Ricordo un mese di settembre di tanti anni fa, stavo iniziando la classe quarta superiore. Si faceva l’orario ridotto perché ancora non c’erano tutti gli insegnanti. Si approfittava del tempo libero, complici le giornate ancora calde, per stare in giro in città e raccontarsi con i compagni le avventure della lunga pausa estiva. In uno
Ricordo un mese di settembre di tanti anni fa, stavo iniziando la classe quarta superiore. Si faceva l’orario ridotto perché ancora non c’erano tutti gli insegnanti. Si approfittava del tempo libero, complici le giornate ancora calde, per stare in giro in città e raccontarsi con i compagni le avventure della lunga pausa estiva. In uno di quei bei pomeriggi settembrini incontrai un amico, di un anno più grande di me e che non vedevo dalla primavera, che mi fece una domanda buffa, almeno così mi sembrò allora. “E quindi, che cosa hai imparato in queste vacanze?” mi chiese. Lì per lì non capii, ma dopo poco il senso mi fu chiaro, e ridemmo insieme di quella sua espressione che era assai più profonda di quanto potesse apparire. Da quel momento presi anche io a misurare il tempo delle vacanze in base a quanto di nuovo riuscissi a esperire e apprendere. Il tempo sospeso dalla routine, quello totalmente a mia disposizione, ai ritmi del mio corpo e della mia mente. Il viaggio. Ciò che mi è sempre piaciuto imparare in vacanza, ad esempio, sono le parole in una lingua nuova, ogni volta che riesco a trascorrere questo tempo all’estero. Le storie provenienti da altri luoghi, vicini o lontani che siano, sempre riescono ad aprire l’orizzonte, a farmi percepire la grandezza relativa del mio spazio personale in relazione a quello circostante, a farmi sentire anche meno sola. Quest’anno ho ripreso la lingua francese, che amo e che è stata mia per un breve periodo della mia vita, e forse chissà lo sarà ancora in futuro. Ho guidato per strade in cui non ero mai stata prima, scoprendo luoghi nuovi dell’Italia, ho passato del tempo con un’amica che non vedevo da alcuni anni. E ho passato del tempo con le persone con cui vivo abitualmente, ma un tempo diverso, lontano dalle abitudini e dalle preoccupazioni di tutti i giorni. Ho imparato a sorridere di più, perché il sorriso è la nostra arma migliore contro le asperità della vita.
E voi, che cosa avete imparato in queste vacanze?
Scrivetecelo, se avete voglia. Sceglieremo i racconti migliori e li pubblicheremo. Avete tempo fino alla fine di ottobre per inviarci le vostre storie, all’indirizzo redazione@artinmovimento.com
Non dimenticatevi di mandarci anche una o meglio due immagini da unire al pezzo, se ne avete di vostre, scattate nei luoghi e nelle situazioni di cui desiderate raccontare. Potranno essere opera di un autore o di più autori insieme, anche di una classe, diventando un racconto corale o un insieme di suggestioni. Dovranno riuscire a fare semplicemente una cosa: farci emozionare, farci vivere le emozioni che provate voi.
Chiara Trompetto
[Immagini: Chiara Trompetto ph]
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