Un altro bell’incontro con Swami Roberto, fondatore e riferimento di Anima Universale di Leinì, che oggi ha evidenziato l’importanza di riconoscerci audaci. Quanto mi trovo concorde con lui, quante volte nel mio piccolo ho spronato i miei studenti di tutte le età a osare, a non essere tiepidi e farsi promotori del cambiamento che parte dal contattare
Un altro bell’incontro con Swami Roberto, fondatore e riferimento di Anima Universale di Leinì, che oggi ha evidenziato l’importanza di riconoscerci audaci. Quanto mi trovo concorde con lui, quante volte nel mio piccolo ho spronato i miei studenti di tutte le età a osare, a non essere tiepidi e farsi promotori del cambiamento che parte dal contattare la parte più intima di noi!
E non si può non ricordare che La fortuna premia gli audaci (Audaces fortuna iuvat). Così insegna la saggezza popolare. Ma cosa si intende col termine audace? Sfogliando il dizionario si legge: Chi affronta impavido il pericolo, chi osa, chi agisce noncurante dei pericoli o dei rischi a cui va incontro. In sintesi i coraggiosi. Per Swami audace è colui che, con le proprie possibilità, pratica con costanza e serietà la spiritualità, definita dallo stesso lo sport più estremo e meno applaudito.
Chi pratica cambia, si eleva dalla massa, vive un senso di estraneità e diventa oggetto di giudizi e critiche. Stranezza e diversità sono le caratteristiche che la maggior parte vede in chi intraprende con coscienza un percorso di crescita. Si è strani e diversi perché si va controcorrente. Ci si separa perché si inizia a riconoscere, per differenza, il marcio e se ne prende immediatamente le distanze. Swami ricorda che ci vuole coraggio per reagire alle reazioni della massa, ci vuole coraggio per tenere lontani da noi avidità, avarizia, materialità, invidia, attaccamento e cattiveria. La bontà non è di moda, il guardare dentro l’altro neppure. Oggi è in piazza l’apparenza, non l’essenza autentica. E in questo anche le religioni hanno fallito il proprio mandato. Nonostante parlino di spirito e di interiorità e si occupino del Trascendente, non sono riuscite a eliminare il culto dell’apparire dal cuore degli esseri umani, contribuendo invece a mantenere e a esaltare tale distorsione. Lo stesso Gesù con decisione condanna tale situazione: Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, che appaiono belli di fuori, ma dentro sono pieni d’ossa di morti e d’ogni immondizia. Così anche voi, di fuori sembrate giusti alla gente; ma dentro siete pieni d’ipocrisia e d’iniquità (Matteo, 23, 27-28). Ipocrisia e iniquità sono espressioni dell’apparenza. La spiritualità, invece, ti mette davanti a una grande scelta ogni giorno, in ogni cosa che pensi o che fai: sei apparenza o sei essenza? Quanto stai incarnando il tuo credo? Quanto sei nel servizio? Quando stai allineandoti col tuo Sé superiore? Quanto non stai permettendo agli altri di deturpare la tua bellezza? E certo ci vuole coraggio per scegliere con disciplina questa via. Ma Swami ci ricorda che l’audacia della mia fede apre il cuore di Dio e ci invita a esortarlo con queste parole: Padre, padre, padre, tu che ricompensi e benedici gli audaci, aiutami a pensare in grande.
A Dio interessa la nostra essenza, è Lui il nostro amico che è sempre al nostro fianco. Riscoprire quell’essenza ci rende nuovi, ci trasforma in motori del cambiamento della nuova Umanità, quell’umanità, come canta il Gen Rosso, che non grida, che non schiaccia per emergere sull’altra gente; che non sa rubare per avere, ma sarà contenta di guadagnare il pane con il suo sudore; che vive nel silenzio, che ancora sa arrossire, sa abbassare gli occhi e sa scusare; che ora va controcorrente; che sa dare anche la sua vita per morire per la propria gente; che non cerca mai il suo posto al sole quando sa che al mondo per miseria e fame tanta gente muore; che abbatte le frontiere, che paga di persona, che non usa armi, ma sa usare il cuore.
In sintesi l’umanità che mi fa sperare e crede nell’amore, è l’umanità del nuovo che avanza e che non ha paura di cambiare… Noi siamo chiamati a partecipare a questo processo in quanto la vera realizzazione è poter essere tutto il bene e il meglio che si può per noi, per gli altri e per questo piano di esistenza.
Annunziato Gentiluomo
Leave a Comment
Your email address will not be published. Required fields are marked with *