Golino che ha vinto la sua seconda Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile con il film “Per amor vostro” di Giuseppe Gaudino. La Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile è andata invece a Fabrice Luchini grazie a “L’Hermine” di Christian Vincent che ha vinto il premio per la Miglior Sceneggiatura. Il Premio Marcello Mastroianni dedicato agli attori emergenti è andato all’adolescente Abraham Attah per la sua interpretazione del bambino soldato nel film “Beasts of no nation” di Cary Joji Fukunaga.
Come ogni grande evento che si rispetti, Venezia 72 si porterà dietro qualche polemica, sia per la scelta piuttosto curiosa della giuria di lasciare fuori dal carro dei vincitori alcuni film come “Francofonia” di Aleksandr Sokurov, “Rabin, the Last Day” di Amos Gitai e “Behemoth” di Zhao Liang, molto apprezzati all’estero, sia per la massiccia presenza di premi andati al Sudamerica, visto che il presidente di giuria è stato il messicano premio Oscar Alfonso Cuarón. I più maligni hanno pensato a un po’ di campanilismo.
Mirko Ghiani
[Immagini da labiennale.org e tg24.sky.it]
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